PARTE SECONDA
4t
DESCRIZIONE XI
CHIESA DI S. ZACCARIA
L’anno 1^67, sullo stile del celebre architetto
Martino Lombardo, per singolarità di forme gre-
co-latine, per armonia di compartimento, per copia
di preziosi marmi sorgeva magnifico questo Tem-
pio, eh’è tra i più belli della nostra città. La gran-
de statua del Profeta, pur troppo, or ora, misera-
mente rovinata nella sua parte migliore , sopra la
porta, è di A. Vittoria, come di lui, entrando in
Chiesa (a destra), è la più piccola di s. Gio: Bat-
tista sulla pila dell’acqua santa. Pregiatissima l’ur-
na del secolo XV con la figura distesa di Marco Sa-
nudo. Sul primo altare la tavola con M. V. e il
Bambino è di Palma il giovine, di Antonio Zotica
nel quadro sovrapposto la Visita del Doge a questa
Chiesa nel giorno di Pasqua. Tiensi in considera-
zione la Visita dei Magi di Nicolò Bambini, fra il
primo e secondo aliare, nel quale avvi una bella
tavola del suddetto Palma, e sovr'essa la visita di
Federico III a questo monastero, di Giovanni Fu-
mianì. Distinta opera di Nicolò Balestra è il qua-
dro colla Nascita di Nostro Signore. Nell’ interno
della Cappella risplende per morbidezza di tinte la
tavola colla Nascita di s. Gio. Battista del Tinto-
retto. Vi ha pure una gran tavola con Maria Ver-
gine , sei Santi e un angioletto, detta opera del
vecchio Palma, ma assai aggiustata e aggiuntata:
è poi ammirevole, soprattutto, nella parte superio-
re, il quadro con Cristo all’ orto del DeSubleo, pit-
tore raro fra noi. Anche le tarsie non sono spre-
gevoli, condotte da Francesco e Marco fratelli Vi-
centini l’anno come vi è notato. Contiguo a
questa Cappella v’ ha un luogo tutto a pitture del
buon tempo, e quindi un altro dove la molta età
non permette con precisione dinotar qual mano
abbia trattati gli affreschi che vi si vedono presen-
temente in poche reliquie.
Ricchi d’intagli e fregi dorati sono i tre altari
di legno con pitture preziose dei Gio. ed Antonio
Muranesi, dell’anno 144^- Meritano osservazione i
bei lavori onde sono pieni che difficilmente si tro-
veranno gli eguali. Quello di mezzo è chiuso da
una quasi balaustrata, tra colonne di marmo; e in
molti comparti mostransi dipinte parecchie figure di
Santi, tutte vàriamente atteggiate e vestite. Quello
alla destra, e l’altro, più conservato, a sinistra, sparsi
sono di molte dipinture di santi e pontefici e inscri-
zioni, col nome delle pie monache dell’ annesso Con-
vento (ora ad uso di Uffizi pubblici) che un giorno
agli agi delle opulenti loro patrizie famiglie antepo-
nevano 1’ austera vita del chiostro. Si sa dalla storia
che queste benemerite solitarie non poterono con-
durre a termine questo lor tempio che novantan-
ni dopo la sua fondazione, perchè in quel periodo
aveano contribuito allo stato 84 mille ducali d’oro.
6
4t
DESCRIZIONE XI
CHIESA DI S. ZACCARIA
L’anno 1^67, sullo stile del celebre architetto
Martino Lombardo, per singolarità di forme gre-
co-latine, per armonia di compartimento, per copia
di preziosi marmi sorgeva magnifico questo Tem-
pio, eh’è tra i più belli della nostra città. La gran-
de statua del Profeta, pur troppo, or ora, misera-
mente rovinata nella sua parte migliore , sopra la
porta, è di A. Vittoria, come di lui, entrando in
Chiesa (a destra), è la più piccola di s. Gio: Bat-
tista sulla pila dell’acqua santa. Pregiatissima l’ur-
na del secolo XV con la figura distesa di Marco Sa-
nudo. Sul primo altare la tavola con M. V. e il
Bambino è di Palma il giovine, di Antonio Zotica
nel quadro sovrapposto la Visita del Doge a questa
Chiesa nel giorno di Pasqua. Tiensi in considera-
zione la Visita dei Magi di Nicolò Bambini, fra il
primo e secondo aliare, nel quale avvi una bella
tavola del suddetto Palma, e sovr'essa la visita di
Federico III a questo monastero, di Giovanni Fu-
mianì. Distinta opera di Nicolò Balestra è il qua-
dro colla Nascita di Nostro Signore. Nell’ interno
della Cappella risplende per morbidezza di tinte la
tavola colla Nascita di s. Gio. Battista del Tinto-
retto. Vi ha pure una gran tavola con Maria Ver-
gine , sei Santi e un angioletto, detta opera del
vecchio Palma, ma assai aggiustata e aggiuntata:
è poi ammirevole, soprattutto, nella parte superio-
re, il quadro con Cristo all’ orto del DeSubleo, pit-
tore raro fra noi. Anche le tarsie non sono spre-
gevoli, condotte da Francesco e Marco fratelli Vi-
centini l’anno come vi è notato. Contiguo a
questa Cappella v’ ha un luogo tutto a pitture del
buon tempo, e quindi un altro dove la molta età
non permette con precisione dinotar qual mano
abbia trattati gli affreschi che vi si vedono presen-
temente in poche reliquie.
Ricchi d’intagli e fregi dorati sono i tre altari
di legno con pitture preziose dei Gio. ed Antonio
Muranesi, dell’anno 144^- Meritano osservazione i
bei lavori onde sono pieni che difficilmente si tro-
veranno gli eguali. Quello di mezzo è chiuso da
una quasi balaustrata, tra colonne di marmo; e in
molti comparti mostransi dipinte parecchie figure di
Santi, tutte vàriamente atteggiate e vestite. Quello
alla destra, e l’altro, più conservato, a sinistra, sparsi
sono di molte dipinture di santi e pontefici e inscri-
zioni, col nome delle pie monache dell’ annesso Con-
vento (ora ad uso di Uffizi pubblici) che un giorno
agli agi delle opulenti loro patrizie famiglie antepo-
nevano 1’ austera vita del chiostro. Si sa dalla storia
che queste benemerite solitarie non poterono con-
durre a termine questo lor tempio che novantan-
ni dopo la sua fondazione, perchè in quel periodo
aveano contribuito allo stato 84 mille ducali d’oro.
6