DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:Miscellanea
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138
MISCELLANEA
Benevento e nella più lontana Capila all’ombra pro-
tettrice dell’ Episcopio e del Palazzo ducale degli ul-
timi principi longobardi, donde i ricercati prodotti
arrivavan presto a Troia.
Ma era dallalcostiera d’Amalfi e Salerno, dalla Ba-
dia di Cava, o da quella di Montecassino, da Napoli
e ancora di più da Roma, donde il vescovo troiano
Guglielmo I aveva ritirate nei primi anni del secolo xii
le reliquie dei Santi Secondino e Marciano, che veni-
vano gli articoli più pregiati, e poi anche di più lon-
tano, dalla Sicilia, dove l’arte bizantina erasi dispo-
sata a quella araba, e da Venezia, altro ponte "di
passaggio a scambi reciproci fra 1’ Oriente e 1’ Occi-
dente, fra il Sud e il Nord d’ Europa.
L’ icona della Vergine dal nimbo d’oro e dalle
decorazioni argentee, donata dal vescovo Guglielmo II
il ii 12, i due palli d’altare e le due verghe pastorali
del ii 15, una tutta d’avorio e l’altra con ornamenta-
zioni d’oro e pietre preziose, la scodella d’argento e
la tunica purpurea del 1116, la cappa, la stola ed il
manipolo a frisi d’oro del 1118, la dalmatica frisata e
i due scrigni'eburnei del 1120, i due candelabri ar-
gentei con due vasetti di cristallo e d’avorio col pallio
dai grandi angeli coi nimbi d’oro dell’anno seguente
provenivano appunto da tutti questi mercati, e furono
il primo nucleo del sacro tesoro, che il pio e forte
vescovo venne arricchendo negli anni successivi. È
del 1124 un i cappa di diaspro a grandi tasselli figu-
rati, del 1126 una grande croce processionale e del-
l’anno dopo una ricca icona con le sculture degli
apostoli Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni, del 1128
preziose ampolline di cristallo e dell’anno dopo un
calice d’oro del valore di 22 onde con pietre, mar-
garite e smalti ed un incensiere d’argento e poi uno
di oro, del 1131 una dalmatica del valore di più di
40 bisanzi, e poi una croce argentea per l’altare.
Nel 1133 il vescovo donò alla sua chiesa la tunica
finissima, che gli era stata alcuni anni prima regalata
da papa Onorio II, del quale fu molto amico; e
nel 1134 una berretta di velluto rosso, una cappa di
pallio dorato ed argentato con mitra e dalmatica e
candelabri venuti dalla Grecia. Tutti questi articoli di
vesti menta e sacri arredi insieme con i preziosi pas-
sionari ed evangelari rilegati da coperte ad oro e
argento arricchivano il tesoro, custodito nella sacrestia
della cattedrale troiana.
Oggi pur troppo di tanto tesoro non avanzano che
i pochi codici rifugiatisi nelle scansie della Biblioteca
nazionale di Napoli !
Francesco Carabellese.
I.
Doni fatti dal vescovo Guglielmo II alla chiesa troiana,
dal 1108 in poi {dal codice della Sala Parnasio Bibl. Na-
zionale. Napoli VI, B 12, S. Prosperi a c. 2601).
He sunt oblationes, quas dominus episcopus W. secundus
obtulit in ecclesia nostra per singulos annos, in die festivi-
tatis consecrationis sue. Primo anno obtulit librum, qui dici-
tur Moralia lob. Secundo anno obtulit librum Omeliarum,
qui incipit ab adventu domini usque in pascha. Tercio anno
obtulit alium librum Omeliarum, qui incipit a pascha usque
in adventum domini. Quarto anno obtulit librum, qui dicitur
Officiorum. Quinto anno obtulit yconam beate Marie orna-
tane auro et argento et unum librum missalem. Sexto anno
obtulit librum, qui dicitur Bibliotheca. Septiino anno obtulit
librum Augustini, De civitate dei. Octavo anno obtulit librum
beati Gregorii super Ezechielem, et duo pallia et duas virgas
pastorales, unam eburnea totam, aliane de precioso lapide
iaspidis, ornatam auro et aliis lapidibus. Nono anno obtulit
me ipsum, qui dicor Prosper, De vita contemplativa, et unam
scutellam argenteam et unane tunicane de purpura et pallio
et diaspro. Decimo anno obtulit liber super duodecim pro-
phetas, et principium portarum enearum, que iane incepte
erant a decimo K febr.
IL
Idem dal 1118 al 1137 dal Ms. (Troia sacra) dell’Aceto in
Archivio capitolare di Troia, I a c. 14.4. t)
1118. Undecimo anno obtulit B. Augustini super evan-
gelii Ioannis, et unam cappam deauratane et unam stolam
et unum manipulum deauratum de friso.
