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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Fabriczy, Cornelius von: Memorie sulla Chiesa di Santa Maria Maddalena de'Pazzi a Firenze e sulla badia di San Salvatore a Settimo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0298

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MEMORIE SULLA CHIESA DI S. M. MADDALENA DE'PAZZI A FIRENZE 257

loro, e questo anno si fabbricava il Dormitorio, e D. Bernardo Spedalingo somministrava
denari della sua pensione di S. Bartolo per detta fabrica, ove fece fare anco una cella per
se proprio.

Addì 4 Giugno si dette a dipingere a Domenico di Tommaso del Ghirlandajo la fac-
ciata della Cappella grande di Settimo per prezzo di ducati 50 con patto che le teste delle
figure dovessero esser di sua mano propria, eccetto quelle de’ cherubini ; e che se egli caverà
l’azzurro del cielo della cappella di S. Jacopo deva avere solo ducati 40, e le spese degli
altri colori deva egli metter di suo; con che anco fosse obbligato dipingere nel chiostro
novo de’ Melaranci una lunetta dentrovi un Crocifisso con S. Bernardo, e noi di più gli
doviamo far le spese starà quivi col suo garzone. Et hebbe ducati 10 alla mano, e il resto
in grano, vino e legne.6

Nota che se bene in detta Cappella sotto la Pittura vi è l’anno 1497, non può questo
essere, perche si dipinse in questo anno, come anco la lunetta del Chiostro de Melaranci
che dice 1487; ma deve esser’errore del Pittore, o vero voglia dire per quando si dovette
metter su il tabernacolo di marmo (questa nota è superflua, perche per nuova diligenza ho
trovato esser l’anno 1487).

(fol. 59 v.). 1488. Si andavano perfettionando le Cappelle di Cestello da diversi Citta-
dini, e questo anno da Bernardo, e filippo Nasi fu fatta la Cappella posta a man destra
dell’Altar Maggiore intitolata in S. Bernardo, e spesono due. 50, e feciono fare una bellis-
sima Pittura di mano del Perugino con l’imagine del Santo, che fu finita l’anno seguente.7
E Agnolo di Bernardo Bardi, come Erede di Giovanni Bardi suo zio fece fare la p.a Cap-
pella rincontro alla sopradetta dalla man sinistra della Cappella grande intitolata in honore
di S. Benedetto, e spese due. 60 d’oro, e li 9 settembre dal Vescovo di Vasone fr. Bene-
detto Pagagnotti dell’ordine de Predicatori suffraganeo dell’Arcivescovo fu consecrato il detto
Altare . . . La detta Cappella per esservi stata collocata l’imagine della Madonna in un taber-
nacolino picciolo con li suoi sportelli da serrare, ove erano dipinti per ciascuno sportello
un’Angelo, la quale Jmagine era di fr. Luccio Converso, perciò era detta la Cappella della
Madonna, e sopra l’Altare vi era una tavola d’Avolio [avorio] intagliataci a tutto rilievo
tutta la vita e passione di N. S. Opera molto pulita e nobile.8

Da Benedetto di Ser Giovanni Guardi fu fatta la 5a cappella dalla detta banda del
Boschetto, e spese due. 58 d’oro, e fece anco fare la tavola da Sandro Botticelli che valse

6 Gli affreschi del Ghirlandaio rammentati pure con
poche parole dal Vasari (III, v. 71) non esistono più
sul luogo. Di altre pitture eseguitevi dallo stesso mae-
stro e dai suoi allievi, le nostre memorie non fanno
cenno. Il Richa (IX, 216) però ne registra parecchie,
e cioè in una delle cappelle della navata destra della
chiesa « una tavola del Ghirlandaio esprimente Cristo
Giudice con San Michele Arcangelo », e nella sagrestia
tre tavole dello stesso, senza indicarne il soggetto.
Due di quest’ultime, dipinte a tempera e raffiguranti
la Deposizione e l’Adorazione, non ha guari, vennero
dalla chiesa di Settimo trasferite nel Museo di Santa
Apollonia. Sono deboli lavori di bottega ; la Deposi-
zione si attribuisce dal Berenson {fiorentine painters,
2a ediz.) a Fr. Botticini, con poco fondamento, se-
condo il nostro avviso. S’ignora dove siano andate le
due altre pitture rammentate dal Richa.

7 La tavola del Perugino non si sa quando e dove

sia andata perduta. Essa non si trovava più al suo

posto nell’ultima cappella a sinistra di chi entra in
chiesa, al tempo del Cinelli ; egli almeno non ne fa
menzione. Non ne parla nemmeno il Richa (I, 323)
scrivendo solo che nella cappella in discorso « fece il
cav. Fr. Curradi la B. Maria Maddalena de’ Pazzi che
riceve il velo da Maria, e dall’uno e dall’altro lato
dipinse due virtù rappresentanti la Carità e la Vergi-
nità della Beata». Le pitture del Curradi poi nel 1807
hanno dovuto cedere il loro posto agli affreschi del
Servolini, che vi si vedono attualmente. (Fantozzi,
Nuova guida di Firenze, 1842, pag. 295).

8 Dei tesori d’arte ricordati come esistenti nella cap-
pella Bardi (l’ultima a destra di chi entra in chiesa)
non fanno cenno nè il Cinelli nè il Richa. Il primo
ha ommesso del tutto di parlar della cappella in que-
stione ; il secondo non ne dice se non che «all’ultimo
altare avvi un Crocifìsso di legno fatto da Bernardo
Buontalenti » (I, 322). L’opera esiste sul posto, ma
c’è da dubitare se l’attribuzione del Richa sia giusta.

L’Arte. IX, 33.
 
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