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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 6
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0519

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476

BIBLIOGRAFIA

272. Gruneisen (W. de), Intorno all'antico uso egi-
ziano di raffigurare i defunti collocati avanti al loro
sepolcro. {Archivio della R. Soc. Rom. di Storia Patria,
voi. XXIX, pag. 229-239; Roma, 1906).

Propone alcune obbiezioni alla nuova tesi del Wilpert sul
nimbo quadrato, (cfr. il n. 279 del Bollettino).

273. Kleinclausz (A.), Les peintres des ducs de
Bourgogne. (Rev. de Vart anc. et inod., t. XX, pa-
gine 161-176 e 253-268; Paris, 1906).

Come in Claus Sluter e in altri maestri Filippo l’Ardito
e i duchi suoi successori ebbero i loro scultori ufficiali, così
essi ebbero i loro pittori ufficiali, da Giovanni di Beaumez a
Melchiorre Broederlam. Dell’attività di costoro e del carat-
tere di quest’attività il K. traccia una sintesi chiara e pre-
cisa, concludendo che non si può ammettere l’esistenza di
una scuola particolare alla Borgogna.

274. Malaguzzi Valeri (Francesco), Note d'arte
valtellinese. (Rassegna d'arte, a. VI, pag. 124-128 e
137-140; Milano, 1906).

Interessante contributo per un futuro inventario delle opere
artistiche di cui la regione valtellinese è ricca : sono appunti
sommarii su chiese ed oggetti dimenticati o mal noti del-
l’alta Valtellina. Vengono fra altro brevemente illustrati al-
cuni affreschi di Cipriano Valorsa, buon allievo di Gaudenzio
Ferrari, e un altro affresco esistente a Bormio, nella chiesa
di Sant’Antonio di Combo, con la firma e la data Bertolinus
de Buris 1474.

275. Mesnil (Jacques), Sur quelques gravures du
XVe siècle. {L'^rt Jlamand et hollaudais, a. Ili, sem. II,
pag. 6478; Bruxelles, 1906).

Interessante contributo allo studio dei rapporti frale stampe
fiorentine e le stampe tedesche del xv secolo. Si sofferma
principalmente nell’esame delle serie dei Pianeti, concludendo
per l’indipendenza, artisticamente assoluta, delle versioni fio-
rentine e tedesche : dal punto di vista iconografico ammette
le analogie, ma non crede che possa parlarsi, sia per gli artisti
del Nord sia per quella del Sud, di priorità nell’ invenzione.

276. No vati (P'rancesco), La storia e la stampa
nella produzione popolare italiana. (Emporimn, v°"
lume XXIV, pag. 181-209; Bergamo, 1906).

Il N. nota come l’iconografia popolare sia stata e sia fra
noi troppo negletta, e come sia oggi necessario riparare al
tempo perduto dando un luogo onorevole, accanto all’ inda-
gine dei documenti letterari, a quella altresì dei documenti
figurati della produzione destinata del popolo. Tenta quindi,
a mettere in luce l’importanza di una simile indagine, una
esposizione sintetica delle vicende che hanno sortite, attra-
verso i secoli, la storia e la stampa, forme intimamente con-
giunte dell’attività intellettuale del popolo. L’ interessantis-
simo studio è arricchito da una serie copiosa di riproduzioni,
quasi tutte inedite, di stampe e di altre opere d’artz popolari.

277. Schmerber (Ugo), Betrachtungen iiber die ita-
li enis che Malerei im 17. Jahrhundest. (Zur Kunstge-
schichte des Auslandes, Heft XLII'. — Strassburg,
J. H. ed. Heitz, 1906.

Non è, e non presume di esserlo, una storia della pittura
italiana nel Seicento, opera che si farà aspettare ancora a

lungo se la nascente simpatia degli studiosi verso il deca-
dente secolo xvil non comincerà ad esternarsi in modo meno
platonico. Sono soltanto osservazioni sulle opere più signi-
ficative dei maggiori maestri seicenteschi : brevi, poco pro-
fonde e poco brillanti. Trenta tavole, non bene scelte ma
bene eseguite, accompagnano il testo. /. s.

278. Sirén (Osvald), Florentiner Trecentozeichnun-
gen. ( Jahr. d. Kònigl. preuss. Runstsamml., voi. XXVII,
pag. 208-223; Berlin, 1906).

Attribuisce a Giovanni da Milano il disegno d’una Cro-
cifissione, nel Gabinetto delle Stampe a Berlino ; ad Agnolo
Gaddi un foglio con disegni di teste, nel Museo del Castello
di Milano ; a Spinello Aretino un foglio della collezione del
Louvre, e a Niccolò di Pietro Gerini un altro foglio della
stessa raccolta. Un disegno dell’Albertina — rappresentante una
figura di santa, la Madonna col Bambino ed un devoto — sa-
rebbe da assegnare a Pietro di Domenico da Montepulciano,
pittore del principio del xv secolo che firmò un dipinto ora di
proprietà privata a Napoli, e che è da identificare con l’ar-
tista che l’A. aveva già designato (ne L’Arte, 1904) col
nome di maestro del bambino vispo.

279 Wilpert (Joseph), Le nimbe carré : à propos
d'une monne peinte du Musée Egyptien au Valicali.
(Mélanges d'archéologie et d'histoire, a. XXVI, pag. 3-
14; Rome, 1906).

È nota la teoria del W., secondo la quale il nimbo qua-
drato non ha uno speciale valore e significato iconografico,
e non consiste in altro che nel ritratto inquadrato. La verità
della teoria è comprovata da monumenti che provengono dal-
l’Egitto; e l’A. ne indica un esempio in una mummia dipinta
del iv secolo, acquistata recentemente dal Museo Egiziano
Vaticano. Il W. nota infine come l’uso del nimbo quadrato
si conservi fino al xm secolo, e non oltre.

Storia particolare dei monumenti.

280. Biadego (Giuseppe), La cappella di San Biagio
nella chiesa dei Ss. Nazaro e Celso in Verona. (Nuovo
archivio veneto, N. S., a. VI, t. XI, p. II, pag. 91-134;
Venezia, 1906).

E rifatta, in base a nuove ricerche archivistiche, la storia
della cappella e delle sculture e pitture che essa contiene.
E no'evole il contributo di notizie e di osservazioni, portate
alla biografia di Francesco Morone.

28r. Bode (Wilhelm), Eine Verkiindigung Botti-
cella in der Sammlung Huldchinsky zti Berlin. (Jahr.
d. Konigl. preuss. Runstsamml., voi. XXVII, pag. 245-
248; Berlin, 1906)

L’A. ci dà la triste notizia della vendita all’estero della
piccola Annunciazione del Botticelli, appartenente alla Galleria
Barberihi ! Egli rivendica giustamente al grande maestro il pre-
zioso dipinto del quale il nobilissimo proprietario si è disfatto.

282. Bori (Mario), L' « Annunciazione » di Piero
del Donzello in una cappella Frescobaldi nella chiesa di
S.Spirito. (Riv. d'arte, a. IV, p. 117-123; Firenze, 1906).

E rivendicata a Piero del Donzello la bella Annunciazione
di Santo Spirito, già attribuita erroneamente al Botticelli.

La tavola fu dipinta circa il 1498,
 
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