Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc.4
DOI Artikel:
Giglioli, Odoardo H.: Il pulpito romanico della Chiesa di San Leonardo in Arcetri presso Firenze
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0324

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
IL PULPITO ROMANICO

283

Come si vede la rozza opera di scultura non fu dimenticata, ma ancora mi pare che
qualche cosa di più possa dirsi e mi sono quindi proposto di farne uno studio alquanto
minuzioso con lo scopo di chiarire qualche dubbio e colmare le possibili lacune.

Nessuno ha notato, per esempio, che i bassorilievi del pulpito non sono dovuti alla
stessa mano; eppure vi si ravvisano a mio credere quattro maniere, delle quali cercherò di
scindere gli elementi tecnici più individuali e caratteristici.

Lo Schmarsow crede che questo pulpito sia stato eseguito da qualche lavoratore di
mosaico in pietra, il quale invadeva il campo della scultura come decoratore e dava una
superficiale importanza alle scene rappresentate; 1 mentre a mio credere vi sono già indizi
significativi di un’arte plastica svolgentesi attraverso una interpretazione sia pur rudimentale
del sentimento e della forma.

I bassorilievi furono lavorati a parte e fissati poi sul fondo degli specchi liscio e niellato
a forma di mosaico con motivi floreali e geometrici in marmo bianco e smalto nero. Questa
ornamentazione ricorda quella del pulpito nella chiesa di San Miniato al Monte; ma la somi-
glianza maggiore la troviamo nella bellissima cornice che fa da parapetto derivata certa-
mente dall’arte classica romana. Identica è poi la decorazione che inquadra gli specchi del
pulpito e uguali sono i capitelli corinzi, sia nel boccio di fiore dell’ abbaco, come nelle
volute angolari e nei due ordini di foglie striate e accartocciate all’estremità, che stanno
sopra un collarino.

Ma osserviamo innanzi tutto il pulpito nel suo insieme e vediamo quali siano le parti
antiche, quali i restauri e le aggiunte arbitrarie che ne menomarono l’importanza artistica.

L’attuale forma quadrangolare è probabilmente l’originale, ma il pulpito invece d’essere
addossato a una parete era certamente staccato, sostenuto da quattro colonne, delle quali
si conservano solo le anteriori di granito, mentre le posteriori in pietra coi capitelli ionici
rozzamente lavorati attestano il barbaro restauro del 1782.

Tutta la massa pesante, goffa, pure in pietra, che con i suoi architravi, i fregi e le cornici,
poggia direttamente su i capitelli, appartiene alla stessa epoca ; ed in essa il Rumohr2 volle
scorgere la ricopia d’un motivo architettonico del XV secolo.

Noi avvertiamo subito la stonatura di una parte posticcia, che non ha nulla di comune
col pulpito, che è male impostata sui capitelli sporgenti fuor di misura e che, infine, aumenta
sensibilmente l’altezza del pulpito, in origine assai più basso. La cornice, profusamente
ornata di fregi, mensolette, ovuli e dentelli, è antica e genuina solo nella parte marmorea
di prospetto ed in quella che sovrasta il fianco sul quale é rappresentata la Deposizione
dalla croce ; mentre il resto fu rifatto in pietra serena e malamente insudiciato. Le belle
incassature poi, che fanno da cornice ai bassorilievi dell’Adorazione dei Magi, dell’Albero
di Jesse e della Deposizione, non inquadrano più la Natività, la Presentazione al tempio
ed il Battesimo, ove il marmo scolpito è stato surrogato da un ripieno di gesso imbrattato
di colore oscuro, e la niellatura dalla pittura dozzinale d’un imbianchino.

Ho già avvertito che quando fu ricomposto il pulpito nel 1782 non si tenne alcun
conto dell’ ordine iconografico dei bassorilievi, cosicché, nel più gran disordine, vediamo
accoppiate la scena della Deposizione colla Natività, l’Adorazione dei Magi con l’Albero di
Jesse, la Presentazione al tempio col Battesimo.

Io però studierò queste storie separatamente, a seconda della logica e progressiva loro
evoluzione, premettendo che due altri bassorilievi relativi alla vita del Cristo sono andati
perduti, giacché il pulpito, isolato, come ho già detto, presso l’antico presbisterio di S. Piero
Scheraggio, doveva presentare quattro faccie.

Le particolarità tecniche, comuni a tutta l’arte romanica si ritrovano nel pulpito di
Arcetri come nell’architrave della Chiesa di S. Andrea a Pistoia e nel pergamo di Guido

1 August Schmarsow, op. cit., pag. 197. ster Théil, pag. 253, Berlin und Stettin in der Nico-

2 G. F. von Rumohr, Italienische Forschungen. Er- lai’schen Buch hangdlung, 1827.
 
Annotationen