1119. Duodecimo anno obtulit librune Beati Remigii super
evangeliune B. Marci et unum passionariune quatuor porsio-
nes sanctorum totius anni.
1120. Quartodecimo anno obtulit unum pallium de diaspro
ornatum de rubro prò aitano ordinandum, et unam dalnea-
ticam de eodene pallio bene auro frisatane, et duo scrinea de
eburneo, unum parvulune et alium parvululune.
1121. Quintodecimo arino obtulit librum B. Augustini,
De sancta trinitate, et duo candelabra argentea triune libra-
rum, et unum pallium salmarie cune angelis magnis haben-
tibus capita aurea; et obtulit unam vestem corporis sui prò
tunica facienda de optineo pallio diaspro, et duo vasula,
unum de cristallo et aliud de eboro.
1122. Anno sextodecimo obtulit librum proverbiorum Sa-
la monis.
1123. Anno septimodecineo obtulit librum. Philosophie, et
unum pallium et unam stolam argenteam cune manipulo suo,
unam mitrane et unum par chirotecarune prò neissa canendo.
1124. Octavodecineo anno obtulit unane cappam de diaspro
cune magnis taxilis et unum par sandalorum et unum ma-
nutergium.
1125. Nonodecimo anno obtulit librum Chanticam can-
ticorum.
1126. Vicesimo anno obtulit crucem processionalem.
1127. Vicesimo primo anno obtulit unam yconem, in qua
sunt sculpte quatuor imagines apostolorune Petri et Pauli
Iacobi et Ioanni ex argento et auro bene operatum.
1128. Vicesimo secundo anno obtulit unune pallium super
altare et unum prò sandalis et unam ambrellane de cristallo
ad confundendum vinum in calice.
ir29. Vigesimo tertio anno obtulit unum calicem de auro
purissimo XXII unciarum bene operatum cune lapidibus et
margaritis et snealtis, et unum turribulum duarum librarum
argenteum, et unum scrineum eburneum et unum librum
beati Hieronymi super Iesu filii Marie.
1130. Vigesimo quarto anno obtulit librum beati Hiero-
nimi super Isaiam prophetam et unum turribulum auri
unciarum triginta.
1131. Vigesimo quinto anno obtulit librum, et unam dal-
maticam, que valebat quadraginta bisantios et unum schifatu
de auro purissimo, qui habebat in pondere uncias quadra-
ginta tres, et unum pallium auri frisatum prò altare.
MISCELLANEA
Benevento e nella più lontana Capila all’ombra pro-
tettrice dell’ Episcopio e del Palazzo ducale degli ul-
timi principi longobardi, donde i ricercati prodotti
arrivavan presto a Troia.
Ma era dallalcostiera d’Amalfi e Salerno, dalla Ba-
dia di Cava, o da quella di Montecassino, da Napoli
e ancora di più da Roma, donde il vescovo troiano
Guglielmo I aveva ritirate nei primi anni del secolo xii
le reliquie dei Santi Secondino e Marciano, che veni-
vano gli articoli più pregiati, e poi anche di più lon-
tano, dalla Sicilia, dove l’arte bizantina erasi dispo-
sata a quella araba, e da Venezia, altro ponte "di
passaggio a scambi reciproci fra 1’ Oriente e 1’ Occi-
dente, fra il Sud e il Nord d’ Europa.
L’ icona della Vergine dal nimbo d’oro e dalle
decorazioni argentee, donata dal vescovo Guglielmo II
il ii 12, i due palli d’altare e le due verghe pastorali
del ii 15, una tutta d’avorio e l’altra con ornamenta-
zioni d’oro e pietre preziose, la scodella d’argento e
la tunica purpurea del 1116, la cappa, la stola ed il
manipolo a frisi d’oro del 1118, la dalmatica frisata e
i due scrigni'eburnei del 1120, i due candelabri ar-
gentei con due vasetti di cristallo e d’avorio col pallio
dai grandi angeli coi nimbi d’oro dell’anno seguente
provenivano appunto da tutti questi mercati, e furono
il primo nucleo del sacro tesoro, che il pio e forte
vescovo venne arricchendo negli anni successivi. È
del 1124 un i cappa di diaspro a grandi tasselli figu-
rati, del 1126 una grande croce processionale e del-
l’anno dopo una ricca icona con le sculture degli
apostoli Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni, del 1128
preziose ampolline di cristallo e dell’anno dopo un
calice d’oro del valore di 22 onde con pietre, mar-
garite e smalti ed un incensiere d’argento e poi uno
di oro, del 1131 una dalmatica del valore di più di
40 bisanzi, e poi una croce argentea per l’altare.
