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Lazzari, Antonio [Ill.]
Itinerario interno e delle isole della citta di Venezia: inciso e descritto in IV parti — Venezia: Dalla Tipografia di Alvisopoli, 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.67272#0104

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6o

PARTE TERZA

DESCRIZIONE XVIII
CHIESA DELLA MADONNA DELL’ ORTO

Si gettarono nel secolo XIV le fondamenta di
questo sacro edilìzio spazioso e ricco, e tra i più
celebrati della nostra Venezia, adorno di sculture,
quali sono, prima di entrare, sopra la porta, il santo
Cristoforo e i dodici Apostoli, non che le due sta-
tue laterali di s. Giuseppe, Nostra Donna, e il bas-
sorilievo colla stessa, scolpiti da Mastro Bartolom-
meo. Questa Chiesa, divisa in tre gran navi, venne
intitolata la Madonna dell-' Orto, perchè appunto in
un contiguo orto si rinvenne una imagine di Maria
Vergine, che qui trasferita fu poscia consacrata nel
suo nome. La finestra di mezzo conserva all’intor-
no qualche vestigio di pittura, che sembra del pen-
nello di Pordenone. Il primo altare (a sinistra) è
superbo del sovrapposto gran quadro di J. Tinto-
retto , appeso in tavola con Nostra Donna che si I
presenta al Tempio: la vaga invenzione e il gran;
carattere che spiccano da esso fermano lo sguardo
di chiunque lo contempla. La tavola nell’altare sot-
toposto con s. Giovanni Battista, san Paolo e Gi-
rolamo e altri Santi è di Giovanni Battista Cima da !
Conegliano : vago dipinto, però alquanto crudo nei
contorni Giuseppe Sardi diede il disegno del rie-:
co Deposito marmoreo innalzato al Veneto patrizio,

Girolamo conte Gavazza , benemerito della patria :
le due statue della Virtù e dell’ Onore, fra gl’ in-
tercolunii, s’intagliarono da Giusto Fiammingo, e
le altre due coricate, sopra i remenati, la Pruden-
za e la Magnanimità, da Francesco Caprioli. La
tavola dopo il primo aliare con cinque Santi è di
Palma il vecchio Nel IV A.ltare è di Daniele ìVan-
dich la pala vaghissima col Martirio di san Lorenzo.
L’organo fu dipinto da J. Tintoretto-. sotto que-
sto, nell’ altare, la Madonna che tiene il Bambino è
saporito lavoro di Gio. Bellini. Nella Cappella mag-
giore (a destra^ è ammirabile per invenzione e com-
posizione, e per la maestria dell’ ombre e dei lumi,
l’amplissimo quadro del Giudizio Finale, e (a si-
nistra) l’altro di egual grandezza e sublimità di la-
voro, che presenta P Adorazione del Vitello d’oro,
ove infinite figure sembrano atteggiarsi ad infiniti
movimenti, ambidue opere di J. Tintoretto, che seb-
bene giovanili, sole basterebbero ad assicurargli un
posto tra i primi ingegni. Sopra l’altar maggiore,
nei cinque quadri del Coro, sono pure di lui le cin-
que Virtù, come anche la morte che vien data a
s- Cristoforo (a destra), e la Visione di s. Pietro, con
angioletti, si al vivo dipinti, che sembrano volare. La
 
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