APPUNTI PER LA STORIA DELLA PITTURA IN PUGLIA
nitore di Bartolomeo nel 1467. Più tardi Andrea risentì della maniera d'Alvise,1 pur mantenen-
dosi sempre volgare nei tipi e legnoso nell'esecuzione, come nella tavola dì Mussolente del
1502, alla quale mi sembra di dover ravvicinare la tela di Bari.
Opposto a questa si nota, nella basilica di San Nicola, un dipinto della medesima foggia,
offuscato dalle vernici e dal fumo, ma di un maggiore interesse per noi. Vi è rappresentato
San Girolamo in abito cardinalizio nello studio (fig. 15), accompagnato da un canonico dona-
tore; e nell'insieme ricorda subito un altro San Girolamo, nella sacrestia della cattedrale di
Monopoli, già attribuito a Gentile Bellini 2 e poi dal Frizzoni, con dubbio, a scuola senese.3
La tavola di Monopoli è certo eseguita da un artista che conobbe e studiò la scuola pado-
Fig\ 14 — B. Vivarini": Particolare del quadro precedente.
Modugno, Cattedrale.
vana e sembrano veramente indicare Gentile, l'acuto spirito osservativo, la limpida chiarezza
del colorito, la spiccata tendenza al ritratto.
Il quadro di San Nicola non è che una grossolana imitazione di quello. Il Santo siede
ugualmente volto a sinistra, tenendo fermo il libro con una mano e l'altra appoggiata sul
ginocchio; il prelato committente è genuflesso a destra; una doppia fila eli mensole con-
tiene nello stesso modo i libri e le altre suppellettili. Nel fondo vi è anche ripetuto il Cro-
cefisso e la lampada pende da un semplice soffitto di tavole. Le lievi differenze mettono in
rilievo l'abilità del pittore di Monopoli in confronto di quello di Bari. Gilè il Santo pensoso
di profilo, ben sporgente sul fondo, diviene duro, grossolano e si dispone di tre quarti in
una posa di parata; e il committente girato nella persona di tre quarti, sebbene volga la testa
di profilo, sembra senz'altro in questo atteggiamento nella goffa figura segnata dal diligente,
ma inesperto imitatore. Il quale divise l'ambiente con un arco, cinse di cornice il Crocefisso
ed omise i bei tralci di frutta alla padovana. Ad ogni modo risulta chiarissima la sua dipen-
denza dal pittore di Monopoli che è veramente, a mio parere, Gentile Bellini.
Il Nitto de Rossi scrive che Gentile, tornando da Costantinopoli, si fermò a Bari e vi
fece il nostro quadro per incarico del canonico Giacomo Bongiovanni. 1 La tradizione non cor-
1 L. Venturi, op. cit., p. 186. della tomba che rivela, nella seguente iscrizione, il nome
2 B. Berenson, T/ie venetìan painters of Renais- del committente: DOM1NUS . JACOBUS . BONIO-
sance, p. 89. Cavalcasele and Crowe, A History HANNES. | ALME . HUIUS . ECCLESIE . CANO-
of Painting hi north Italy, edited by T. Borenius, NICUS . ET | SCHOLE . PREFECTUS . DIVI .
London, 1912, voi. I, R; 89 e 123. HIERONIMI. | MEMORIE . ET . SUIS IN . DIEM .
3 Art cit dove il dipinto è riprodotto —
" ' " . ' , , 'l,rouul1"- NOVISSIMV. | SERVANDIS . OSSIBUS . V1VENS,
4 Nitto de Rossi, m Prefazione al Codice difilo-
... . • ,, „ T v, , ,. , . HEC . PONI I [ìUSSTT . A. D. 1510. Il dipinto e la
malico barese, I, Bari, 1897, LVI, n. 7. L'A. nel ri- 1 01
ferire la tradizione, afferma che Gentile tornò da Co- tomba sono riprodotti senza particolare menzione dal
stantinopoli nel 1496 invece del 1480 e che morì nel Carabellese, Bari, Bergamo, 1909, p. 123. F. Co-
1501 invece del 1507 (23 febbraio). lavecchio, Guida di Bari, Bari, 1910, p. 68, ricorda
La data del quadro di Bari è presso a poco quello la tavola assegnandola al sec. xv.
nitore di Bartolomeo nel 1467. Più tardi Andrea risentì della maniera d'Alvise,1 pur mantenen-
dosi sempre volgare nei tipi e legnoso nell'esecuzione, come nella tavola dì Mussolente del
1502, alla quale mi sembra di dover ravvicinare la tela di Bari.
