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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 2
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Ohlsen, F. Y.: I bassorilievi nei sacrofagi in Roma (metá del IV, fine del V secolo): saggio di classificazione cronologica basata sill'analisi tecnica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0125

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1 BASSORILIEVI NEI SARCOFAG1 IN ROMA

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sia stata apposta posteriormente : una volta, perchè tale scoperta non è avvalorata da alcun
fatto storico, e poi perchè la composizione delle singole scene e l’architettonica distribu-
zione dell’insieme si ricollegano non solo coi sarcofagi del gruppo vaticano, ma ancora cogli
avori del v secolo.1 Se l’esecuzione è migliore sul sarcofago di Giunio Basso che su molti
altri, lo spostamento di quello non implicherebbe lo spostamento di questi. Tale superiorità è
stata però esagerata: il n. 174 Lat. cr. ad esempio, gli sta degnamente a lato e gli sarà
quindi coevo, nè è inferiore il sarcofago delle Muse alla Villa coelimontana, che pure ricorda
i sarcofagi ravennati fra Teodosio (392) e Giustiniano e di cui ! arco già s’avvicina all’arte
orientale del medio evo, e che io invece inclino ad anticipare, insieme col sarcofago cen-
trale del giardino Colonna. Quelle grandi statue
quasi di tutto tondo, sporgenti più che rac-
chiuse da un portico dall’ architettura esu-
berante, tanta monumentalità fastosa nella
linea e nel chiaroscuro ... tutto ciò è romanis-
simo. Se nei capitelli di villa Mattei s’infiltra
il cardo minuto in luogo dell’acanto largo, ciò
non m’insospettisce più sulla romanità del
monumento, che, per esempio, il grifo assiro
del sarcofago nel pronao di San Saba. In ge-
nere, ai motivi è stata data troppa importanza.

Motivi orientalizzanti ci sono stati sempre,
anche nell’ arte ellenistica. Invece rotondità
come quelle delle statue suddette, castigatezza
di disegno come nel grifo assiro, ecc., sono
qualità ben più determinanti. Se il genere
minuto — per esempio, gli avori ed anche i
sarcofagi di dimensioni modeste — si man-
tengono di una relativa perfezione ancora a
lungo, le grandi superficie sono vinte a stento.

Non accade anche oggi che ai giovani delle
accademie dia più da fare un nudo grande
al vero che non una macchietta? È una delle
ragioni dell’inferiorità delle figure ornamen-
tali dell’arco di Costantino a molte opere con-
temporanee e posteriori. Figure di grandi pro-
porzioni tipiche per la scultura sul passaggio
dal iv al v secolo sono: i° via Monserrato, 20, scale dal g° al io0 pianerottolo, framm. : due
giovani (satiri?) con grappoli in mano; z° Santa Petronilla, pronao, parete dirimpetto all’in-
gresso dello scalone, frammento di grande composizione, forse di sarcofago, scena bacchica?

Certo, alcuni monumenti rimangono ancora controversi: quali i mausolei di Sant’Siena
e di Costantina. La impossibilità quasi assoluta di confronti materiali ci costringe a ricorrere a
delle analogie stilistiche. Ora, per il primo — come dissi a pag. 3 — ne ho trovate (oltre che
sulla base di Antonino e Faustina nel cortile della Pigna in Vaticano già notata da altri) sui
sarcofagi n. 49 Belvedere Vaticano e n. io Museo Ludo visi, entrambi probabilissimamente
della fine del III secolo. Il sarcofago di Costantina invece per la composizione è coevo alla tra-
dizione. Pure il fatto che questi due sarcofagi sorgano unici per materiale e mole in mezzo
a tutta la schiera de’ monumenti funerari romani, mi fa esitare nel disgiungerli cronologi-
camente. Non pare di leggervi l’idea unica di un’unica personalità?

In quanto alle parti laterali vedi nota 6, pag. 84.
 
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