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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 6
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Calzini, Egidio: La galleria annessa all' Istituto di belle arti di Urbino
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0449

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LA GALLERIA D'URBINO

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che la disse opera insigne e
la stimò quindicimila lire. La
parte più bella del dipinto è
costituita dai ritratti dei devoti
posti in fondo al quadro, di
una grande verità ed eviden-
za. 1 Alcune teste di donna,
fra i devoti, ricordano alcune
figure muliebri che il Barocci
dipinse nel grande quadro che
va sotto il nome di Madonna
del Popolo, ora agli Uffizi.

Dello stesso artista pos-
siede la galleria di Urbino
altre opere di minor conto :
una Crocifissione, due Angioli,
un Eterno Padre, un ritratto
del maestro che, benché assai
deperito, rivela la sua mano,
e due cartoni figuranti due
vescovi seduti, al naturale ed
in atto di scrivere sur un li-
bro. L’enorme altezza in che
sono stati posti non rende
possibile lo studio di queste
due ultime figure, le quali do-
vrebbero essere collocate più
vicino e insieme con tutte le
altre opere del Barocci, compresi i disegni e i pastelli relegati nel Museo delle maioliche
antiche.

* * *

La scuola baroccesca non è pur troppo largamente rappresentata nella Galleria urbinate.
Vi si ammira soltanto una Deposizione dalla Croce di Antonio Viviani, detto il Sordo, e
varie tele di Alessandro Vitali, del quale si vedono, qua e là sparsi, bozzetti toccati con
molta bravura 2 e quadri di molto pregio ; come, ad esempio, la tela ch’era in Sant’Agata,
con la figura di questa santa, e per cui l’artista richiama l’attenzione del visitatore per la
vivacità del colore e giunge nell’ incarnato roseo della giovine martire ad una sincerità e
verità di tinte piuttosto rare ne’ seguaci del Barocci.

Non so comprendere perchè mai non si pensi da alcuno ad arricchire la galleria con
opere del mentovato Viviani'— il pittore che non manca della propria nota personale: una
tavolozza robusta e limpida —; del Cimatori; del valoroso Claudio Veronesi; del Cialdieri
e di altri della scuola baroccesca, della cui produzione, senza varcare le mura della città, si
hanno saggi degni e relativamente copiosi nella patria dell’illustre caposcuola.

Ripenso con desiderio anche alle pregevoli tele baroccesche che si trovavano nelle chiese

Fig. 22 — Busto d’autore ignoto del sec. xv - Urbino, Palazzo Ducale
(Fotografia Alinari)

1 Rappresentano uomini e donne della Compagnia
della Concezione, il cui altare nella chiesa di San
Francesco possiede ora una copia del bel quadro pas-
sato in galleria.

Narra il. Bellori che il quadro della Concezione era

stato dipinto a guazzo, e che il Barocci, negli ultimi
anni di sua vita, lo ridipinse a olio « perchè andava
a male ».

2 II quadretto rappresentante la Visita di Santa
Elisabetta ha tutti i caratteri del maestro.
 
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