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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 22.1919

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Fasc. 3
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17339#0152

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130

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Nella gran copia di osservazioni disparatissime nulla
di strano che ve ne sia poi alcuna retta e puramente
estetica, poiché la molla prima che spinge il Patrizi ad
occuparsi di queste cose, è certamente — e ne godiamo —
un vago e indeterminato entusiasmo per le belle arti.
Non fu l'ammirazione per il conterraneo Leopardi, che
lo indusse a pubblicare una fotografia del colle dell'In-
finito?

63. Shapley (John). An interior by Adr. van
Ostade (Art in America, aprile 1919).

Nella riproduzione il dipinto rappresentante alcuni
bevitori e appartenente alla Collezione,Harris, pare infe-
riore al van Ostade.

IX. Arte contemporanea.

64. / maestri dell'arte. Monografie d'Artisti
Italiani moderni compilate da Francesco Sa-
pori, n. 1-8: Morelli, Duprè, Costa, Barabino,
Serra, Palizzi, Tito, Vela, Sartorio. Torino, Ce-
lanza, 1918-1919.

Avevamo sperato bene, ricevendo il volumetto de-
dicato al Costa; ma salvo queliti e due o tre riprodu-
zioni da salvare per il Vela, il Dupré e il Morelli, rite-
niamo gli altri numeri perfettamente inutili e dannosi
appunto per il fine divulgativo che si propongono. Non
è da coteste parti che si trova il pocp di buono che l'arte
italiana dell'800 abbia prodotto; e non dovremo poi
avercela a male se gli stranieri così male informati da
noi, "proprio da noi, continueranno a spicciarsi in due
righe e rotti della nostra arte moderna. I brevi cenni
che il Sapori fa precedere ad ogni volumetto sono privi
di qualsiasi valore.

65. Vogeler (Charles). Corot's Italian She-
pherds dancing under trees. (Art in America,
aprile 1919).

Illustrazione di due dipinti di Corot nella Collezione
Bixby di St. Louis; il primo, ch'è del periodo giovanile
(r826-28) e rappresenta il Colosseo veduto dal Palatino,
prepara come motivo il secondo (1860-65) coi danza-
tori italiani sotto gli alberi, simile all'altro del Louvre.

Osservazioni sullo spirito latino di Corot e confronti
fra Corot e Turner.

X. - Iconografia, iconobiologia, biografi, fonti,
documenti, spigolature, cataloghi, guide, ma-
nuali.

66. Aruch (Aldo). Il ricorso dì Lorenzo Ghi-
berti contro la prima sentenza della Signoria Fio-
rentina (17 aprile 1444). (Riv. d'arte, anno X,
numero 1-2).

Documento senza importanza per la storia d'arte.

67. Bacci (Peleo). L\< Assunta » di Sandro Bot-
ticelli nel Duomo di Pisa. — Zanobi Machiavelli a
Pisa (1473-1476). — Il primo saggio di Domenico
del Ghirlandajo a Pisa (1478-1479). (Riv. d'arte,
anno X, n. 1-2).

Documenti relativi a queW Assunta che fu incominciata
e non finita dal Botticelli nel Duomo di Pisa, nel 1474;
a lavori di Zanobi Machiavelli nello stesso Duomo; a
due pitture fatte dal Ghirlandaio in una sala grande
dell'opera del Duomo (1478-1479), ed oggi perdute.

68. Beltrami (Luca). La cappella di Santa
Corona nella Chiesa di S. Maria delle Grazie in
Milano e la Pala d'Altare di Tiziano oggi al Louvre
(Pass, d'arte, sett.-ott. 1918).

Rifa la storia notissima della decorazione della cap-
pella di S. Corona (Gaudenzio o Tiziano), e pubblica
un breve carteggio seicentesco dell'archivio della Chiesa,
relativo a certe pratiche iniziate per inviare la tela di
Tiziano all'Escuriale; pratiche che non ebbero seguito
per la energica opposizione del sagrestano dei Dome-
nicani, padre Enrico Valentino.

69. Pasqui (Ubaldo). Pittori Aretini vissuti
dalla metà del sec. XII al 1527 (Rivista d'Arte,
anno X, n. 1-2).

Documenti d'archivio su una lunga serie di pittori
aretini dal sec. xn al 1527, per la maggior parte non co-
nosciuti; intorno ad altri, ignoti anche al Pasqui, aggiunge
un'appendice il Gamurrini.

70. Coggiola (Giulio). Il ricupero a Vienna
dei cimeli bibliografici italiani. (Emporium, aprile,
1919).

Si tratta non solo del riacquisto degli oggetti depre-
dati nelle province invase, e di quelli ritirati dalle pro-
vince oggi redente, ma anche di quelli asportati in an-
tico e non restituiti dopo la pace del 1866. Fra i cimelii
maggiori d'arte già ottenuti di ritorno, ricordiamo il
Libro d'ore (Scuola ferrarese, fine sec. xv); il Sacramen-
tario della Scuola di Fulda (x secolo), appartenenti il
primo alla Biblioteca Vescovile, il secondo alla Capito-
lare di Udine; il gruppo di incunabuli, già del Cardinal
Bessarione, con i fogli iniziali miniati, che ritornano
alla Marciana; un centinaio di Codici strappati a Na-
poli nel 1718 e comprendenti due codici purpurei del
vi e del ix secolo; una Bibbia alluminata nello stile irlan-
dese, ecc.

Si spera, inoltre, di poter presto restituire alla Estense
di Modena i tre codici mirabilmente miniati, di scuola
ferrarese, che Francesco V si portò in Austria, lasciando
il Ducato. Si tratta della Bibbia di Borso in due volumi,
 
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