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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 6
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0521

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478

MISCELLANEA

zione che il Grisar viene scrivendo su La Civiltà cattolica
(cfr. n. 246) intorno al tesoro del Sancta Sanctorum.

294. Sette (Luigi), Le pitture dì San Leonardo di
Lisignago (Estratto dal fase. VII, a. 1905, della Rivista
di studi scientifici Tridentum; Trento, Soc. tip. edi-
trice trentina).

Illustra un ciclo di mediocri ma interessanti affreschi del
secolo xv, esistenti nella chiesetta di San Leonardo presso
Lisignago, e vi nota riscontri con l’arte veronese del Trecento.

295. Suida (Wilhelm), La Giustizia di Traiano.
(.Rassegna d’arte, a. VI, pag. 135-136; Milano, 1906).

Illustra brevemente una stampa di fra Giovanni Maria da
Brescia, che riproduce ìa Giustizia di Traiano, avvertendo
come tale stampa sia da credere tratta da un disegno o da
una pittura di Vincenzo Foppa. L’ipotesi è perfettamente
giustificata, ma il S. vuol dimostrar troppo quando, in base
a un documento relativo a un affresco dipinto dal Foppa
circa il 1490 nella Loggia sulla piazza vecchia di Brescia,
suppone che la stampa possa esser tratta proprio da quel-
l’affresco, che il documento non ci dice che cosa rappresen-
tasse. Il S. ha dimenticato invece che il Foppa ebbe a di-
pingere l’argomento della Giustizia di Traiano in un palazzo
di Milano.

296. Tavenor-Perry (J.), The ambones of Ravello
and Salerno. ( The Buri. Mag., voi. IX, pag. 396-403;
London, 1906).

L’A. dimostra un sincero e fervido entusiasmo per i
monumenti studiati, e una vivissima preoccupazione per la
loro conservazione che teme minacciata. Di ciò gli va data
lode, ma sarebbe stato preferibile un esame più coscienzioso
e serio dei monumenti stessi. Non mancano però nell’articolo
alcune osservazioni assolutamente nuove, come questa che si
può forse notare un’ influenza scandinava nei mosaici del-
l’ambone dell’epistola, a Ravello!

297. Varisco (A.), L’epigrafe del ventaglio mon-
zese detto della regina Teodolinda. (Studi medievali
voi. I, pag. 427-431; Torino, 1905).

Il Melani attribuì il ventaglio al secolo xii (Arte e storia,
1903, pag. 154); il Varisco, pur limitandosi a dare quella
che è la lettura probabile dell’epigrafe, osserva che i caratteri
di questa non sono un ostacolo alla origine che la leggenda
attribuisce al celebrato cimelio.

298. Wickhoff (Franz), Die Hochzeitsbilder San-
dro Botticellis. (Jahr. d, Konigl. preuss. Kunstsamml.,
voi. XXVII, pag. 198 207; Berlin, 1906).

Il soggetto della Primavera del Botticelli è tratto dal
Mythologicon di luilgenzio ove son descritte le nozze del Poeta
con la Satira. Le Grazie, come nello scritto di Fulgenzio,
son presenti : Calliope, nel mezzo, quasi pregnante, indica
allo sposo la Satira che viene agrestemente ignuda — e fiori
le germogliano dalla bocca — accompagnata da Urania che
getta fiori, e dalla Filosofia rappresentata quale divinità del-
l’Aere; lo sposo, a sinistra, ha l’aspetto di Mercurio perchè
Fulgenzio ne aveva lasciata indefinita la figura, e così per
analogia con le nozze di Mercurio e della Filologia di Mar-
ziano Capella, il pittore fu indotto a rappresentare il dio.

Secondo le notizie date dal Vasari, la Primavera faceva
riscontro al dipinto della Nascita di Venere. Questo, secondo
il W., è inspirato al Pervigiliiwi Veneris : la dea spinta dai
mariti hnbres, dai Venti che amorosamente s’intrecciano, ove
la personificazione del monte Ibleo le appresta una veste
fiorita. E da un autore della decadenza, da Resposiano (se-
colo III) è inspirato il dipinto botticelliano di Venere e di
Marte dormenti (Londra), e quello, di ugual soggetto, di
Piero di Cosimo.

299. Wilpert (Giuseppe), Le pitture delP oratorio
di Santa Silvia (Mélanges d’archeologie et d’histoire,
a. XXVI, pag. 15-26; Roma, 1906).

Ottimo contributo all’ illustrazione delle pitture dell’ ora-
torio romano, sia sotto l’aspetto iconografico, sia sotto lo
aspetto storico. Prescindendo da alcuni frammenti più tardi,
il W. tra quelle pitture distingue due gruppi importanti, il
primo del principio del secolo vili, il secondo del principio
del secolo IX, da attribuirsi forse rispettivamente ai ponti-
ficati di Giovanni VII e di Pasquale I.

300. Wilpert (Giuseppe), Le pitture della basilica
primitiva di San Clemente. (Mélanges d'archeologie et
d'histoire, a. XXVI, pag. 251-304; Rome, 1906).

In questo eccellente studio il W. rileva e corregge non
pochi errori commessi, specialmente dal De Rossi e dal Mul-
looly, sia nella spiegazione dei soggetti, sia nella determi-
nazione delle età, e dà notizia di altri avanzi notevoli di
pitture finora inosservate.

La più notevole fra le nuove conclusioni cui perviene l’A.
si è questa che in San Clemente si conserva la più antica
rappresentazione del Giudizio universale (verso 1’ 850) : ed è
quella in cui il Mullooly credette raffigurare l’episodio di
Tobia e scene del Martirio di Santa Caterina. Di simili er-
rori iconografici il W. dà altri esempi; così in un affresco
interpretato per San Cirillo avanti all’imperatore Michele III
il W. riconosce la Storia di Ester e Assuero!

301. Wulff (O.), Unbeachtete Malereien desig Jahr-
hunderts in Florentiner Kirchen und Galerien (Zeìtschr.
f. bild. K., voi. XVII, pag. 262-266; Leipzig, 1906).

In questo primo articolo sull’argomento annunziato, l’au-
tore dà notizia di affreschi di Spinello Aretino in Santa Maria
Maggiore e della scuola di Nicolò di Pietro Gerini in San-
t’Ambrogio. /. c.

Biografia artistica.

302. Davidsohn (Robert), Guido von Siena. (Re-
perì./. Kunsiw., voi. XXIX, pag. 262-267; Berlin, 1906).

Il D. segue l’opinione del Milanesi e del Wickhoff, che
cioè la data dell’unico quadro a noi noto di Guido debba
leggersi MCC(L)XX(X)I, e non MCCXXI ; e conforta la sua
opinione coi passi dei Libri della Biccherna, dove, tra il 1278
e il 1298, ritorna spesso il nome di Guido pictor. Ciò a meno
che non si voglia ammettere, conclude il D., che di un Guido
vissuto intorno al 1221, noi abbiamo un quadro e nessuna
notizia documentale; di un altro, vissuto intorno agli anni
1278-98, nessun quadro e notizie numerosissime.

v, a. rs
 
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