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Lazzari, Antonio [Ill.]
Itinerario interno e delle isole della citta di Venezia: inciso e descritto in IV parti — Venezia: Dalla Tipografia di Alvisopoli, 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.67272#0127

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DESCRIZIONE XXI11
CHIESA E SCUOLA DI. S. ROCCO

Dalla vicina piazza, e meglio, se cosi vuoisi. co-
me abbiam detto, dal Chiostro della prima descritta
Chiesa dei Frari si può passare a visitar questa di
s. rocco, della cui Cappella maggiore e delle due la-
terali fu architetto Mastro B. Buono l’anno 1490,
seguitate poi da Giovanni Scaljarotto.-. Bernardino
Mac aruzzi innalzò la facciata con suo poco onore,
soggetto di molte censure. Davidde, e s. Cecilia so-
no due statue, ai fianchi della porta, che onorano
Giovanni Marchiorì. A destra il quadro con 1’ An-
nunziazione è del TintcrettOi siccome di lui, dopo
il primo altare, il gran quadro colla Probatica Pi-
scina, e sopra s. Rocco in solitudine. La cappella
laterale alla maggiore mostra il Salvatore strascinato
da un carnefice, opera degna di Tiziano. Si tiene
in tal pregio, che venne imitata più volte, e fu qui
intagliata anche in marmo nel, pilastro dell’ aitar
maggiore. La mezza luna sopra mostra^ il Padre
Eterno fra gli Angeli di Andrea Schiavane. Nel-
P altro altare il s. Antonio di. Padova, è del. Trevi-
sani. Nella cappella maggiore, i quattro gran qua-
dri nel Coro colle azioni di s. Rocco, sono distinti
lavori del Tintoretto-. La cupola era già dipinta a
fresco dal Pordenone (di cui non si conservano che

alcuni puttini lateralmente) ma fu rinnovata da Giu-
seppe Angeli. Ricchissimo è Fallar maggiore di Ma-
stro B. Buono. Il parapetto, è intarsiato di fini la-
vori e pietre preziose; come in tr.e comparti è assai
bene dipinta la cassa ove chiudesi.il corpo del San-
to titolare di questa Chiesa. Le statue di s. Sebastia-
no, e s. Pantaleone furono, travagliate da Gio: Ma-
ria Mosca. Nell’ andito della Sagrestia si offre san
Sebastiano a fresco, eh’è del Pordenone-, e la sta-
tua del generale della Repubblica Pellegrino Bos-l-
li. Tra i due altari a destra, tornando in Chiesa,
sul. muro i profanatori del Tempio sono di G. A.
Fumiani-, sopra s. Martino e s. Cristoforo del Por-
denone, e s. Rocco del Tintoretto.
Di questo pittore, ch’era al salario della Scuola, e
che ^poscia ne divenne pur confratello, sono egual-
mente le pitture onde vedonsi con tanta profusio-
ne coperte le pareti nella Sala terrena nella scuola, I
la quale può reputarsi uno dei più grandiosi.sacri i
Monumenti della nostra Italia. Molti ne furono gli |
architetti, e tutti valentissimi, come lo Scarpagnino, '
Mastro B. Buono, Sante e Giulio fratelli Bombardo <
e il Sansovino. E per dir prima qualche cosa-della I-
facciata accenneremo ciré divisa in due ordini uno !
 
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