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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Fabriczy, Cornelius von: Memorie sulla Chiesa di Santa Maria Maddalena de'Pazzi a Firenze e sulla badia di San Salvatore a Settimo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0297

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2 56

C. DE FABRICZY

.San Frediano] per l’antichità minacciando rovina fu pensiero de Monaci cercare modo di
riedificarla, e perche il Monasterio non haveva il modo per tutta la detta spesa, procura-
rono trovar amici e amorevoli del Convento che sovvenissero per detta fabrica. Don Antonio
Brilli [dal 1450 al 1473 e di nuovo dal 1477 al 1482 abbate di Settimo] pertanto si prese
l’assunto, e da diverse persone hebbe dinari sino alla somma di fiorini 300 per principiar
le mura principali, e soprastava egli alla fabbrica. Addì 2 6 marzo si dette principio alla
Cappella Maggiore, e li fondamenti in detto giorno furono benedetti da D. Bernardo Abb.
di San Bartolo [San Bartolomeo, abbazia Cisterciense a Ferrara, cfr. al fol. 57] la quale Cap-
pella fece fabricare Bernardo di Niccolò di Giovanni Barbigi, ove spese fj. 250. Molti altri
Cittadini presero l’assunto di fabbricare ciascuno di loro una Cappella, come si vede dal libro
de Benefattori, et in pochi anni fu ridotta a perfetione.2

(fol. 57). Addi 16 giugno [1483] finita era la Cappella grande di Cestello, e nella fac-
ciata di essa a man dritta vi era il Tabernacolo del Sant.mo Sacramento di Marmo con la
porticella di bronzo dorato di mano di Donatello, 3 et intorno a esso Tabernacolo si fece
dipingere un Padiglione, e due Angeli per mano di Domenico, e Davit di Tommaso del
Ghirlandaro per prezzo di fj. 40. Ma li angeli dovevano essere di mano del detto Dome-
nico ; e questo anno apunto si era finito di coprire la detta chiesa. E fu anco per di dentro
tutta intonacata, e imbiancata, alla quale spesa concorse anco D. Bernardo abbate di [San Bar-
tolomeo a] Ferrara che pago due. 36 addi 20 settembre.

(fol. 57 v.). 1484. Quest’anno Antonio Dei donò alla chiesa di Cestello quel taberna-
colo di marmo bianco da tenere il Sant.mo Sacramento con lo sportello di bronzo dorato
opera di Donatello. 4 Et anco una Coppa di Cristallo, la quale miracolosamente rimase illesa
dal fuoco nella Chiesa di S. Spirito quando abbruciò tutta l’anno 1460 [piuttosto nel 1471].

(fol. 58). i486. Addì 15 ottobre si fece l’accordo con li Maestri Muratori dal P. D. Inno-
cenzo Camarlingo per cominciare a fabricare il Chiostro piccolo di Settimo detto de Mela-
ranci dietro alla Cappella grande, che si era fabbricata questo anno alla moderna col fregio
di terra cotta, quale [cioè il chiostro] dovette havere di sopra il suo Corridoro con le Colonne
di pietra, et ove poi fecero dipingere il Crocifisso con s. Bernardo nel 1487.s

(fol. 58 v.). 1487. Con l’occasione ch’erano stati necessitati li PP. a rifare la Chiesa di
Cestello volsero ancora dar principio a modernare il Monjsterio per piu comoda habitatione

2 Giovanni Cambi mette il principio della fabbrica
dieci anni più tardi, scrivendo: « L’anno 1490 si cho-
minciò a rifare la Chiesa di Cestello e ’l chiostro che vi
s’entra e tutte le chapelle drento s. ( v. le sue Istorie nelle
Delizie degli eruditi toscani, Firenze, 1785, t. XXII,
all’anno). Ma questa data, come vedremo in seguito,
si riferisce piuttosto al principio della costruzione del-
l’atrio ossia chiostro per cui si accede alla chiesa. Se-
condo il Richa (Chiese fiorentine, I, 307) i lavori di
restauro della chiesa e del convento ebbero principio
nel 1479; anch’egli ne attribuisce il merito dell’ini-
ziativa a Don Antonio Brilli.

3 Nel Museo nazionale si conserva un tabernacolo

in marmo per l’Eucaristia (n. 199; v. il Catalogo
del R. Museo naziotiale, Firenze, 1898, a pag. 421)
proveniente dalla chiesa di Santa Maria Maddalena
de’ Pazzi, che molto probabilmente è quello stesso
rammentato nel testo. Vi manca ora lo sportello di
bronzo, e così è impossibile di verificare l’asserzione
del nostro cronista circa il suo autore. L’affresco di-
pinto intorno al tabernacolo dal Ghirlandaio peri nel
rifacimento ampolloso della tribuna, eseguito nel 1685

da Francesco Silvani.

4 Vedi la nota precedente.

s L’antica Badia benedettina di San Salvatore a
Settimo situata sulla ripa dell’Arno a mezza strada
fra Firenze e Lastra a Signa, nel 1236 fu riformata per
opera dei monaci Cisterciensi della Badia di San Gal-
gano presso Chiusdino, e d’allora in poi rimase nel
possesso di questo ordine, come uno dei più cospicui
suoi conventi. Il chiostro de’ Melaranci col suo « Cor-
ridoro con colonne di pietra n (loggiato del primo
piano) esiste ed è accessibile dall’attuale tinaia o cantina,
che si crede essere stata prima l’antica chiesa (Richa,
IX, 231). Esiste pure la tribuna della chiesa rifatta
nello stile del Rinascimento col rivestimento di pi-
lastri e col fregio di maiolica Robbiana. L’affresco del
Crocifisso con San Bernardo viene rammentalo anche
dal Richa (loc. cit., pag. 231): «nel chiostrino si con-
serva ancora un vestigio di pittura a fresco d’un Cro
cifisso, che si stacca dalla croce per abbracciare il
genuflesso San Bernardo». Egli l’attribuisce erronea-
mente al Vasari. (Cfr. quanto è detto al fol. 58 v., e
vedi la nota seguente).
 
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