Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:
Miscellanea
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0423

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
MISCELLANEA

38i

lunga tunica segna sul ginocchio, è eccessivamente
brusco e rude. Il Cristo è anche più debole: la figura
sbilenca poggia su gambe storte, il corpo è pesante-
mente panneggiato, e a dirittura goffa è l’attitudine,
che par quella di un adolescente imberbe nell’imba-
razzo dinnanzi a una donna leggiadra. 1 II modellato
delle due figure offre una sproporzione palese: dalle
proporzioni rispettive parrebbe che esse fossero scol-
pite in piani diversi, mentre ciò è escluso dalla loro
posizione e dal loro atteggiamento reciproco.

L’angiolo di sinistra, dalle lunghe chiome alianti al
vento, 1 2 3 dai nastri prolissi ondeggianti intorno al corpo,
richiama subito figure tipiche di Agostino ; ma le sue
vesti, tormentate nelle pieghe e strette al corpo in
modo da disegnare ma non svelare le membra, pre-
sentano una differenza sensibilissima dai veli leggeri
che Agostino dispose, quasi nuvole diafane, attorno
ai corpi dei suoi angioletti. I capelli sono agitati dal
vento; ma sono trattati come grossi filamenti che l’aria
muove, non scompone. Le mani sono d’un modellato
abbastanza elegante, ma non hanno palpiti e calore
di vita, come le mani dalle agili dita che fremono
nervose ; quali diede Agostino ai putti che allietano
la fronte di San Bernardino a Perugia. L’altro angelo,
che ha attitudine più calma e grave, non manca di
leggiadria e di venustà ; ma, più che un tipo di Ago-
stino, esso facilmente richiama un tipo egualmente
toscano, ma di diverso maestro. Lo scultore volle, in
questo angelo, dimostrarsi più libero, mentre nel
primo fu servilmente plagiario di Agostino di Duccio. ’

Non Agostino dunque, ma un suo imitatore e non
di alta levatura, potè eseguire questo bassorilievo.
E sebbene l’arte di Agostino di Duccio sia rimasta nel
secolo xv come un fenomeno quasi isolato, dobbiamo
pur domandarci: può trattarsi di un imitatore del se-
colo xv? Alcuni particolari, di secondaria importanza,
del bassorilievo possono fornire qualche indizio per
stabilirne, sebbene in modo mal sicuro, l’epoca ap-
prossimativa.

Una chimera, dal viso femminile, orna lo scanno
ove siede la santa: e questa reminiscenza dell’anti-
chità classica non presenterebbe nulla di strano in
una scultura del quattrocento. Ma al collo della chi-
mera è appesa una targa araldica, di forma alquanto

1 Ove all’imbarazzo dell’adolescente si contrapponga la grazia
incoraggiante della donna gentile, potrebbe qui ravvisarsi, da uno
studioso faceto, un soggetto di genere, trattato con una punta di
umorismo. Ma lo scultore o falsificatore non ebbe certamente
questa intenzione.

2 II vento è rappresentato nel bassorilievo da una figurina
alata, graffila in alto tra la figura dell’angelo ora descritta e quella
di Cristo.

3 Ammesso che il bassorilievo sia una contraffazione di Ago-
stino di Duccio potrebbe credersi che il falsificatore prendesse
negli angeli a imitare due modelli diversi, per allontanare il so-
spetto dall’opera sua. In realtà questo, per quanto temperatissimo,
eclettismo non può che accrescere i dubbi sull’autenticità del fram-
mento.

pesante: passi l’anacronismo, ma l’accoppiamento di
questi due elementi decorativi non indicherebbe il
gusto mediocre di un’epoca assai più tarda?

La santa ha la testa coperta da un velo, e questo
velo e il mantello si avvolgono intorno al collo ed al
petto, e del tutto li coprono pudicamente. Con strano
contrasto, le parti inferiori del corpo sono invece ap-
pena coperte da una tunica sottile che fa risaltare e
plasma le forme gracili e gentili; sul fianco sinistro
una spaccatura visibilissima, sebbene riallacciata a
tratti, pone a dirittura a nudo le carni. Il dettaglio
richiama irresistibilmente una moda modernissima.

Appunto a un falsificatore del cader del settecento
o meglio della prima metà del secolo xix, io son
tratto ad attribuire questo bassorilievo; dove, se le
figure riproducono modelli del secolo xv, alcuni ac-
cessori riportano a quell’epoca di tarda rifioritura del
classicismo. Dell’epoca stessa sono note altre falsifi-
cazioni di sculture del quattrocento, ove la vera età
è spesso svelata da qualche particolare, che il con-
traffattore tolse al gusto decorativo prevalente nel
suo tempo. Io credo che, nella storia delle falsifica-
zioni, l’enigmatico marmo possa prender posto ac-
canto alla Santa Cecilia di una collezione inglese, che
per non breve tempo ha usurpato il nome di Dona-
tello. Ma se parrà troppo audace l’ipotesi d’una fal-
sificazione, potranno forse valer questi cenni a togliere
almeno, dal novero delle opere attribuite ad Agostino
di Duccio, un’opera non degna di lui.

Enrico Brunelli.

L’anno della morte e la chiesa ove fu sepolto
Allegretto Nucci da Fabriano. — Da qualche anno
avendo fatto alcune ricerche nell’Archivio notarile di
Fabriano, assai importante, i cui atti incominciano
con dieci protocolli scritti in carta di lino dell’antica
fabbrica fabrianese che vanno dal 1247 al 1347, ebbi
a rinvenire negli atti di Diotisalvi di Bonaventura pa-
recchi documenti i quali tutti si riferivano a altret-
tante quietanze rilasciate dagli interessati pei relitti
loro fatti nel suo testamento dal pittore Allegretto
Nucci ed a loro pagati nei giorni 28 e 29 settembre
del 1374 dai due fidecommissari dallo stesso Allegretto
in detto suo testamento nominati. Dai medesimi do-
cumenti, oltre alle molte e varie disposizioni di lasciti
a beneficio dei monasteri, delle chiese, delle frater-
nite, (una delle quali, cioè quella di Santa Maria di
Mercato, istituiva per erede universale, se i figli nasci-
turi da sua moglie Catalina fossero morti in età pu-
pillare) e di ecclesiastici ; (dalle quali si viene chiaro a
palesare lo spirito eminentemente cristiano del pio e
devoto pittore), si può fissare nel termine relativamente
breve di un anno la interessante notizia biografica
della data, finora mal conosciuta e riferita molto più
innanzi, della morte di Allegretto, e si può accertare
in modo indubbio e sicuro il luogo della sua sepol-
 
Annotationen