Nel 1133 il vescovo donò alla sua chiesa la tunica
finissima, che gli era stata alcuni anni prima regalata
da papa Onorio II, del quale fu molto amico; e
nel 1134 una berretta di velluto rosso, una cappa di
pallio dorato ed argentato con mitra e dalmatica e
candelabri venuti dalla Grecia. Tutti questi articoli di
vesti menta e sacri arredi insieme con i preziosi pas-
sionari ed evangelari rilegati da coperte ad oro e
argento arricchivano il tesoro, custodito nella sacrestia
della cattedrale troiana.
Oggi pur troppo di tanto tesoro non avanzano che
i pochi codici rifugiatisi nelle scansie della Biblioteca
nazionale di Napoli !
Francesco Carabellese.
I.
Doni fatti dal vescovo Guglielmo II alla chiesa troiana,
dal 1108 in poi {dal codice della Sala Parnasio Bibl. Na-
zionale. Napoli VI, B 12, S. Prosperi a c. 2601).
He sunt oblationes, quas dominus episcopus W. secundus
obtulit in ecclesia nostra per singulos annos, in die festivi-
tatis consecrationis sue. Primo anno obtulit librum, qui dici-
tur Moralia lob. Secundo anno obtulit librum Omeliarum,
qui incipit ab adventu domini usque in pascha. Tercio anno
obtulit alium librum Omeliarum, qui incipit a pascha usque
in adventum domini. Quarto anno obtulit librum, qui dicitur
Officiorum. Quinto anno obtulit yconam beate Marie orna-
tane auro et argento et unum librum missalem. Sexto anno
obtulit librum, qui dicitur Bibliotheca. Septiino anno obtulit
librum Augustini, De civitate dei. Octavo anno obtulit librum
beati Gregorii super Ezechielem, et duo pallia et duas virgas
pastorales, unam eburnea totam, aliane de precioso lapide
iaspidis, ornatam auro et aliis lapidibus. Nono anno obtulit
me ipsum, qui dicor Prosper, De vita contemplativa, et unam
scutellam argenteam et unane tunicane de purpura et pallio
et diaspro. Decimo anno obtulit liber super duodecim pro-
phetas, et principium portarum enearum, que iane incepte
erant a decimo K febr.
IL
Idem dal 1118 al 1137 dal Ms. (Troia sacra) dell’Aceto in
Archivio capitolare di Troia, I a c. 14.4. t)
1118. Undecimo anno obtulit B. Augustini super evan-
gelii Ioannis, et unam cappam deauratane et unam stolam
et unum manipulum deauratum de friso.
1119. Duodecimo anno obtulit librune Beati Remigii super
evangeliune B. Marci et unum passionariune quatuor porsio-
nes sanctorum totius anni.
1120. Quartodecimo anno obtulit unum pallium de diaspro
ornatum de rubro prò aitano ordinandum, et unam dalnea-
ticam de eodene pallio bene auro frisatane, et duo scrinea de
eburneo, unum parvulune et alium parvululune.
1121. Quintodecimo arino obtulit librum B. Augustini,
De sancta trinitate, et duo candelabra argentea triune libra-
rum, et unum pallium salmarie cune angelis magnis haben-
tibus capita aurea; et obtulit unam vestem corporis sui prò
tunica facienda de optineo pallio diaspro, et duo vasula,
unum de cristallo et aliud de eboro.
1122. Anno sextodecimo obtulit librum proverbiorum Sa-
la monis.
1123. Anno septimodecineo obtulit librum. Philosophie, et
unum pallium et unam stolam argenteam cune manipulo suo,
unam mitrane et unum par chirotecarune prò neissa canendo.
1124. Octavodecineo anno obtulit unane cappam de diaspro
cune magnis taxilis et unum par sandalorum et unum ma-
nutergium.
1125. Nonodecimo anno obtulit librum Chanticam can-
ticorum.
1126. Vicesimo anno obtulit crucem processionalem.
1127. Vicesimo primo anno obtulit unam yconem, in qua
sunt sculpte quatuor imagines apostolorune Petri et Pauli
Iacobi et Ioanni ex argento et auro bene operatum.
1128. Vicesimo secundo anno obtulit unune pallium super
altare et unum prò sandalis et unam ambrellane de cristallo
ad confundendum vinum in calice.
ir29. Vigesimo tertio anno obtulit unum calicem de auro
purissimo XXII unciarum bene operatum cune lapidibus et
margaritis et snealtis, et unum turribulum duarum librarum
argenteum, et unum scrineum eburneum et unum librum
beati Hieronymi super Iesu filii Marie.
1130. Vigesimo quarto anno obtulit librum beati Hiero-
nimi super Isaiam prophetam et unum turribulum auri
unciarum triginta.
1131. Vigesimo quinto anno obtulit librum, et unam dal-
maticam, que valebat quadraginta bisantios et unum schifatu
de auro purissimo, qui habebat in pondere uncias quadra-
ginta tres, et unum pallium auri frisatum prò altare.