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PARTE TERZA
DESCRIZIONE XVIII
CHIESA DELLA MADONNA DELL’ ORTO
Si gettarono nel secolo XIV le fondamenta di
questo sacro edilìzio spazioso e ricco, e tra i più
celebrati della nostra Venezia, adorno di sculture,
quali sono, prima di entrare, sopra la porta, il santo
Cristoforo e i dodici Apostoli, non che le due sta-
tue laterali di s. Giuseppe, Nostra Donna, e il bas-
sorilievo colla stessa, scolpiti da Mastro Bartolom-
meo. Questa Chiesa, divisa in tre gran navi, venne
intitolata la Madonna dell-' Orto, perchè appunto in
un contiguo orto si rinvenne una imagine di Maria
Vergine, che qui trasferita fu poscia consacrata nel
suo nome. La finestra di mezzo conserva all’intor-
no qualche vestigio di pittura, che sembra del pen-
nello di Pordenone. Il primo altare (a sinistra) è
superbo del sovrapposto gran quadro di J. Tinto-
retto , appeso in tavola con Nostra Donna che si I
presenta al Tempio: la vaga invenzione e il gran;
carattere che spiccano da esso fermano lo sguardo
di chiunque lo contempla. La tavola nell’altare sot-
toposto con s. Giovanni Battista, san Paolo e Gi-
rolamo e altri Santi è di Giovanni Battista Cima da !
Conegliano : vago dipinto, però alquanto crudo nei
contorni Giuseppe Sardi diede il disegno del rie-:
co Deposito marmoreo innalzato al Veneto patrizio,
Girolamo conte Gavazza , benemerito della patria :
le due statue della Virtù e dell’ Onore, fra gl’ in-
tercolunii, s’intagliarono da Giusto Fiammingo, e
le altre due coricate, sopra i remenati, la Pruden-
za e la Magnanimità, da Francesco Caprioli. La
tavola dopo il primo aliare con cinque Santi è di
Palma il vecchio Nel IV A.ltare è di Daniele ìVan-
dich la pala vaghissima col Martirio di san Lorenzo.
L’organo fu dipinto da J. Tintoretto-. sotto que-
sto, nell’ altare, la Madonna che tiene il Bambino è
saporito lavoro di Gio. Bellini. Nella Cappella mag-
giore (a destra^ è ammirabile per invenzione e com-
posizione, e per la maestria dell’ ombre e dei lumi,
l’amplissimo quadro del Giudizio Finale, e (a si-
nistra) l’altro di egual grandezza e sublimità di la-
voro, che presenta P Adorazione del Vitello d’oro,
ove infinite figure sembrano atteggiarsi ad infiniti
movimenti, ambidue opere di J. Tintoretto, che seb-
bene giovanili, sole basterebbero ad assicurargli un
posto tra i primi ingegni. Sopra l’altar maggiore,
nei cinque quadri del Coro, sono pure di lui le cin-
que Virtù, come anche la morte che vien data a
s- Cristoforo (a destra), e la Visione di s. Pietro, con
angioletti, si al vivo dipinti, che sembrano volare. La
PARTE TERZA
DESCRIZIONE XVIII
CHIESA DELLA MADONNA DELL’ ORTO
Si gettarono nel secolo XIV le fondamenta di
questo sacro edilìzio spazioso e ricco, e tra i più
celebrati della nostra Venezia, adorno di sculture,
quali sono, prima di entrare, sopra la porta, il santo
Cristoforo e i dodici Apostoli, non che le due sta-
tue laterali di s. Giuseppe, Nostra Donna, e il bas-
sorilievo colla stessa, scolpiti da Mastro Bartolom-
meo. Questa Chiesa, divisa in tre gran navi, venne
intitolata la Madonna dell-' Orto, perchè appunto in
un contiguo orto si rinvenne una imagine di Maria
Vergine, che qui trasferita fu poscia consacrata nel
suo nome. La finestra di mezzo conserva all’intor-
no qualche vestigio di pittura, che sembra del pen-
nello di Pordenone. Il primo altare (a sinistra) è
superbo del sovrapposto gran quadro di J. Tinto-
retto , appeso in tavola con Nostra Donna che si I
presenta al Tempio: la vaga invenzione e il gran;
carattere che spiccano da esso fermano lo sguardo
di chiunque lo contempla. La tavola nell’altare sot-
toposto con s. Giovanni Battista, san Paolo e Gi-
rolamo e altri Santi è di Giovanni Battista Cima da !
Conegliano : vago dipinto, però alquanto crudo nei
contorni Giuseppe Sardi diede il disegno del rie-:
co Deposito marmoreo innalzato al Veneto patrizio,
Girolamo conte Gavazza , benemerito della patria :
le due statue della Virtù e dell’ Onore, fra gl’ in-
tercolunii, s’intagliarono da Giusto Fiammingo, e
le altre due coricate, sopra i remenati, la Pruden-
za e la Magnanimità, da Francesco Caprioli. La
tavola dopo il primo aliare con cinque Santi è di
Palma il vecchio Nel IV A.ltare è di Daniele ìVan-
dich la pala vaghissima col Martirio di san Lorenzo.
L’organo fu dipinto da J. Tintoretto-. sotto que-
sto, nell’ altare, la Madonna che tiene il Bambino è
saporito lavoro di Gio. Bellini. Nella Cappella mag-
giore (a destra^ è ammirabile per invenzione e com-
posizione, e per la maestria dell’ ombre e dei lumi,
l’amplissimo quadro del Giudizio Finale, e (a si-
nistra) l’altro di egual grandezza e sublimità di la-
voro, che presenta P Adorazione del Vitello d’oro,
ove infinite figure sembrano atteggiarsi ad infiniti
movimenti, ambidue opere di J. Tintoretto, che seb-
bene giovanili, sole basterebbero ad assicurargli un
posto tra i primi ingegni. Sopra l’altar maggiore,
nei cinque quadri del Coro, sono pure di lui le cin-
que Virtù, come anche la morte che vien data a
s- Cristoforo (a destra), e la Visione di s. Pietro, con
angioletti, si al vivo dipinti, che sembrano volare. La