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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 2
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Ohlsen, F. Y.: I bassorilievi nei sacrofagi in Roma (metá del IV, fine del V secolo): saggio di classificazione cronologica basata sill'analisi tecnica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0128

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QO

F. Y. OHLSEN

consultato anche gli altri fattori storico-artistici, quali sono i costumi, le anni, Xepigrafia,
Yiconografia. Pure dovetti ben presto persuadermi della fragilità di questi correttivi e come
ad essi non si debba ricorrere se non come a salvataggi estremi in caso di naufragio.

Tanto più utile è la moda ai nostri studi, quanto più umilmente vien servita da un’arte
che — senza preoccupazioni di stile o di decoro — riproduce ingenuamente, amorosamente
ogni minimo dettaglio che il modello le offre: Varie verista. Sicché in genere troviamo più
solido appoggio nei ritratti che non nelle figure storiche o mitiche. Ma ritratti nel senso

aH’t{A«Tiov greco, che offre il vantaggio del sinus a sostegno della destra. Dai primi del
secolo iv in poi diventa frequente la contabulatio [uno de’ primi esempi si trova sulle scale
di Via Monserrato n. 20] dapprima propria dei personaggi di riguardo, poi comunissima.
Finalmente nel V secolo viene in uso l’incrocio de’ due lembi contabulati (un esempio al
boschetto privato di villa Pamphilj) rarissimo però nell’arte.

Per le donne sono sintomatici i gioielli che, quanto più s’avanza il tempo, tanto più
assumono delle forme bizantineggianti [esempio: ricco pettorale al Lat. cr. 211 che ricorda
quello di Teodora a Ravenna] e che indicano, oltre alla varietà dell’epoca, anche quella
del rango. Le qualità della donna pubblica così son chiare sur un monumento inedito che
trovai presso Sant’Urbano: toga e gran nastro in capo.

Più valido è l’ausilio offertoci dalle acconciature dei capelli : chè la numismatica ci pre-
senta dei termini di paragone indiscutibili, portando accanto ad un tipo tonsurale un nome,
una data. E quel tipo non è casuale: è l’imperatore, l’imperatrice che lo porta— il che è
quanto dire V arbiter elegantiarum. Ben inteso che a quest 'arbitrio si sottraggono le classi
inferiori, libere dai vincoli dell’etichetta, e che pure costituiscono il più forte contingente
de’ proprietari dei nostri sarcofagi. Anche la società fra Trajano e Costantino Magno oscilla
tra il tipo imberbe romano de’ primi due secoli e la barba orientale. Certo è però che non
esistono i soli baffi, che si son voluti appiccicare a Costantino, e che nel IV secolo, le
persone più a modo preferiscono abbandonarsi incondizionatamente al barbiere [esempio,
Lat. cr. 104, 189, 184, 179, 175, ecc.], infatti gl’imperatori dopo Costantino, sulle monete,
compaiono imberbi.

Delle teste femminili poi quasi il novanta per cento s’inchinano più alla dea Modestia
o... Economia, che non al capriccio dell’imperatrice: e quelle imponevano i capelli bipartiti

immediato della parola, cioè l’effige del
personaggio presa per sé sola, sono rari :
per esempio, in quella composizione ste-
reotipica che si è chiamata Recitatio,
Vhomo literatus è involto invariabilmente
in toga fusa o in drappeggi di cui spesso
l’artefice medesimo non avrebbe saputo
precisare il taglio. L’ambiente eliseo spo-
glia d’ogni traccia di personalità anche
i mortali. Così pure le donne, oltre a quelle
literatae, sono idealizzate — il Kegtò; cir-
confondendo la testa a mo’ di Nò; — e
persino nei ritratti realistici mostrano
un certo négligé voluto: la semplice tu-
nica intima è obbligata a scivolare al-
quanto da una spalla, denudando parte
del petto.

Motivo analogo al Mausoleo di Costantina
Studio Canova. Frammento

Non ci rimane che Vimago clypeata vi-
rile. La solennità della situazione vi ri-
chiede la toga. Dapprima fusa, più tardi
si restringe sempre più, avvicinandosi
 
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