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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0424

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382

MISCELLANEA

tura, anch’esso fino ad ora erroneamente indicato da
tutti gli storici fabrianesi e dagli storici dell’arte che
da quelli attinsero.

Già sino da quando ebbi a pubblicare, neWAr-
chivio Storico dell’Arte (anno VI, pag. 129), il te-
stamento di Allegretto, la cui particula trovai fra le
carte del conte De-Vecchi acquistate dagli eredi della
contessa Broglio Corradini insieme ad un interessante
Indice di tutti i nomi e cognomi delti Pittori delti
Quadri che sono nelle Chiese della Città di Fabriano;
rilevai che esso aveva scelto sua sepoltura in San Ni-
colò, chiesa posta nel quartiere di Castelvecchio da lui
abitato, e che, contrariamente a quanto avevano affer-
mato gli storici di Fabriano, le ceneri del devoto
maestro di Gentile dovevano riposare nell’antica chiesa
monacale — dove neppure una pietra lo ricorda — e
non in quella di Santa Lucia o di San Domenico,
come oggi volgarmente si noma.

Ora questa circostanza è accertata, come si disse,
dal secondo dei documenti che qui vedono la prima
volta la luce ; mentre con il primo si viene a fissare la
data della morte tra il 26 settembre 1373, data del testa-
mento, ed il 28 settembre del susseguente anno 1374,
spostandola di undici o dodici anni indietro dal 1385,
anno della morte finora erroneamente indicato !...

Quanto ciò interessi la istoria dell’arte, non occorre
dimostrarlo; come non l’occorse quanto giovò alla
riputazione di Gentile da Fabriano lo spostamento
della data dalla sua morte dal 1450 al 1428, come dal
documento scoperto dal compianto Mons. Zonghi.

E ciò ci prova anche una volta quanta poca fede
dobbiamo noi prestare agli storici municipali del Sei
e Settecento (per ciò che riguarda in ispecie la storia
dell’arte) che, come i fabrianesi Lori e De-Vecchi, sul
conto di Allegretto affermarono perfino il genere di
malattia e l’età di 79 anni nella quale la morte lo
avrebbe incolto, con le parole che qui appresso si
riportano e che i nuovi documenti in gran parte smen-
tiscono ; benché siano state accolte dall’autorevole
storico degli artisti marchigiani il marchese Amico
Ricci.1 Egli infatti, citando in nota il manoscritto di
Vincenzo Lori, parlando del Nucci aggiunge: «sor-
preso Allegretto da fierissimi dolori nei fianchi (colica)
cessò di vivere nell’età di 79 anni nel 1385 e fu il suo
cadavere sepolto nella chiesa di Santa Lucia dei PP. di
San Domenico ».

Il Marcoaldi, ultimo e più recente storico fabria-
nese, scrive egli pure: « Morì l’anno 1385 (afferma il
De-Vecchi) per fieri dolori ai fianchi e il suo cadavere
fu sepolto nella chiesa di Santa Lucia, volgarmente
detta di San Domenico », ed infine un mio mano-
scritto il cui originale si conserva nell’archivio di San

1 Nell’ultimo fascicolo di questo periodico Arduino Colasanti
nelle sue Note sull'antica pittura fabrianese, mostrava anch’esso
di dubitare della data della morte di Allegretto, secondo quanto
avevano asserito il De-Vecchi ed il Lori,

Nicolò, aggiunge che fu sepolto nel Capitolo di S. Lu-
cia dei domenicani nel 1370, ma questo manoscritto,
forse mal copiato, contiene altre inesattezze.

Non dispero in ultimo di poter rinvenire qualche
altro documento che venga maggiormente a limitare
il periodo finora conosciuto della morte di Allegretto,
come accadde già pel suo famoso discepolo Gentile
la cui data di morte dopo il documento pubblicato
dai fratelli Zonghi è stata abbreviata da un altro do-
cumento del 14 ottobre 1427 rinvenuto negli archivi di
Roma nel 1902, dal compianto scrittore romano che si
celava col pseudonimo di Carletta; col qua'e è evidente
che la data precisa della morte di Gentile va oramai ri-
stretta fra l’agosto e l’ottobre del 1427, come al relativo
documento di cui si parlò anche in questo periodico.

Ed ora prima di riportare i due nuovi documenti
che soli qui si pubblicano, sento il dovere di riassumere
tutti gli altri, dandone il contenuto nel modo più breve
possibile giacché anche essi danno notizie che possono
interessare la istoria fabrianese ; e di far notare che
Allegretto testò nel 1373 non perchè fosse assai vec-
chio, ma forse per malferma salute e perciò si era ri-
tirato in patria, ove lo si trova presente come testi-
monio a vari atti rogati dallo stesso notaio Diotisalvi
e specialmente in uno del 22 febbraio ed in un altro
del 6 aprile 1372.1

Inizia la serie delle quietanze scritte dal notaio Dio-
tisalvi la prima che si pubblica con la data del 28 settem-
bre 1374, con la quale la Vicarìa del monastero di S. Tom-
maso nel territorio di Fabriano suor Francescuccia di
Pietro, si dichiara pienamente soddisfatta, da Giovanni
di Francesco tintore di Fabriano del quartiere o se-
stiere di Castelvecchio, fedecommissario del fu Alle-
gretto, pittore, pagante anche a nome di Antonio di
Cecco di Auluccio o Aliguccio, altro commissario no-
minato dallo stesso Allegretto, di dieci soldi di denari
di usuale e corrente moneta ; per relitto fatto dal detto
pittore a ciascun monastero di donne sito presso la terra
di Fabriano alla distanza non superiore di un miglio.

Detti lasciti si facevano prò opere ecclesie, ossia per
il restauro delle stesse chiese ed erano assai comuni
nei testamenti di quel tempo.

Sotto la data dello istesso giorno sono registrate le
successive quietanze, di tutti i monasteri che si tro-
vavano in Fabriano e alla distanza di un miglio, dei
dieci soldi come sopra allo stesso scopo pagati dagli
esecutori testamentari e personalmente ricevuti da
suor Catterina di Sandro, abbadessa del monastero di
Santa Maria delle Vergini nel distretto di Fabriano ;
di suor Margherita di Vagnozzo camarlenga del mo-
nastero di San Marco di Fabriano ; da suor Cecilia
di Peccio vicaria del monastero di Santa Margherita

1 Che Allegretto operasse ancora nel penultimo anno di sua
vita Io si prova con la tavola della raccolta Fornari, recante la sua
firma e la data del 1372 : e questa opera è assai difficile sia stata
eseguita a 78 anni di età, come vorrebbero il De-Vecchi e il Lori.
 
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