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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI issue:
Fasc.4
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Giglioli, Odoardo H.: Il pulpito romanico della Chiesa di San Leonardo in Arcetri presso Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0332

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IL PULPITO ROMANICO

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la mimica della disperazione nel taglio degli occhi e nella linea della bocca. Anche il fatto
di avere associato alla pietosa tenerezza materna quella del prediletto discepolo mostra che lo
scultore è più avanzato, non solo nella perizia tecnica, ma nel tempo. Sui bracci della croce
lavorata ad opus sedile, con la targhetta monogramma I h S, stanno i due busti d’angeli
come nell’avorio di Milano, ma in attitudine meno simmetrica, con le penne delle ali più
elaborate e più vere. Entrambi gesticolano esprimendo un subitaneo moto di sorpresa ango-
sciata, e uno di essi agita un lembo della veste a guisa di turibolo. Il panneggiamento ese-
guito ancora come un graffito, si rompe in linee che danno effetti di chiaroscuro, dai quali la
stoffa acquista consistenza e movimento. La figura della Vergine però, colle gambe tese roz-
zamente rilevate sotto la veste, è di gran lunga inferiore alle altre.

É certo che i due bassorilievi della Natività e della Deposizione, messi per caso l’uno
accanto all’altro, facilitano lo studio comparativo dei due lavori e ne mostrano le affinità
stilistiche. L’angiolo che dà l’annunzio ai pastori e il Nicodemo, per esempio, si equivalgono
per vivacità d’azione e per giustezza di modellato, segnando il massimo grado evolutivo di
questo pulpito romanico.

Così, passando in rassegna queste sculture, noi abbiamo imparato a conoscere la maniera,
se non il nome, di almeno quattro collaboratori al monumento vetusto e, di essi, l’autore
della Deposizione fu forse il Magister che ricevette l’allogazione.

Odoardo H. Giglioll
 
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