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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Giglioli, Odoardo H.: Il pulpito romanico della Chiesa di San Leonardo in Arcetri presso Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0323

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282

ODOARDO H. GIGLIOLI

ai giorni nostri ai locali della Galleria degli Uffizi e a quelli del-
l’Archivio di Stato ; pei quali ultimi fu ridotta tutta la parte superiore
della chiesa.1

In tal modo, nel volgere turbinoso dei tempi, l’antica basilica non
fu abbattuta solo nel suo organismo architettonico, ma nel cuore della
sua vita come centro di politica cittadina e di supremazia ecclesiastica;
ed è logico immaginare di conseguenza quali fossero, in tal rovinìo
di cose, le sorti disgraziate serbate al pulpito che il Richa vide già
smembrato e ridotto a soli tre bassorilievi, mentre gli altri tre erano
murati nella compagnia degli Stipendiati.1 2 3 La ricomposizione del pul-
pito, avvenuta nel 1782 nella chiesa di San Leonardo in Arcetri
quando era parroco Giovanni Battista Gheri, fu affidata a mani ine-
sperte che non tennero conto dell’ordinamento iconografico delle
storie relative alla vita del Cristo, e menomarono anche il carattere
costruttivo dell’ insieme.

* * *

Noi ignoriamo completamente il nome del modesto marmorario
che vi lavorò e dei suoi aiuti, nè possiamo precisare con esattezza la
data di esecuzione. Una iscrizione marmorea posta nel 1782 nella
chiesa di San Leonardo, presta fede a una leggenda secondo la quale
il pulpito sarebbe stato portato da Fiesole a San Piero Scheraggio
nel 1010; e così il Richa, ascrivendola a un epoca anteriore a questa
data, vi trovò V ignorante maniera degli scultori del secolo IX o di
quel torno.J Ma bastava uno studio stilistico e iconografico del lavoro
a negare un’origine così antica che nessuna fonte storica conferma,
come ha chiaramente dimostrato il Carraresi.4 Solo un confronto accu-
rato con altri pulpiti romanici può darci una data approssimativa ; e il
Carraresi stesso, considerando questo pulpito d’Arcetri come poste-
riore a quello del 1193 nella chiesa di San Michele in Groppoli e
anteriore a quello del 1250 nella chiesa di San Bartolomeo in Pan-
tano, in Pistoia, si è tenuto forse più che altri sulla via del vero.5
Del resto già lo Schmarsow6 negava la provenienza da Fiesole e la
data del 1010 notando che il modo di rappresentare le scene era del XII secolo; mentre
il Mothes7 e il Davidsohns pensavano al XI secolo; il Munoz,9 in base al dato iconografico
dell’Albero di jesse rappresentato nel pulpito, lo collocava pure nel xn secolo; e lo Sprin-
ger forse10 per alcune somiglianze col pergamo di Guido da Como a Pistoia lo diceva comin-
ciato nel 1250.

Pulpito (Dettaglio).
Firenze,

San Miniato al Monte

1 Giuseppe Del Rosso, L osservatore fiorentino
sugli edìfizi della sua patria, Tomo II, pag. 204, Fi-
renze presso Gaspero Ricci, 1821.

1 Giuseppe Richa, op. cit., pag. 18.

3 Giuseppe Richa, op. cit., pag. 18.

4 G. Cesare Carraresi, Dell’antico pergamo mar-
moreo scolpito di S. Piero Scheraggio ora nella chiesa
suburbana dì S. Leonardo in Arcetri, pag. 6-10, Fi-
renze ufficio della Rassegna nazionale, 1897.

s G. Cesare Carraresi, pag. 19.

6 August Schmarsow, X Martin von Liicca und
die Anfànge der Toskanischen Skulptur im Mittelalter,
pag. 197, nota 1, Breslau, G. Schottlander, 1890.

7 Mothes Oscar, Die Baukunst des Mittelatlers in

Italien von der ersten Entwickelung bis zu ìhrer hochsten
Biute, Erster Band, pag. 312, Jena Hermann Coste-
noble, 1884.

8 Robert Davidsohn, Geschichte von Florenz. Er-
ster Band, Aeltere Geschichte, pag. 746, Berlin, Ernst
Siegfried Mittler und Sohn, 1896.

9 Antonio Munoz, Iconografia della Madonna. Studio
delle rappresentazioni della Vergine nei monumenti
d'oriente e d’occidente, pag. 87, Firenze, Alfani e Ven-
turi, editori, 1905.

10 Anton Springer, Handbuch der Kunstgeschichte
111 Die Renaissance in Italien, siebente Auflage, vollig
umgearbeitet von Adolph Philippi, pag. 3, Leipzig,
Verlag von E. A. Seeman, 1904.
 
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