TERRACOTTA DON ATELLIAN A SCOPERTA IN FERRARA
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con l'espressione che ha uno dei nostri santi o Apostoli, nei quali non si stenta a rico-
noscere i fratelli dei santi (ad esempio, Cosma e Damiano) delle porte della sagrestia
ricordata.
Il sentimento plastico dello stiacciato è d'altra parte strettamente donatelliano,
e ci sembra che non possano sfuggire le affinità del cotto ferrarese coi medaglioni della
volta pur della sagrestia di S. Lorenzo, dove il lavoro di stecca ha la stessa efficacia
recisa e quasi violenta, e dove l'architettura presenta le stesse linee semplici, gli stessi
Lille, Museo Wicar - Marmo di Donatello, rappresentante la Dama di Salomè
piani lisci ed essenziali, non tormentati cioè da troppi particolari ornativi che avreb
bero tolta chiarezza alle figure.
Ma si tratta di lavoro del maestro oppure d'un seguace di lui?
Nel 1444 due fiorentini si presentarono al concorso pel monumento equestre di
Niccolò III d'Este: Antonio di Cristoforo e Niccolò Baroncelli. Fu allora che Leon Bat-
tista Alberti pronunziò il parere che fu scorta al giudizio alquanto salomonico d'affidare
il cavallo al Baroncelli e la figura del Principe ad Antonio.1 Compiuto il lavoro, que-
st'ultimo se ne andò a Venezia. Tornò bensì a Ferrara nel 1450 per combinare col
vescovo l'esecuzione di una statua pel Duomo, ma le trattative fallirono, tanto che è
1 Giorgio Vasari, Vite, II (Firenze, 1878),
p. 386; L. ><. Cittadella, Notizie relative a Fer-
rara, I (Ferrara, 1864), pp. 46-49, 415-422; M.
A. Gualandi, Memorie originali italiane riguar-
danti le Belle Arti, IV (Bologna, 1843), pp. 33-42
e V (1844), pp. 178-183; Adolfo Venturi, /
primordi del Rinascimento artistico a Ferrara nella
Rivista storica italiana, I (Torino, 1884), pp. 615-
620; L'arte a Ferrara nel periodo di Borso d'Este
nella stessa Rivista, II (1885), pp. 704-705 e
Storia dell'Arte Italiana, VI (Milano, 1908), pa-
gine 186-196 e 335; Gustavo Gruyer, L'Art
ferrarais (Parigi, 1897), I, pp. 509-515; G. de Ni-
cola, Nicolò di Giovanni Baroncelli nell'Allgemei-
nes Lexikon der bildenden Kùnstler, Il (Lipsia,
1908), p. 517, ecc.
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con l'espressione che ha uno dei nostri santi o Apostoli, nei quali non si stenta a rico-
noscere i fratelli dei santi (ad esempio, Cosma e Damiano) delle porte della sagrestia
ricordata.
Il sentimento plastico dello stiacciato è d'altra parte strettamente donatelliano,
e ci sembra che non possano sfuggire le affinità del cotto ferrarese coi medaglioni della
volta pur della sagrestia di S. Lorenzo, dove il lavoro di stecca ha la stessa efficacia
recisa e quasi violenta, e dove l'architettura presenta le stesse linee semplici, gli stessi
Lille, Museo Wicar - Marmo di Donatello, rappresentante la Dama di Salomè
piani lisci ed essenziali, non tormentati cioè da troppi particolari ornativi che avreb
bero tolta chiarezza alle figure.
Ma si tratta di lavoro del maestro oppure d'un seguace di lui?
Nel 1444 due fiorentini si presentarono al concorso pel monumento equestre di
Niccolò III d'Este: Antonio di Cristoforo e Niccolò Baroncelli. Fu allora che Leon Bat-
tista Alberti pronunziò il parere che fu scorta al giudizio alquanto salomonico d'affidare
il cavallo al Baroncelli e la figura del Principe ad Antonio.1 Compiuto il lavoro, que-
st'ultimo se ne andò a Venezia. Tornò bensì a Ferrara nel 1450 per combinare col
vescovo l'esecuzione di una statua pel Duomo, ma le trattative fallirono, tanto che è
1 Giorgio Vasari, Vite, II (Firenze, 1878),
p. 386; L. ><. Cittadella, Notizie relative a Fer-
rara, I (Ferrara, 1864), pp. 46-49, 415-422; M.
A. Gualandi, Memorie originali italiane riguar-
danti le Belle Arti, IV (Bologna, 1843), pp. 33-42
e V (1844), pp. 178-183; Adolfo Venturi, /
primordi del Rinascimento artistico a Ferrara nella
Rivista storica italiana, I (Torino, 1884), pp. 615-
620; L'arte a Ferrara nel periodo di Borso d'Este
nella stessa Rivista, II (1885), pp. 704-705 e
Storia dell'Arte Italiana, VI (Milano, 1908), pa-
gine 186-196 e 335; Gustavo Gruyer, L'Art
ferrarais (Parigi, 1897), I, pp. 509-515; G. de Ni-
cola, Nicolò di Giovanni Baroncelli nell'Allgemei-
nes Lexikon der bildenden Kùnstler, Il (Lipsia,
1908), p. 517, ecc.