DOI issue:
Fasc. 5
DOI article:Gavini, Ignazio Carlo: Santa Maria Assunta in Assergi, [1]
DOI Page / Citation link: https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0376
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IGNAZIO CARLO G A VINI
sacristia, dove il sostegno isolato è uno solo, per scompartire la vòlta in quattro crocere.
Ma queste colonne attirano sopra ogni altro la nostra attenzione. Sono press’a poco della
Rapporto da i : 231
medesima altezza, ma informi e irregolari, tanto che ci rimandano il pensiero ad un’arte
veramente primitiva. I fusti di pietra spiccano dal suolo senza base, e sono per lo più
rotondi o quadrati ; a metà prendono la forma ottagonale, quando non conservano la forma
cilindrica, per terminare quadrati sotto un lastrone o capitello di una semplicità e di una
rozzezza tutta particolare. Le poche linee dei primi due capitelli verso l’ingresso ricordano
molto malamente col loro pulvino i capitelli cubiformi dell’architettura romanza. Gli altri
consistono in un semplice lastrone, talvolta grossolanamente intagliato a dentelli
ineguali, grande quanto basta a reggere il peduccio della vòlta. Uno di questi
è rimarchevole per l’iscrizione che si legge incavata su due facce in carat-
teri latini:
ALDO PR ET MONAffl.
Se si volesse tentare un’incompleta ricostruzione della chiesa del xn se-
colo, evidentemente la cripta si do-
vrebbe dichiarare la parte più ben con-
servata, giacché, tolto l’altare, nulla
troviamo che disturbi l’antichità sua.
Non possiamo però dire la stessa cosa
della chiesa di sopra. Qui rimangono
le sei robuste colonne e le otto arcate;
ma tutto il rimanente ha subito radi-
cali trasformazioni nei successivi tempi,
sicché della sua antica impronta quasi
nulla rimane. La facciata posteriore,
come dicemmo avanti, ha per noi un
Assergi, S. Maria Assunta. Disegno della facciata anteriore linguaggio più esteso, giacché la sua
Rapporto di 1: 231 costruzione, mettendo a nudo gran
IGNAZIO CARLO G A VINI
sacristia, dove il sostegno isolato è uno solo, per scompartire la vòlta in quattro crocere.
Ma queste colonne attirano sopra ogni altro la nostra attenzione. Sono press’a poco della
Rapporto da i : 231
medesima altezza, ma informi e irregolari, tanto che ci rimandano il pensiero ad un’arte
veramente primitiva. I fusti di pietra spiccano dal suolo senza base, e sono per lo più
rotondi o quadrati ; a metà prendono la forma ottagonale, quando non conservano la forma
cilindrica, per terminare quadrati sotto un lastrone o capitello di una semplicità e di una
rozzezza tutta particolare. Le poche linee dei primi due capitelli verso l’ingresso ricordano
molto malamente col loro pulvino i capitelli cubiformi dell’architettura romanza. Gli altri
consistono in un semplice lastrone, talvolta grossolanamente intagliato a dentelli
ineguali, grande quanto basta a reggere il peduccio della vòlta. Uno di questi
è rimarchevole per l’iscrizione che si legge incavata su due facce in carat-
teri latini:
ALDO PR ET MONAffl.
Se si volesse tentare un’incompleta ricostruzione della chiesa del xn se-
colo, evidentemente la cripta si do-
vrebbe dichiarare la parte più ben con-
servata, giacché, tolto l’altare, nulla
troviamo che disturbi l’antichità sua.
Non possiamo però dire la stessa cosa
della chiesa di sopra. Qui rimangono
le sei robuste colonne e le otto arcate;
ma tutto il rimanente ha subito radi-
cali trasformazioni nei successivi tempi,
sicché della sua antica impronta quasi
nulla rimane. La facciata posteriore,
come dicemmo avanti, ha per noi un
Assergi, S. Maria Assunta. Disegno della facciata anteriore linguaggio più esteso, giacché la sua
Rapporto di 1: 231 costruzione, mettendo a nudo gran