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PARTE QUARTA
DESCRIZIONE XXIX
ISOLA DI S. GIORGIO MAGGIORE
Vaga, e d’un effetto certamente mirabile, si sol-
leva dall’acque questa Isoletta, che divide la fronte
tra la Piazzetta e il Canal Grande, offrendo un
aspetto che solo il pennello coll’incanto dell’arte sua
potrebbe al vero rappresentare.
Grandiosa si offre la facciata della Chiesa, che
diede il nome a quest’isola, tutta di pietra d’Istria,
con quattro maestose colonne d' ordine composito,
sopra piedestalli con loro sopra-ornato e frontispi-
zio. Venne architettata da Andrea Palladio l’anno
1556, e compiuta il 1610 sotto la direzione dello
Se amozzi, che vi riformò qualche parte. Le due sta-
tue esternamente di san Giorgio e santo Stefano
sono di Giulio dal Moro. N’ hanno pure lateralmen-
te, fra le altre sculture, due ornatissimi tabernacoli
con i busti dei dogi Memmo e Ziani : il primo do-
nò quest’isola ai monaci di san Benedetto; il se-
condo se ne mostrò sempre fervido protettore.
La figura di questo tempio è a croce ; la sua lar-
ghezza è divisa in tre navate, e nelle due laterali
vi ha otto minori cappelle , quattro per parte. Un
bell’ordine di pilastri corinti! regge gli archi delle
navate laterali, e fa vaga corona a questa fabbrica,
d’una sorprendente bellezza per la semplicità degli
ornamenti e l’unità che risulta dall’armonia delle
parti. Entrando in Chiesa s’inalza tosto, sj>pra la
porta maggiore, il Monumento, col busto del doge
Leonardo Dona, che mori l’anno 1612. Del Vitto-
ria sono, ai lati, le statue in istucco degli Evan-
gelisti. Susseguono poscia altri Monumenti, come
quello (a fianco della porta maggiore) al procura-
tore Lorenzo Venier; l’altro (nell’andito in faccia
alla porta del coro), disegnato dal Longhena, al do-
ge Domenico Michiel: il busto è lavoro di Battista
Pagliari. Questo Deposito è stato rinnovato dai
Monaci di quest’isola nel 1657. Segue poi quello
al procuratore Vincenzo Morosini; e l’altro al do-
ge Marc’ Antonio Memmo. È poiché parliamo di
opere di scultura, ci piacerà osservare il Crocifisso
in legno che serve di pala al secondo altare, il qua-
le si reputa del Michelozzi, di così eccellente la-
voro, che il Bottari osò dire poter reggere al con-
fronto di una scultura del Buonarotti.
Venendo alle pitture, la pala sul I altare , colla
Nascita di Nostro Signore, è diligente opera di I
Bassano. II Martirio di alcuni Santi. III Maria
Vergine incoronata, ambedue pale di J. Tintoret-
to ; di cui è pure nella Cappella maggiore la Cena
PARTE QUARTA
DESCRIZIONE XXIX
ISOLA DI S. GIORGIO MAGGIORE
Vaga, e d’un effetto certamente mirabile, si sol-
leva dall’acque questa Isoletta, che divide la fronte
tra la Piazzetta e il Canal Grande, offrendo un
aspetto che solo il pennello coll’incanto dell’arte sua
potrebbe al vero rappresentare.
Grandiosa si offre la facciata della Chiesa, che
diede il nome a quest’isola, tutta di pietra d’Istria,
con quattro maestose colonne d' ordine composito,
sopra piedestalli con loro sopra-ornato e frontispi-
zio. Venne architettata da Andrea Palladio l’anno
1556, e compiuta il 1610 sotto la direzione dello
Se amozzi, che vi riformò qualche parte. Le due sta-
tue esternamente di san Giorgio e santo Stefano
sono di Giulio dal Moro. N’ hanno pure lateralmen-
te, fra le altre sculture, due ornatissimi tabernacoli
con i busti dei dogi Memmo e Ziani : il primo do-
nò quest’isola ai monaci di san Benedetto; il se-
condo se ne mostrò sempre fervido protettore.
La figura di questo tempio è a croce ; la sua lar-
ghezza è divisa in tre navate, e nelle due laterali
vi ha otto minori cappelle , quattro per parte. Un
bell’ordine di pilastri corinti! regge gli archi delle
navate laterali, e fa vaga corona a questa fabbrica,
d’una sorprendente bellezza per la semplicità degli
ornamenti e l’unità che risulta dall’armonia delle
parti. Entrando in Chiesa s’inalza tosto, sj>pra la
porta maggiore, il Monumento, col busto del doge
Leonardo Dona, che mori l’anno 1612. Del Vitto-
ria sono, ai lati, le statue in istucco degli Evan-
gelisti. Susseguono poscia altri Monumenti, come
quello (a fianco della porta maggiore) al procura-
tore Lorenzo Venier; l’altro (nell’andito in faccia
alla porta del coro), disegnato dal Longhena, al do-
ge Domenico Michiel: il busto è lavoro di Battista
Pagliari. Questo Deposito è stato rinnovato dai
Monaci di quest’isola nel 1657. Segue poi quello
al procuratore Vincenzo Morosini; e l’altro al do-
ge Marc’ Antonio Memmo. È poiché parliamo di
opere di scultura, ci piacerà osservare il Crocifisso
in legno che serve di pala al secondo altare, il qua-
le si reputa del Michelozzi, di così eccellente la-
voro, che il Bottari osò dire poter reggere al con-
fronto di una scultura del Buonarotti.
Venendo alle pitture, la pala sul I altare , colla
Nascita di Nostro Signore, è diligente opera di I
Bassano. II Martirio di alcuni Santi. III Maria
Vergine incoronata, ambedue pale di J. Tintoret-
to ; di cui è pure nella Cappella maggiore la Cena