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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0435

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BIBLIOGRAFIA

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saprà ammettere se non colle più ampie riserve delle
aspirazioni e dei gusti di scuole e di tempi diversi.

« Verrocchio, — egli conchiude, — a vecu aux confins
de deux àges, au moment où l’ancienne école fioren-
tine allait céder la place à Fècole de la Renaissance,
et son ceuvre est un compromis entre ces deux in-
fluences. Il n’est pas encore un disciple de l’Antiquité,
mais il n’est déjà plus un maitre chrétien. Il ne re-
nonce pas à regarder la naturè pour s’inspirer des
statues antiques et il ne subordonne pas l’expression
des pensées à l’étude des forraes ; mais il croit que
l’artiste doit se dégager de toute préoccupation mo-
rale ou religieuse, pour se consacrer exclusivement
à l’étude de la vie et de l’humanité, pour nous les
faire connaitre et nous les Taire aimer. L’artiste ne
cesse pas d’ètre un apòtre. Il est l’apòtre, non de la
religion, mais de la beauté ».

Del libro di Marcel Reymond si può dire in genere
che ha un pregio comune a quelli di molti dei nostri
amici e fratelli latini d’oltralpe, ed è quello di essere
scritto in modo chiaro ed elegante nel tempo stesso.
Non è uno studio arido del soggetto, ma una illu-
strazione dove al raziocinio si accoppia felicemente
un sentimento vivo del bello, che si comunica al let-
tore, trascinato alla sua volta dalle attrattive che of-
frono vicendevolmente l’argomento e chi con tanta
vocazione ha intrapreso a trattarlo.

Gustavo Frizzoni.

Robert H. Hobart Cust, Giovanni Anto-
nio Bazzi, kitherto usually styled « Sodoma ».
The man and thè ftainter, 14J7-1549. Lon-
don, John Murray, 1906.

La conoscenza e lo studio accurato di ogni sorta di
documenti e fonti, nonché della ricchissima biblio-
grafia moderna (per pochi grandi artisti così copiosa
come per il pittore dell 'Estasi di Santa Caterina); la
obbiettività con cui l’A. esamina a fondo tutte le
questioni riguardanti le opere e la vita del pittore ;
le belle e copiose riproduzioni, scelte con criteri nuovi
in modo da sottoporre spesso all’occhio del lettore
dei particolari che, anche a chi non conosce gli ori-
ginali, permettano, per così dire, di accostarvisi, fa-
cendo afferrare lo spirito di bellezza dello stile del-
l’artista, più che non potrebbe la fotografia d’un di-
pinto intero troppo impicciolito : fanno di questo studio
dell’Hobart Cust uno dei migliori libri di storia arti-
stica usciti in questi ultimi tempi per le stampe.

L’A., come promette il titolo, non si è contentato
di esaminare la produzione pittorica del Sodoma, ma
ne ha voluto ricostruire la personalità in tutta la sua
vita di uomo e di artista. Così una questione di cui
egli non poteva mancare di occuparsi è quella del
soprannome col quale l’artista è comunemente noto,
intorno a cui spende ben 17 pagine per sventare con

tutti gli argomenti possibili l’imputazione di vergo-
gnosa immoralità di vita formulata dal Vasari a fine
di spiegare quel sobriquet.

Egli pertanto crede che il nome di Sodoma, con
cui l’artista si chiamava da sè medesimo ed era chia-
mato da papi ed imperatori, non potesse avere alcun
significato disonorante, ma non fosse se non un no-
mignolo datosi, non si sa per qual ragione, dall’ar-
tista medesimo, o meglio un nome di guerra affib-
biatogli per burla, senza alcun cattivo significato, da
qualche accademia o compagnia di cui egli faceva
parte: e ciò secondo un uso abbastanza comune nel
senese.

Un punto importantissimo della vita artistica del
Sodoma, che l'A, esamina con tutti i lumi delle re-
centi scoperte, risguarda la sua educazione artistica.
Per un documento, pubblicato già è molti anni dal
padre Luigi Bruzza, si sapeva che il Sodoma, nativo
di Vercelli, vi fu educato alla pittura per sette anni
dal pittore locale Gian Martino Spanzotti, membro di
una numerosa famiglia di pittori da Casale, del quale
soltanto dal 1899 si conosce un quadro firmato della
Pinacoteca di Torino.

Ora l’Hobart Cust, che già in altro luogo si era
occupato di ricostruire in base a questo quadro la
personalità dello Spanzotti (a cui attribuisce giusta-
mente un altro dipinto della Galleria Albertina in To-
rino, mentre ritiene dovuti alla sua bottega o scuola
il doppio trittico del Duomo di Chieri [1503] ed il
quadro della Genealogia della Vergine nella chiesa di
Sant’Agostino a Casale Monferrato), studia i rapporti
artistici del Sodoma con il suo maestro, notando op-
portunamente le affinità che egli presenta con un altro
scolaro dello Spanzotti : Defendente de’ Ferrari da
Chivasso.

Sarebbe per altro stato desiderabile che l’A. avesse
creduto di prendere in considerazione anche un mo-
desto studio della sottoscritta,1 e si fosse pronunciato
circa l’attribuzione ivi fatta allo Spanzotti degli af-
freschi di San Bernardino di Ivrea, e l’ipotesi che
Gaudenzio Ferrari sia un altro scolaro dello Span-
zotti e quindi condiscepolo del Sodoma.

Circa l’influenza di Leonardo sul Sodoma l’Hobart
Cust suppone che l’artista non fosse in Milano nè
avesse rapporti personali con il maestro, ma che sol-
tanto in patria ne subisse l’influsso che sul finire del
secolo xv dominava tutte le scuole pittoriche di Lom-
bardia. Ciò non di meno resta sempre un problema
non ben risoluto il carattere artistico del Sodoma nella
sua giovinezza, non restando alcuna opera di lui an-
teriore al suo stabilimento in Siena.

I suoi primi dipinti ivi eseguiti pare fossero sopra
tutto ritratti, dei quali rimane soltanto quello d’una

1 Gian Martino Spanzotti da Casale, pittore, ne L’Arte, 1904,
fase. VI.

L’Arte. IX, 50.
 
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