Opposto a questa si nota, nella basilica di San Nicola, un dipinto della medesima foggia,
offuscato dalle vernici e dal fumo, ma di un maggiore interesse per noi. Vi è rappresentato
San Girolamo in abito cardinalizio nello studio (fig. 15), accompagnato da un canonico dona-
tore; e nell'insieme ricorda subito un altro San Girolamo, nella sacrestia della cattedrale di
Monopoli, già attribuito a Gentile Bellini 2 e poi dal Frizzoni, con dubbio, a scuola senese.3
La tavola di Monopoli è certo eseguita da un artista che conobbe e studiò la scuola pado-
Fig\ 14 — B. Vivarini": Particolare del quadro precedente.
Modugno, Cattedrale.
vana e sembrano veramente indicare Gentile, l'acuto spirito osservativo, la limpida chiarezza
del colorito, la spiccata tendenza al ritratto.
Il quadro di San Nicola non è che una grossolana imitazione di quello. Il Santo siede
ugualmente volto a sinistra, tenendo fermo il libro con una mano e l'altra appoggiata sul
ginocchio; il prelato committente è genuflesso a destra; una doppia fila eli mensole con-
tiene nello stesso modo i libri e le altre suppellettili. Nel fondo vi è anche ripetuto il Cro-
cefisso e la lampada pende da un semplice soffitto di tavole. Le lievi differenze mettono in
rilievo l'abilità del pittore di Monopoli in confronto di quello di Bari. Gilè il Santo pensoso
di profilo, ben sporgente sul fondo, diviene duro, grossolano e si dispone di tre quarti in
una posa di parata; e il committente girato nella persona di tre quarti, sebbene volga la testa
di profilo, sembra senz'altro in questo atteggiamento nella goffa figura segnata dal diligente,
ma inesperto imitatore. Il quale divise l'ambiente con un arco, cinse di cornice il Crocefisso
ed omise i bei tralci di frutta alla padovana. Ad ogni modo risulta chiarissima la sua dipen-
denza dal pittore di Monopoli che è veramente, a mio parere, Gentile Bellini.
Il Nitto de Rossi scrive che Gentile, tornando da Costantinopoli, si fermò a Bari e vi
fece il nostro quadro per incarico del canonico Giacomo Bongiovanni. 1 La tradizione non cor-
1 L. Venturi, op. cit., p. 186. della tomba che rivela, nella seguente iscrizione, il nome
2 B. Berenson, T/ie venetìan painters of Renais- del committente: DOM1NUS . JACOBUS . BONIO-
sance, p. 89. Cavalcasele and Crowe, A History HANNES. | ALME . HUIUS . ECCLESIE . CANO-
of Painting hi north Italy, edited by T. Borenius, NICUS . ET | SCHOLE . PREFECTUS . DIVI .
London, 1912, voi. I, R; 89 e 123. HIERONIMI. | MEMORIE . ET . SUIS IN . DIEM .
3 Art cit dove il dipinto è riprodotto —
" ' " . ' , , 'l,rouul1"- NOVISSIMV. | SERVANDIS . OSSIBUS . V1VENS,
4 Nitto de Rossi, m Prefazione al Codice difilo-
... . • ,, „ T v, , ,. , . HEC . PONI I [ìUSSTT . A. D. 1510. Il dipinto e la
malico barese, I, Bari, 1897, LVI, n. 7. L'A. nel ri- 1 01
ferire la tradizione, afferma che Gentile tornò da Co- tomba sono riprodotti senza particolare menzione dal
stantinopoli nel 1496 invece del 1480 e che morì nel Carabellese, Bari, Bergamo, 1909, p. 123. F. Co-
1501 invece del 1507 (23 febbraio). lavecchio, Guida di Bari, Bari, 1910, p. 68, ricorda
La data del quadro di Bari è presso a poco quello la tavola assegnandola al sec. xv.