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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0195

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156

BIBLIOGRAFIA

particolarmente interessanti la parte dell’opera relativa alla
architettura e le notizie sugli arredi sacri.

63. Scatassa (Ercole), Co?itributo per la storia
dell'arte. (Rass. bibl. dell'arte ital., a. Vili, pag. 192-
203 ; Ascoli Piceno, 1905).

Pubblica molte notizie inedite di scultori e scarpellini
che lavorarono in Urbino dal xiv al xvm secolo.

64. Serra (Luigi), Due scultori fiorentini del 400
a Napoli. (Napoli nobilissima, voi. XIV, pag. 181-
[85; voi. XV, pag. 4-8; Napoli, 1905-06).

Studia quale influenza abbiano avuto sulla scultura na-
poletana le opere lasciate da Antonio Rossellino e da Be-
nedetto da Maiano nella chiesa di Monteoliveto. Il S. at-
tribuisce una grandissima estensione ed importanza a questa
influenza, di cui egli ricerca le tracce nelle opere scultorie
dalla fine del secolo XV sino a Girolamo Santacroce e a
Giovanni da Nola.

65. The classification of orientai carpets. ( The Buri.
Mag., voi. Vili, pag. 35-37, 186-188, e 332-337;
London, 1905-06).

11 titolo di questo articolo anonimo promette una classi-
ficazione che sostanzialmente non è data; anzi l’A. stesso
dichiara impossibile una classificazione, per le molteplici in-
fluenze reciprocamente subite dall’arte tessile dei paesi di-
versi, e per la confusione avvenuta nei simbolismi rispettivi.
L’A. tenta tuttavia, sebbene molto vagamente, una distin-
zione, o meglio dà qualche indicazione di caratteristiche dei
tappeti di alcune regioni asiatiche. Accenna inoltre al modo
di distinguere i tappeti orientali dalle imitazioni e falsi-
ficazioni. Chiude con una poetica descrizione di Erzerum,
mercato principale odierno dell’industria dei tappeti; for-
nendo anche alcune indicazioni molto pratiche sull’acquisto
della merce preziosa.

Storia particolare dei monumenti.

66. Berenson (Bernhard), Due ritratti fiorentini
del quattrocento. (.Rassegna d’arte, a. V, pag. 177-
179; Milano, 1905).

Illustra e riproduce un ritratto di gentiluomo fiorentino,
appartenente alla collezione Spiridon di Parigi ; e un ri-
tratto di giovinetto, esistente nel palazzo reale di Stoccolma.
Attribuisce il primo a Cosimo Rosselli, il secondo a Fran-
cesco Botticini.

67. Bernich (Ettore), Statue e frammenti archi-
tettonici della prima epoca aragonese. (Napoli nobilis-
sima, voi. XV, pag. 8; Napoli, 1906).

Cenni sulle reliquie della chiesa di Santa Maria della
Pace in Napoli, fatta costruire da re Alfonso d’Aragona fra
il 1442 e il 1445. Notevole tra i frammenti scultorii una
statua di San Michele che imita, a dire del B., il San
Giorgio di Donatello.

68. Briganti (Francesco), Un autografo del Pin-
toricchio. (Augusta Perusia, a. I, pag. 17-18; Pe-
rugia, 1906).

L’autografo (del 13 maggio 1510) si riferisce agli af-
freschi, dipinti dal Pintoricchio, per il coro di Santa Maria

del Popolo. Il Ricci, fondandosi sul De mirabilibus dell’Al-
bertini, ritiene quegli affreschi eseguiti dal settembre 1508
al maggio 1509 • l’autografo induce a concludere che essi
siano stati finiti in epoca alquanto posteriore.

69. Broussolle (I. C.), Ètudes d’art, de voyage et
de relìgion. Les fresques de l’Arena à Padova. — Paris,
Dumoulin, 1905.

Gli affreschi dell’Arena sono studiati, in questo volume,
specialmente sotto l’aspetto iconografico. Lo studio non
manca di osservazioni originali e nuove, sebbene forse non
sempre fondate

70. Colasanti (Arduino), Una tavola di Francesco
Francia. (Rassegna d’arte, a. V, pag. 188-189; Mi-
lano, 1905).

Illustra e riproduce il San Rocco di Francesco Francia
che da una collezione privata di Napoli sta per entrare in
quel Museo Nazionale. Il quadro porta la firma del maestro
e la data 1502. Questo San Rocco, nota il C., venne fe-
delmente copiato da Simone Spadi nella sua ancona del
museo di Berlino : a quest’osservazione, in se giustissima,
doveva darsi una portata più generica poiché l’immagine di
Napoli risponde a un tipo non infrequente e caratteristico
nell’arte emiliana posteriore al Francia.

71. Colasanti (Arduino), La chiesa Farfense di
S. Vittoria in Matenano e i suoi affreschi. (Empo-
rium, voi. XXIII, pag. 20-31 ; Bergamo, 1906).

Notizie storiche della chiesa, ed esame accurato dei suoi
affreschi, già attribuiti a Gentile da Fabriano. Il C. com-
batte questa opinione (che fu accolta, sebbene con moltis-
sima riserva, anche dal Cantalamessa), e attribuisce gli
affreschi a un maestro folignate, molto affine a quello che
dipinse la cappella della Beata Angelina, nel convento di
Sant’Anna a Foligno. L’A. avverte altresì una spiccata af-
finità fra il maestro di Matenano e l’autore del trittico
attribuito a Gentile da Fabriano nella Pinacoteca Vaticana.

72. Cook (Herbert', Some Venetian portraits in
Englishpossession. ( The Buri. Mag.,vo\. Vili, pag. 338-
344; London, 1906).

In questo articolo sono descritti e riprodotti un ritratto
di giovane gentiluomo, attribuito a Giorgione, nella colle-
zione Kemp (il C. afferma, contro l’opinione del Berenson
e contro l’antica attribuzione a B. Licinio, che si tratta di
un originale del maestro) ; un ritratto virile di Marco Ba-
salti nella collezione Marion-Wilson a Charlton Park; un
ritratto virile firmato di Domenico Caprioli nel museo Bowes
a Barnard Castle; un ritratto di giovine gentiluomo del Ca-
rfani, nella collezione del duca di Devonshire.

73. Cruttwell (Maud), Un disegno del Verroc-
chio per la « Fede » nella Mercatanzia di Firenze.
(Rassegna d'arte, a. VI, pag. 8-11 ; Milano, 1906).

Risulta dai documenti pubblicati dal Mesnil (Miscellanea
d’arte, I, pag. 43; Firenze, 1903) che il Verrocchio pre-
sentò nel 1469, in gara con Piero Pollaiolo, un disegno per
la Fede da dipingersi nella Sala del Consiglio della Mer-
catanzia. L’A. crede di poter identificare col disegno rifiu-
 
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