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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Fabriczy, Cornelius von: Memorie sulla Chiesa di Santa Maria Maddalena de'Pazzi a Firenze e sulla badia di San Salvatore a Settimo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0301

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2 6o

C. DE FABR1CZY

Altare fù di mano del frate Pittore eccellente, ove rappresentava la Natività di N. S., e un
S. Francesco che quivi la contemplava. 19

Questo anno fu compito il lavoro di Noce intarsiato delle seggiole, e spalliere del Coro,
quale poi nella trasmigrazione da noi fu disfatto, e condotto in Cestello nuovo: benché con
grave spesa, e danno di detto lavoro che si guastò il meglio.

(fol. 66). 1502. Quest’anno si fecero li Noci del Presbiterio intarsiati in Cestello.

(fol. 66 v.). 1503. Quest’anno si fece dipingere la facciata del Refettorio di Cestello da
Raffaello di Bart.0 Carli per due: 40, ove dipinse il Miracolo de cinque pani.20

(fol. 67). 1503. Addì 12 Agosto Bernardo di Niccolo Barbigi fece donazione a Giovanni
di Bernardo Jacopi delle ragioni, e padronato haveva nella Cappella detta di S. Giuliano
con la Tavola, et Ornamenti, e ciò che vi si trovava. Il quale Bernardo l’haveva ancor’esso
hauta in dono da fìlippo di francesco Mascalzoni che l’haveva da principio fabricata.

(fol. 67 v.). 1505. Addì 20 Dicembre si dette compimento alla fabbrica della Cappella
del Giglio su la strada di Cestello per Cosimo di Lorenzo Rosselli pittore, e Francesco di
Giovanni Arditi esecutori del testamento di Tommaso del Giglio speziale, acciò in detta Cap-
pella vi potessero entrare le donne; e spesero in detta fabbrica lire 3550.21

(fol. 76 v.). 1521. Quest’anno fumo finite le Panche di pietra della lezione del Chiostro
di Settimo, le quali erano disegnate l’anno antecedente.

(fol. 77). 1523. D. Jgnazio Sagrestano di Cestello fece fare il leggio di Noce intarsiato
per il Coro nuovo, e valse due. 34.

(fol. 77 v.). 1524. Addì 5 Settembre si cominciorono a fare gli Armari, banconi, spal-
liere, e porte di Noce intarsiate nella sagrestia di Cestello a lire .12 il braccio andante a
nostro legname.

(fol. 78). 1525. Addì 24 Aprile Stefano Boni vendè già la sua Cappella hoggi detta del
Romena a Bordino Cocchi per due. 56 acciò finissi di murarla; e poi detto Bordino essendo
morto, e lasciato imperfetta detta Cappella, si vendè hoggi da noi a Paolo di Giovanni da
Romena per due. 56, e si dedicò in honore di s. Giov. batista per soddisfar’ al legato di
Bernardo suo fratello da Romena, e fù compita. 22 * *

1526. Addì 7 Aprile D. Romolo Priore di Cestello fece fare certi ornamenti et alzare
la Cappella di s. Girolamo dal Cimiterio; e la Tavola, o Ancona del detto Altare la cominciò
a fare dipingere Stefano Boni per la Cappella detta hoggi del Romena, la quale poi vendè,
come si detto di sopra, havendovi donata la detta Ancona, che fu posta nella Cappella di
S. Girolamo del detto D. Romolo.25

Addì 9 Aprile fu compita la Sagrestia di Cestello, ch’era stata principiata già del
P. D. P. Pietro Abb.e di Settimo. E vi si spese due. 208. E la Cappella di detta sagrestia
si deve ornare con l’arme di Bordino Cocchi, che per tal’effetto donò due. 56.

La tavola qui rammentata nella cappella Pepi (la

quinta di destra) è la Natività di Cristo di Fra Bar-

tolomeo che si trovava una volta nella raccolta Abel

a Parigi (Vasari, IV, 182, nota. Non sapremmo dire

dove esiste ora. Il Cinelli (pàg. 487) che l’attribuisce
erroneamente al Ghirlandaio, osserva che al tempo suo
non si trovava più in Santa Maria Maddalena. Oggidì
sull’altare di questa cappella si vede una tela molto
rovinata, raffigurante l’Annunziata, opera di qualche

pittore di terz’ordine della fine del Quattrocento, che
il Fantozzi confonde con l’Annunciazione del Botti-
celli (v. più sopra la nota 9).

20 L’affresco esiste nel luogo indicato. Mentre il Va-
sari (IV, 238) e dietro lui il Cinelli, il Richa, il Fan-
tozzi l’attribuirono a Raffaello del Garbo, il nostro

cronista lo assegna giustamente a Raffaello Carli (cfr.
Repertorìum fùr Kunstwissènschàft, XIX, 186 e seg.).

21 La cappella del Giglio (la stessa che il Cinelli a
pag. 484 registra col nome di cappella de Neri), se-
condo quanto riferisce il Richa (I, 320), copiando un
antico libro del convento, « è posta in sul chiostro
primo dinanzi alla chiesa di Cestello in su la via di
Pinti, ed allato alla Compagnia di S. Bernardino »
(cfr. più sopra la nota 15). Nella metà del sec. xvi
la cappella passò nel possesso di Neri de’ Neri (f 1598),
medico del granduca Ferdinando I, che la fece ornare
con affreschi dal Poccetti.

22 Cfr. più sopra al fol. 61 v., e le note 11 e 14.

25 Cfr. più sopra al fol. 61 v., e le note 11 e 14.
 
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