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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0196

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BIBLIOGRAFIA

‘57

tato del Verrocchio un disegno esistente negli Uffìzi (C. 52,
n. 208), e attribuito al Botticelli.

74. De Karabacek (J.), De Premrrstein (A.),
YVessely (C.), Mantuani (J.), De codicis Dioscu-
ridei Aniciae Ialianae nunc Vindobonensis Med. Gr. I,
historia, forma, scriptum, picturis. Lugduni Bàtavo-
rum, Sythoff, 1906.

Il codice, che è del principio del sec. vi, è riprodotto
nel voi. X dei Codices Graeci et Latini photographice depicti
che si vanno pubblicando sotto la direzione del De Vries.
— Delle varie e copiose miniature che lo adornano è il
Mantuani che fa una minuta e dotta illustrazione, la quale,
per lo studio comparativo con prodotti d’arte d’ogni genere,
è un importantissimo contributo alla storia artistica dei primi
secoli del cristianesimo. Fra le miniature presentano parti-
colare interesse le molte rappresentanti diverse varietà di
piante, rese con una fedeltà alle forme naturali che non ha
altro riscontro nella storia della miniatura.

/. c.

75. Dowdeswell (Walter), Another painling by
Bartolomé Vermejo. (The Bari. Mag., voi. Vili,
pag. 282-285; London, 1906).

Attribuisce a Bartolomeo Vermejo la nota Santa Cate-
rina del museo civico di Pisa, che portò già il nome di
Luca di Leida.

76. Fedele (Pietro), I gioielli di Vannozza e
un'opera del Caradosso. (Arch. della R. Soc. Romana dì
Storia Patria, voi. XXVIII, pag. 451-471 ; Roma, 1905).

Preziosissime notizie pubblica il F. intorno a un’opera
che fu l’ultima cui attese in Roma il Caradosso : un taber-
nacolo d’argento, commessogli nel 1524 per l’ospedale del
Salvatore. Per le spese dell’opera (che la morte sopraggiunta
del maestro lasciò incompiuta) Vannozza Borgia aveva de-
stinato fra altro i suoi gioielli.

11 F. pubblica contemporaneamente altre notizie intorno
ad opere commesse da Vannozza: notevole sopratutto il
contratto stretto da questa coi maestri « Andrea de Monte
Caballo » e « Iohane de Larigo » per la costruzione di un
tabernacolo in Santa Maria del Popolo.

77. Fellow Platt (Dan), Una Pietà del Crivelli.
(.Rassegna d’arte, a. VI, pag. 30; Milano, 1906).

Riproduce e illustra una Pietà di Carlo Crivelli^che ap-
partenne alla collezione Caccialupi di Macerata ed ora alla
raccolta Nevin di Roma. Il quadro ha sofferto danni irre-
parabili.

78. Frizzoni (Gustavo), Il presunto ritratto di
Beatrice d’Este attribuito a Leonardo da Vinci. (Ras-
segna d’arte, a. VI, pag. 17-21 ; Milano, 1906).

Il Beltrami tentò recentemente non solo di dimostrare
che il noto ritratto dell’Ambrosiana rappresenta Beatrice
d’Este, ma di rivendicarne altresì la paternità a Leonardo.
Il F., con argomenti stringentissimi, pone in dubbio l’una
e l’altra ipotesi; e, quanto alla paternità dell’opera, si man-
tiene fedele all’avviso del Morelli concludente per Ambrogio
De Predis.

79. Frizzoni (Gustavo), Un capolavoro della pittura
italiana degnamente rimesso in onore. (Rassegna d'arte,
a. V, pag. .181-184; Milano, 1905).

Cenni sull’autoritratto di Paris Bordon, appartenente al
Museo civico di Treviso, e sulla grande tela dello stesso
maestro, appartenente alla galleria Tadini di Lovere. Questa
ultima è stata recentemente istaurata dal Cavenaghi; e il
ristauro, dice il F., è riuscito una resurrezione dell’insigne
opera d’arte.

80. Gamba (Carlo), Una tavola di Piero di Cosimo
a Borgo San Lorenzo. (Rivista d’arte, a. Ili, pag. 253-
255 ; Firenze, 1905).

Nella chiesa del Crocifisso, fuori Borgo San Lorenzo,
il G. ha riconosciuto, come opera di Piero di Cosimo, una
tavola assai malconcia, esprimente la Madonna tra i Ss. Gio-
vanni Battista e Tommaso. L’A. suppone, sebbene con molta
riserva, che possa trattarsi della tavola, ricordata dal Vasari,
che Piero dipinse per San Pier Gattolini.

81. Halm (Ph. M. von), Bine komposition von Gio-
vanni Bellini. [Zeitschr. f. bild. K., voi. XVI, pag. 238
e 242; Leipzig, 1905).

A Giovanni Bellini l’autore crede dovuta la composizione
della Madonna col bambino seduto sulle sue ginocchia,
quale si vede in parecchi quadri veneti; e cioè quello della
baronessa Moltke a Monaco che porta la scritta, molto so-
spetta, « Joannes Bellinus », gli altri attribuiti al Basaiti
nella pinacoteca di Stuttgart ed al Catena nella raccolta
Pourtalès a Parigi, e i due di Lorenzo Lotto nel Museo
di Napoli e del Previtali nel Museo di Berlino. /. c.

83. Jacobsen (E.), New ere Erwerbungenvlàmìscher
Kunst in der Calerie zar Brùssel. (Zeitschrift f. bild. K.,
voi. XVI, pag. 297-306; Leipzig, 1905).

Vi è un quadro del periodo italiano del Van Dyck: il
ritratto di Giovanni Vincenzo Imperiale, doge di Genova.

/. c.

84. Lanzi (Luigi), Il convento di San Era?icesco
presso Stroncone. (Augusta Perusia, a. I, pag. 7-r 1 ;
Perugia, 1906).

Brevi notizie storiche del convento, e cenni sulle opere
d’arte in esso contenute : fra queste un affresco di Tiberio
d’Assisi e un’immagine di San Francesco del xm secolo,
notevole perchè offre la più stretta corrispondenza col ri-
tratto che lasciò del santo Tommaso da Celano.

85. Luchini (Luigi), Recenti scoperte di vecchie
pitture in San Luca di Cremona. (Arte e storia, a. XXV,
pag. 11 -13 ; Firenze, 190*5).

Illustra gli affreschi, recentemente venuti in luce, di due
antiche cappelle (oggi trasformate) della chiesa di San Luca.
In una di esse Giovanni Antonio Ferrari, alunno di Miche-
lino da Besozzo, dipinse episodi della vita di San Giovanni
Battista. Nell’altra un maestro che potrebbe essere, secondo
l’A., Altobello Melone, rappresentò la conversione del Beato
Amadeo di Lusitania ; la rappresentazione trasse la sua forma
iconografica dalla leggenda dei tre vivi e dei tre morti.

86. Mannucci (Giovanni Battista), Il celebre pi-
 
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