ARDUINO CO LASAN TI
270
Che, attraverso Gubbio ed Assisi, l’arte di Siena sia penetrata fino a Fabriano non
è cosa da meravigliare. Circa alle influenze fiorentine, Allegretto non ebbe forse a muo-
versi dalla sua patria, per restarne preso e dominato. Già il citato affresco rappresentante
alcuni frati inginocchiati nella preghiera, dal convento degli Agostiniani passato nella pina-
coteca fabrianese, ci mostra in
qual modo anche i più volgari
imitatori di Giotto trovassero
seguaci nelle Marche. Nella
sacrestia della chiesa di San
Domenico a Fermo si conserva
un dipinto rappresentante la
Vergine col bambino, l’Ado-
razione dei Magi, la Natività,
la Resurrezione di Cristo e,
nelle cimase, la Vergine tra
gli Apostoli e alcuni Santi,
che pure è opera di un me-
diocre pittore, fedele alle for-
mule degli scolari di Giotto.
Assai più notevoli, sebbene
pochissimo conosciuti, sono
gli affreschi di carattere spic-
catamente fiorentino che un
ignoto maestro dipinse in una
cappella rialzata e in parte ri-
costruita alla sinistra del coro
di San Domenico in Fabriano.1
Eseguiti con grande diligenza
e al tempo stesso con un fare
libero e franco, essi costitui-
scono uno dei più belli esempi
di pitture murali esistenti nella
Marca d’Ancona e, sebbene
di qualche anno anteriori, per
la loro importanza e per affi-
nità di molti caratteri si pos-
sono ravvicinare ai dipinti
onde, nella seconda metà del
secolo decimoquarto, venne
decorata la cappella di San
Nicola, eretta in Tolentino
nell’angolo che sta fra la chiesa e il grande chiostro medioevale.
Dal basso fino al culmine le pareti del solenne edificio sono decorate da tre zone di
affreschi, i quali continuano sulle grandi vele della volta a sesto acuto, rivelando la mano
di un maestro di prim’ordine e dei suoi aiuti.1 2 II nome di questo nobile decoratore venne sino
ad oggi ricercato invano e i dipinti di Tolentino furono di volta in volta dati all’Orcagna,
Allegretto Nuzi: San Giovali Battista e San Venanzio
Fabriano, Duomo (Sagrestanato maggiore)
1 A. Anselmi, Scoperta di vecchi affreschi nella chiesa
di San Domenico dì Fabriano, in Arte e SI., giugno 1890.
2 La prima zona comprende storie della vita e dei
miracoli di San Nicola; le due superiori rappresentano
scene della vita di Gesù e di Maria. Sulle vele sono in
basso le personificazioni di sette Virtù e di un Vizio;
più in alto si vedono quattro Dottori della chiesa e
gli Evangelisti con i loro simboli.
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Che, attraverso Gubbio ed Assisi, l’arte di Siena sia penetrata fino a Fabriano non
è cosa da meravigliare. Circa alle influenze fiorentine, Allegretto non ebbe forse a muo-
versi dalla sua patria, per restarne preso e dominato. Già il citato affresco rappresentante
alcuni frati inginocchiati nella preghiera, dal convento degli Agostiniani passato nella pina-
coteca fabrianese, ci mostra in
qual modo anche i più volgari
imitatori di Giotto trovassero
seguaci nelle Marche. Nella
sacrestia della chiesa di San
Domenico a Fermo si conserva
un dipinto rappresentante la
Vergine col bambino, l’Ado-
razione dei Magi, la Natività,
la Resurrezione di Cristo e,
nelle cimase, la Vergine tra
gli Apostoli e alcuni Santi,
che pure è opera di un me-
diocre pittore, fedele alle for-
mule degli scolari di Giotto.
Assai più notevoli, sebbene
pochissimo conosciuti, sono
gli affreschi di carattere spic-
catamente fiorentino che un
ignoto maestro dipinse in una
cappella rialzata e in parte ri-
costruita alla sinistra del coro
di San Domenico in Fabriano.1
Eseguiti con grande diligenza
e al tempo stesso con un fare
libero e franco, essi costitui-
scono uno dei più belli esempi
di pitture murali esistenti nella
Marca d’Ancona e, sebbene
di qualche anno anteriori, per
la loro importanza e per affi-
nità di molti caratteri si pos-
sono ravvicinare ai dipinti
onde, nella seconda metà del
secolo decimoquarto, venne
decorata la cappella di San
Nicola, eretta in Tolentino
nell’angolo che sta fra la chiesa e il grande chiostro medioevale.
Dal basso fino al culmine le pareti del solenne edificio sono decorate da tre zone di
affreschi, i quali continuano sulle grandi vele della volta a sesto acuto, rivelando la mano
di un maestro di prim’ordine e dei suoi aiuti.1 2 II nome di questo nobile decoratore venne sino
ad oggi ricercato invano e i dipinti di Tolentino furono di volta in volta dati all’Orcagna,
Allegretto Nuzi: San Giovali Battista e San Venanzio
Fabriano, Duomo (Sagrestanato maggiore)
1 A. Anselmi, Scoperta di vecchi affreschi nella chiesa
di San Domenico dì Fabriano, in Arte e SI., giugno 1890.
2 La prima zona comprende storie della vita e dei
miracoli di San Nicola; le due superiori rappresentano
scene della vita di Gesù e di Maria. Sulle vele sono in
basso le personificazioni di sette Virtù e di un Vizio;
più in alto si vedono quattro Dottori della chiesa e
gli Evangelisti con i loro simboli.