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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI issue:
Fasc. 6
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Ciaccio, Lisetta: Scoltura romana del Rinascimento, [3]: primo periodo (sino al pontificato di Pio II)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0479

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43&

LISETTA CI ACCIO

Notizie precise riferibili al nostro paliotto ci mancano; ma
se noi consideriamo che esso può datarsi approssimativamente
intorno al papato di Callisto III, mentre erroneamente le sue
parti sono dette frammenti della tomba di quel pontefice, e
rammentiamo che lo stesso errore avviene a proposito degli
Apostoli, avanzo probabilmente del sacello dei Santi Andrea e
Jacobo Maggiore eretto appunto da Callisto III, possiamo
essere indotti a supporre anche il paliotto dei quattro dottori
ornamento di quel sacello.

Un’altra scultura dello stesso artefice, che potremmo distin-
guere dagli altri chiamandolo il maestro dei Quattro dottori,
è una statua giacente di papa esistente pure nelle Grotte vati-
cane sotto il n. 136 (fig. 4). Essa offre tutte le caratteristiche di
stile proprie della scuola di scultura di cui abbiamo sin qui
veduto i prodotti e precisamente del nostro maestro dei
Quattro dottori: nella figura rigida e massiccia del papa morto
notiamo il viso stretto ed allungato, con la grande distanza
fra gli occhi e la bocca, le rughe oblique fra le guancie e il
labbro superiore come nel San Gregorio del paliotto ; e del
tutto simili a quelli che porta questo santo papa il camauro
che scende molto al disotto delle orecchie, completamente
coperte, ed il triregno terminato all’apice con un fiocchetto :
e identiche a quelle dei Dottori sono le mani, che sembrereb-
bero guantate, poiché nel dorso sono ornate di una gran
borchia ovale, mentre poi le dita presentano nettò il segno
delle unghie e le piegoline alle giunture, come se fossero nude.

Affine è pure il panneggio a pieghe piatte, specialmente
nella parte superiore della figura; nell’inferiore le tre tuniche
di cui si compone la sottoveste pontificale formano tutte
insieme pieghe dure, rettilinee profonde che non si piegano sui piedi, sì regolarmente com-
poste che la stoffa sembra pieghettata artificialmente. Ma dove la mano del nostro marmo-
raro si rivela più evidente si è nel trattamento dell’ornamentazione, sì nel triregno che nei
ricami della veste e dei cuscini, con i disegni in rilievo, lisci, su un fondo piatto fittamente
graffito a puntini di scalfitura. Le maniche poi sono ornate di quel medesimo festone a forme
ovali che borda il manto del San Gregorio, mentre il colletto risvoltato e ricamato del manto
è identico a quello del Sant’Ambrogio ed i fini ornati del cuscino sono perfettamente nello
stile di chi decorò le sei colonnine del paliotto.

La statua è detta di Alessandro VI (f 1503), ma è assolutamente assurdo riferire ad un
tempo così tardo questa rigida scultura che ha tutti i caratteri dell’arte rinascente bam-
bina; e, poiché di nessun papa del Rinascimento morto nel secolo XV ci manca la sepol-
tura se non di Callisto III (f 1458), è evidente trattarsi della statua funeraria di costui.
E così si spiega anche l’erronea attribuzione di essa al sepolcro di Alessandro VI, sapen-
dosi che appunto nel sepolcro di Callisto III furono deposte le sue spoglie mortali, 1 non
subito dopo la sua morte, bensì nella seconda metà del Cinquecento, ai tempi dell’Alfarano.2

Così fra tanti frammenti ascritti alla tomba di Callisto III, e che non potevano appar-
tenerle, ne abbiamo finalmente trovato uno vero, il quale ci permette di stabilire che l’ar-
tefice del sepolcro del primo papa di casa Borgia fu il maestro dei Quattro dottori, e che
può aiutarci a ricercare se esistano altri frammenti di quel monumento.

Una scultura esistente pure nelle Grotte vaticane, che a differenza delle altre sin qui

Fig'. 3

Maestro dei Quattro Dottori: Paliotto
particolare

Roma, Grotte Vat. - (Fot. Gargiolli)

1 GujMALDr, mss. cit., c. 236,

1 Mss. cit., c. 78.
 
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