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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 2
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Bernardini, Giorgio: La quadreria Sandor Lederer a Buda-Pest
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0145

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io6

GIORGIO BERNARDINI

Viene poi una mezza figura di Cleopatra, effigiata nell’atto di darsi la morte con l’aspide
che si applica al petto. Essa è nuda e solo una bianca camicia le copre una parte del seno.

Un critico illustre crede poterla ascrivere al Rosso; ma questo maestro, nelle cui opere
predomina il colore del suo nome, senza essere così eccessivo come il Puligo, fa i contorni
delle figure assai deboli e il modellato scarso, talora quasi piatto: non vedo nel dipinto vere
note specifiche per dichiarare se gli si può assegnare ; però non posso essere assolutamente
avverso a siffatta opinione, tanto più che fino ad un certo punto vi si riscontrano i carat-
teri indicati, meno il colore rosso.

Ritengo giusta l’assegnazione che si fa al Beccafumi di una piccola Sacra Famiglia,
nella quale è ritratta la Vergine, il Putto e Santa Chiara. I contorni evanescenti delle membra,
il modellato senza vigore, le pieghe degli abiti poche, non molto profonde e leggermente
tondeggianti lo dicono abbastanza. Questo dipinto si trovava già nella collezione Habich.

Un illustre critico ascrive al Brescianino una mezza figura di Santa su fondo verde chiaro.

* * *

Venendo a fare un cenno rapido di alcuni dipinti appartenenti ai secoli XVII e xviii,
osserverò che mi par esatta l’assegnazione a Pietro di Cortona di uno Sposalizio di Santa
Caterina, come lo indicano le forme tondeggianti, le guancie rilevate, il colore azzurro chiaro
del manto, certe pieghe serpeggianti, piuttosto in rilievo.

Sebbene alquanto debole di modellato, pure troviamo la espressione di affetto materno
in una Madonnina, che tiene il Divin Figliuolo amorosamente in braccio, di Elisabetta Si-
rani, dipinta nel 1663, ricordata dal Malvasia nell’elenco delle opere dell’artefice, eseguita,
come ella soleva, nella maniera di Guido Reni suo maestro.

In una mezza figura di Santa a mani giunte taluno ravvisa l’arte di Giovanni Battista
Tiepolo (fig. io): io credo che sia fatta nello stile del grande Maestro, in specie per la
luminosità e la trasparenza dei colori, e credo poterla ascrivere al suo pennello; quantunque
le sue opere mostrino di solito maggior alternativa tra la luce e le ombre.

^ ^ ^

Dal cortese proprietario son venuto a conoscere che il giovine Lionello Venturi rico-
nobbe la mano del pittore spagnuolo Morales in un Ecce Homo ; ed io non posso che asso-
ciarmi ad esso in questo giudizio : le carni olivastre, quasi verdognole, il manto di color
rosso vivo, la corona di spine di verde chiaro, la forma degli occhi, il tipo di questa piccola
mezza figura, un certo religioso sentimento di mestizia, che non è vero dolore fisico, il
modellato alquanto deficiente, le membra mingherline, depongono in favore di simile modo
di vedere. Troviamo poi anche una certa affinità fra questo e l’altro Ecce Homo della Gal-
leria Corsini di Roma.

Tra le opere di questo Maestro ne ricordo una della Galleria di Pavia al n. 57, in cui
è effigiata la Vergine e il Divin Figliuolo, dal catalogo assegnato a Jan Mostaert. Il qua-
dretto del signor Lederer è da attribuire all’ultima maniera deH’artefice, in cui ricorda i
maestri fiamminghi : ma possiamo tuttavia supporre che nel primo periodo dell’arte sua
cercasse di imitare in una certa misura gli elementi grandiosi dei maestri fiorentini, e non
fosse interamente sordo alla gran voce di Michelangelo.

Troviamo esposto in queste sale anche un baccanale di Jan van Balen, manifestamente
ispirato da quello di Tiziano, che si ammira nel Museo di Madrid, ma non vi mancano varianti.

In questa raccolta vi sono pure alcuni olandesi, e prima di tutti mi piace ricordare un
bel paesaggio di Jan van Goyen, eseguito nella sua prima maniera. Vi sono rappresentati un
canale con una barca e due figurine, circondato da alberi e case, traversato da un ponte,
e un cavaliere e un uomo a piedi nella strada che dà accesso al ponte.

Un critico osserva, che in un paese in cui l’acqua è l’elemento predominante, van Goyen
seppe dare ai canali, ai fiumi, un posto importante nella pittura, e destare una viva emozione
 
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