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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 6
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0486

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426

MISCELLANEA

stiranti perfettamente m. 0.36, come la terracotta da
me acquistata.

Non sia inutile notare come fra Mattia avesse già
a Ripatransone, nella chiesa ora rimpicciolita della
SS. Annunziata, un altare il quale andò rovinato
nel 1700 circa. Di esso facevano parte, con altri 29

Fra Mattia Della Robbia : La Cena
(Proprietà del signor Astolfi di Macerata)

frammenti rimasti, i suddetti tre quadri che presen-
tano : l'Annunciazione, VAdorazione dei Magi e la Di-
sputa coi dottori.

La mia Cena proviene da una vecchia casa colo-
nica, in contrada Madonna del Monte, ove stava mu-
rata sopra una porta. A pochi chilometri di là è
Montecassiano, dove tuttora si ammira un altare dello
stesso fra Mattia compito nel 1527, dinanzi al quale,
giusta documenti, disse anche messa.

Macerata, novembre 1901.

Carlo Astolfi.
Notizie di Puglia.

Per i nostri monumenti. Ciò che si scrive e

ciò che non si fa. — Le mie parole dell’ultimo cor-
riere sono state in Puglia un po’ fraintese, credendosi
che si volesse attaccare d'insufficienza in genere tutti
i suoi ispettori ai monumenti, il che in verità era in-
sussistente. Pure, in loro difesa è voluto sorgere il
valoroso ing. L. S.ylos con un articolo: « Per la tutela
dei monumenti pugliesi » nella Puglia tecnica del
15 agosto ultimo scorso, nel quale poi in molte cose
il Sylos è con me d’accordo.

Però tra gli altri canonici ispettori egli loda molto
la capacità e lo zelo del Chierico di Altamura, fra i
cui meriti vi ha un opuscolo, Il duomo di Altamura,
il quale è tuttora citato come testo. Orbene, nel fa-
scicolo di settembre ultimo scorso della Rassegna Pu-
gliese del Vecchi di Trani trovasi un articolo riflet-
tente appunto Altamura, di certo Tito Vespasiani, in-

segnante nelle scuole secondarie di Altamura, ed in
questo articolo tra le altre cose si dichiara, citando
dal Chierico, la cattedrale fatta costruire da Fede-
rico II (1232) e si discorre della porta principale
tutta scolpita ad alti e bassorilievi, con gli stemmi
svevo-angioini, di stile gotico-bizantino, dell’ambone,
opera monumentale del tempo svevo, che conservasi
nella biblioteca, e di simili altre... amenità. Il Vespa-
siani ed il suo maestro, dalla cui voce si possono
sentire questi giudizi, quando si vuole, ignorano che
il duomo attuale di Altamura non ha forse più niente
della chiesetta voluta dall’ Hohenstaufen nella citta-
dina da lui rifondata, e forse anche assai'poco della
costruzione angioina dello stesso secolo xm; ignorano
che la porta non può essere anteriore, a dir molto,
alla seconda metà del secolo xiv, che stemmi svevi
non ne esistono; che l’ambone, anziché appartenere
all’età sveva, non può essere anteriore al secolo xv;
che infine delle pergamene d’Altamura (che l’archi-
vista Chierico, non sapendo leggere, ha sempre ten-
tato d’impedire agli altri di studiare), non se ne con-
serva dell’età sveva che una sola, già edita. Purtroppo
s’è avuto ragione di rispondere al Sylos nella Puglia
tecnica del rs settembre ultimo scorso che « fino a
quando non prevarrà una sincerità maggiore, e non
si finirà dal dare sfogo a piccole ambizioni e a com-
pensi elettorali, nominando ad ispettori dei monu-
menti e scavi persone assolutamente nulle e addirit-
tura analfabete per tutto quanto si riferisce alla storia
del nostro paese, ed in ispecie alla storia artistica
della regione pugliese, gli sconci lamentati non ces-
seranno ». Il Sylos nella replica dà notizie interessanti
intorno agli sforzi fatti dal canonico D’Aniello, ispet-
tore di Canosa fin dal '97, per condurre a termine un
progetto completo di restauro della chiesa di San Sa-
bino, il quale, pur trovandosi nelle buone mani del-
l’ingegnere Malcangi, continua ad essere molto di là
da venire ; e intanto l’ambone e la cattedra vescovile
son sempre in frantumi, ed il Mausoleo di Boemondo
è nello stesso stato di prima.

Ma, a parte questo, La Puglia tecnica, cominciata
a stampare da un anno dalla coraggiosa casa editrice
Laterza di Bari, e diretta dal medesimo Sylos, è un
periodico quindicinale fatto assai bene, che tra gl’in-
teressi e i problemi della ingegneria pugliese e le
questioni tecniche più vitali della Puglia ha voluto com-
prendere quelle dell’arte nostra, sia antica che mo-
derna, trattandole con serietà e competenza. Infatti
fin dal I fascicolo il Sylos medesimo cominciò a scri-
vere «Lina pagina della storia dell’architettura in Terra
di Bari», occupandosi dell’architetto Luigi Castel-
lucci, nato e morto a Bitonto (1798-1877), che fu uno
dei più valorosi rappresentanti della scuola napole-
tana di Francesco Saponieri, però bitontino egli pure
(n. 1788), che aveva studiato presso il Pensionato di
Roma, al quale andò a studiare il Castellucci mede-
 
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