LA FACCIATA DI SAN LORENZO IN FIRENZE
261
dalle opere del Brunelleschi, mostrano nell’autore una
buona assimilazione di quel sentimento che fu proprio
al grande innovatore fiorentino. Forse, dando minore
profondità ai protiri dinanzi alle tre porte, e togliendo
i bassorilievi e i medaglioni con gli evangelisti, il
tipo brunelleschiano, dove non vediamo mai risaltare
i cornicioni sui capitelli, nè'troviamo esempio di quei
curiosi pilastri a mensole binate e con una grande for-
mella quadrata in basso, che sono di concezione tutta
moderna ; mentre la decorazione della lunetta sopra
Fig. 18 — Concorso 1900. Progetto (n. 56) del prof. Edoardo Collamarini
Lusini avrebbe dato alla sua facciata anche maggiore
armonia.
L’architetto Cesare Bazzani nel progetto n. 26 (fig. 13)
si attiene all’ordinamento che abbiamo lodato nei lavori
precedenti, mentre nel progetto n. 25 (fig, 14) adotta il
partito di un ordine unico nei due piani inferiori. In
ambedue egli ha voluto togliere importanza alle alette
delle cappelle, coprendole di semplice intonaco, ma con
innovazione poco felice e in contrasto col rivestimento
del fianco che è tutto a pietra squadrata. Di più egli
ha adoperato stemmi e file di stemmi di forma trecen-
tistica, mentre la grande iscrizione sopra la porta mag-
giore ricorda troppo i monumenti del Seicento romano.
In tutti i modi, egli ha saputo mescolare questi ele-
menti eterogenei con molto buon gusto e i progetti
si presentano assai simpaticamente.
Il progetto n. 33 del prof. Guglielmo Calderini,
(fig. 15), nella struttura generale è forse il più chiaro e
il più armonico di quanti furono ammessi al concorso.
Però le forme decorative escono completamente dal
la porta maggiore, derivata dal San Bernardino di Pe-
rugia, non trova nella forma e_nel carattere riscontri
a Firenze. Il prof. Calderini aveva pure presentato altri
due progetti, nei quali, e specialmente nel n. 31, ap-
parivano notevoli pregi.
L’ing. Luigi Caldini, preoccupato di nascondere le
alette delle cappelle, ha nei suoi progetti 11. 47 e n. 48
(fig. 16 e 17) portato avanti il corpo delle tre navi,
adoperando un ordine unico pei due piani inferiori e
dando ai pilastri di quest’ordine — allo scopo di
accorciarne l’eccessiva lunghezza — piedistalli, che
non hanno riscontro nell’arte del Brunelleschi. Nel di-
segno n. 47 sono anche inutili quelli archi ciechi in
alto, delle navi laterali, e poco simpatiche, per quanto
derivate dalla decorazione interna del monumento,
quelle due nicchie che fiancheggiano l’arco centrale.
Anche qui la cornice di ricorso risalta sui pilastri,
ciò che non avviene nel n. 48, ispirato a una eccessiva
semplicità, che non corrisponde alla distribuzione in-
terna dell’edifizio.
L'Arte. IV, 34.
261
dalle opere del Brunelleschi, mostrano nell’autore una
buona assimilazione di quel sentimento che fu proprio
al grande innovatore fiorentino. Forse, dando minore
profondità ai protiri dinanzi alle tre porte, e togliendo
i bassorilievi e i medaglioni con gli evangelisti, il
tipo brunelleschiano, dove non vediamo mai risaltare
i cornicioni sui capitelli, nè'troviamo esempio di quei
curiosi pilastri a mensole binate e con una grande for-
mella quadrata in basso, che sono di concezione tutta
moderna ; mentre la decorazione della lunetta sopra
Fig. 18 — Concorso 1900. Progetto (n. 56) del prof. Edoardo Collamarini
Lusini avrebbe dato alla sua facciata anche maggiore
armonia.
L’architetto Cesare Bazzani nel progetto n. 26 (fig. 13)
si attiene all’ordinamento che abbiamo lodato nei lavori
precedenti, mentre nel progetto n. 25 (fig, 14) adotta il
partito di un ordine unico nei due piani inferiori. In
ambedue egli ha voluto togliere importanza alle alette
delle cappelle, coprendole di semplice intonaco, ma con
innovazione poco felice e in contrasto col rivestimento
del fianco che è tutto a pietra squadrata. Di più egli
ha adoperato stemmi e file di stemmi di forma trecen-
tistica, mentre la grande iscrizione sopra la porta mag-
giore ricorda troppo i monumenti del Seicento romano.
In tutti i modi, egli ha saputo mescolare questi ele-
menti eterogenei con molto buon gusto e i progetti
si presentano assai simpaticamente.
Il progetto n. 33 del prof. Guglielmo Calderini,
(fig. 15), nella struttura generale è forse il più chiaro e
il più armonico di quanti furono ammessi al concorso.
Però le forme decorative escono completamente dal
la porta maggiore, derivata dal San Bernardino di Pe-
rugia, non trova nella forma e_nel carattere riscontri
a Firenze. Il prof. Calderini aveva pure presentato altri
due progetti, nei quali, e specialmente nel n. 31, ap-
parivano notevoli pregi.
L’ing. Luigi Caldini, preoccupato di nascondere le
alette delle cappelle, ha nei suoi progetti 11. 47 e n. 48
(fig. 16 e 17) portato avanti il corpo delle tre navi,
adoperando un ordine unico pei due piani inferiori e
dando ai pilastri di quest’ordine — allo scopo di
accorciarne l’eccessiva lunghezza — piedistalli, che
non hanno riscontro nell’arte del Brunelleschi. Nel di-
segno n. 47 sono anche inutili quelli archi ciechi in
alto, delle navi laterali, e poco simpatiche, per quanto
derivate dalla decorazione interna del monumento,
quelle due nicchie che fiancheggiano l’arco centrale.
Anche qui la cornice di ricorso risalta sui pilastri,
ciò che non avviene nel n. 48, ispirato a una eccessiva
semplicità, che non corrisponde alla distribuzione in-
terna dell’edifizio.
L'Arte. IV, 34.