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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0418

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376

MISCELLANEA

scrutare ogni minuzia sino alle più profonde lontananze
dei paesi: tanto sottile è l’acume dei miniatori.

I due fratelli lavorarono per molti anni concorde-
mente insieme sulle carte dei medesimi codici into-
nando vicendevolmente le proprie opere, si che sarebbe
ben difficile discernerne la diversa maniera se non ci
restassero molti manoscritti miniati da Monte dopo la
morte di Gherardo.

Veggasi fra gli altri antifonari di Santa Maria del
Fiore — purtroppo ancora adoperati in coro, con

per Santa Maria del Fiore, circa il 1493, evvi una
Annunciazione simile assai per composizione a quella
della Galleria Estense : ivi pure il fondo della scena
è chiuso da una bifora oltre la quale appare luminosa
una campagna tutta azzurrina; anche, la Vergine ha
forme quali nelle figure del predetto antifonario e della
tavoletta di Modena, ma l’esecuzione è in ogni parte
più fine, il colorito ha maggiore fusione si che si è
indotti a ritenere questa miniatura piuttosto opera di
Gherardo che di Monte, al quale invece si potrebbero

Fig. 4 — Miniatore dell'Italia Settentrionale - Trittico. Roma, Museo Kircheriano.

grave e crescente danno — il graduale della messa
di San Zanobi (segnato R), che Monte di Giovanni
miniò nel 1519:; le figure hanno sui visi il singolare
miscuglio di tinte rosee, violacee e di luci bianche,
e la peculiare forma delle narici rigonfie, come appunto
nella tavoletta di Modena, caratteri cosi compenetrati
nella maniera dell’artista da ritrovarsi persino nel mo-
saico rappresentante San Zanobi, eseguito da Monte
per l’opera del Duomo2: anche nelle grosse tessere
musive, il colorito delle carni conserva le stesse iri-
descenze; gli occhi, come nella Madonna dell 'Annun-
ciazione, sono lagrimosi e con la palpebra inferiore
floscia; il fondo paese è tutto di ceruleo.

Nel messale 3 che Gherardo e Monte alluminarono

1 G. Milanesi, op. cit., pag. 334.

2 G. Milanesi, op. cit., 167. Il mosaico trovasi nel Museo del-
l’Opera.

3 G. Milanesi, op. cit., 261. Il messale è ora nella Biblioteca
Laurenziana.

attribuire le miniature al canone della messa ove ap-
paiono le medesime note formali, ma colori più di-
sgregati.

E risalendo più addietro nell’attività dei due fratelli,
forse anche nel messale della chiesa di Sant’Egidio 1
(conservato ora nel Museo Nazionale) pel quale i pa-
gamenti furono fatti tutti a Gherardo di Giovanni, si
può ritrovare la collaborazione di Monte2: v’è, ad es.,
un non lieve divario fra la miniatura dell 'Annunciazione
(fig. 2) e quella della Pietà (fig. 3). Qui i contorni dei
visi si sformano bizzarramente rassomigliando assai a
quelli della tavoletta modenese, e i colori hanno le
esagerate tonalità di rosa e di viola che si ritrovano
cosi vive nelle miniature di un codice liturgico della
Biblioteca Barberiniana, miniato da Monte; colà le

1 G. Milanesi, op. cit., 293.

2 Secondo il Milanesi (op. cit., pag. 343) nei documenti rile-
rentisi a questo messale si troverebbero nominati anche Monte e
Bartolomeo, fratelli di Gherardo.
 
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