Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc. 1
DOI Artikel:
Venturi, Adolfo: Le Vele d'Assisi
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0071

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
34

ADOLFO FENTURI

Gaddi, e dal conte Giorgio Vitzthum a Bernardo Daddi (V. la Monografia su quest’artista,
Leipzig, Hiersemann, 1905).

Ora tra tutti questi dipinti e gli affreschi di Assisi, che abbiamo designato come opera
del convenzionale, ieratico, compassato maestro oblungo corre qualche rapporto: si confrontino
ad esempio alcuni dei militi che si vedono nella Crocifissione sull’ala destra del trittico di
Berlino e nel martirio di San Paolo alla sagrestia vaticana con gli altri della Strage degl’Inno-
centi sulla volta a botte di Assisi; le due donne nella Crocifissione di San Pietro con le
altre coppie di donne nell’affresco del miracolo della fanciulla caduta dall’alto e salvata; il
tipo della Vergine bendata nel trittico di Berlino con quello della Castità entro la finestra
della torre in una delle quattro vele. Però le somiglianze non sono così grandi da farci con-
chiudere per l’identità tra Bernardo Daddi e il maestro oblungo, più compassato ancora,
meno chiaroscurato e men vivo. Simiglianze si notano ancora ne’ vecchioni che assistono
alla lapidazione di Santo Stefano in Santa Croce, affresco di Bernardo Daddi, con i sacerdoti
de’ giudei rappresentati ad Assisi nella vita del Cristo; ma in quelle e nelle altre figure è
un’animazione sempre estinta nel maestro oblungo, affine sì, ma non identificabile per ora con
Bernardo Daddi. Intanto ci basta di avere tolto a Giotto ciò che si ammira universalmente
come opera del suo genio. Separare da lui ciò che appartiene a minori maestri significa pre-
pararci a conoscerne più intimamente la potenza creatrice. Pochi anni fa rivendicammo a
Giotto la cappella della Maddalena in Assisi, assegnata a’ suoi scolari ; ora a questi ascri-
viamo ciò che a Giotto non appartiene. E come gli affreschi delle quattro vele e del braccio
destro della crociera ci fanno pensare a due discepoli, che seguirono Giotto a Padova e for-
sanco a Firenze ; così la pala della sagrestia vaticana ci ha fatto pensare principalmente a
Bernardo Daddi ; l’ancona ascritta a Giotto nella pinacoteca di Bologna, in parte ci richiama
il suo cooperatore Pacino Buonaguida; l’altra dell 'Incoronazione in Santa Croce, con la firma
apocrifa di Giotto, ci fa ricorrere col pensiero ad altro suo seguace. Di ciò diremo altra volta,
persuasi che il genio di Giotto apparrà viemeglio nel suo fulgore, come oro purissimo libe-
rato dalle sabbie.

Adolfo Venturi.
 
Annotationen