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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 6
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0513

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47°

CORRIERI

il loro giudizio esclusivamente sull’esame dei docu-
menti hanno dato tutto il lavoro a Pandolfo Fancelli.

I documenti da essi riferiti ci dicono che dinanzi
agli operai del Duomo di Pisa Pandolfo Fancelli si
era obbligato di eseguire un altare di marmo per
San Biagio e che poi, in un tempo maggiore di quello

pag. 166). Lo studio del monumento ci permette di
distinguere nettamente nel lavoro la parte eseguita
dallo Stagi.

Tralascio la descrizione della struttura architetto-
nica, ancora quattrocentesca, di questo notissimo al-
tare. Insisto invece sull’esame degli ornati dove ap-

Fig. 7 — Pisa, Duomo. Altare di San Biagio
di Pandolfo Fancelli e Stagio Stagi

stabilito in contratto, consegnò il lavoro finito. L’esame
stilistico del monumento senza smentire questa testi-
monianza scritta, consente di affermare che il Fancelli
ebbe lo Stagi per aiuto nell’opera dell’altare. E di
questa collaborazione è ricordo in quei documenti che
gli stessi scrittori riferiscono. Infatti nei libri d’ammi-
nistrazione dell’opera è detto che lo Stagi intagliava
marmi per la cappella di San Biagio la quale ha sopra
di sè maestro Pandolfo. (Debit. e credit., paonazzo,

punto sono distinte le mani dei due maestri. Il fregio
decorativo della predella è in quella forma molto co-
mune in tutto il Quattrocento con puttini e festoni di
frutta su cui posano degli uccelli. I puttini, dalle solide
forme rotonde, pur così leggeri e snelli, ricordano
troppo' da vicino quelli già eseguiti dallo Stagi per il
coro di San Martino di Pietrasanta ; gli uccelli che
posano sui festoni nella predella dell’altare sono simili
a quelli che poi eseguì nel capitello del cero pasquale
 
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