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MARY PITTALUGA
simbolico aspetto della Trinità, ma la croce, la croce soltanto, che grandeggia stretta
entro i limiti dell'incorniciatura. Ora, se il Thode avesse avuto ben presente ciò, ossia i
caratteri iconografici del quadro di Torino, sono certa che non avrebbe espresso in forma
dubbia la sua identificazione felice. Risulta infatti da sicuro indizio che anche nella tela
di S. Gerolamo la croce doveva esser l'oggetto saliente, nonostante le tre figure sotto-
stanti; doveva esserlo, se il Ridolfi, consapevole dell'anteriore letteratura, ne trascura la
consueta denominazione, e intitola l'opera tintorettesca di quella chiesa, Cristo in Croce,
« sostenuto da Dio Padre in un cielo, S. Adriano a' piedi con i SS. Francesco et Antonio,
Fig. i — Tintoretto : La Trinità. Torino, R. Pinacoteca.
(Fot. Alinari).
ginocchiati ». Certamente, a chi ben pensi, non può sfuggire, per la soluzione del problema,
l'alto significato di questa segnatura, la (piale ci viene da uno scrittore, che senza dubbio
vide il quadro, e che è solito fissare con scrupolosa diligenza il carattere essenziale delle
opere, dal punto di vista iconografico. Il Ridolfi scorse, nella tela, gli aspetti, che facevan
d'essa un'adorazione, per parte di tre santi, delle persone della Trinità: ma sopratutto
scorse ciò che l'autore volle dominasse, la figura del Dio crocifisso, che è ciò che domina
pur oggi nel quadro di Torino.
11 resto viene da sè, come ho detto, per forza logica: poiché la Trinità di Torino,
nonostante un certo sforzo negli scorci, nonostante la pesantezza vinosa del colore (ac-
centuati, l'uno e l'altro, dal tempo e dal restauro), è indubbiamente cosa di Iacopo, su
cui anche la critica più severa non discute, dal Berenson al Thode, all'Holborn, all'Osma-
ston; poiché il più attento esame delle fonti non suggerisce altra opera, che con questa
possa identificarsi, non avendo il Robusti, al dir dei vecchi scrittori, trattato così simile
soggetto, se non per S. Gerolamo, (nè si capirebbe il motivo per cui opera notevole,
come questa di Torino, avrebbe dovuto esser da lutti trascurata); poiché, d'altra parte,
non saprei veder oggi cosa del Tintoretto, o al Tintoretto attribuibile, la quale possa ri-
MARY PITTALUGA
simbolico aspetto della Trinità, ma la croce, la croce soltanto, che grandeggia stretta
entro i limiti dell'incorniciatura. Ora, se il Thode avesse avuto ben presente ciò, ossia i
caratteri iconografici del quadro di Torino, sono certa che non avrebbe espresso in forma
dubbia la sua identificazione felice. Risulta infatti da sicuro indizio che anche nella tela
di S. Gerolamo la croce doveva esser l'oggetto saliente, nonostante le tre figure sotto-
stanti; doveva esserlo, se il Ridolfi, consapevole dell'anteriore letteratura, ne trascura la
consueta denominazione, e intitola l'opera tintorettesca di quella chiesa, Cristo in Croce,
« sostenuto da Dio Padre in un cielo, S. Adriano a' piedi con i SS. Francesco et Antonio,
Fig. i — Tintoretto : La Trinità. Torino, R. Pinacoteca.
(Fot. Alinari).
ginocchiati ». Certamente, a chi ben pensi, non può sfuggire, per la soluzione del problema,
l'alto significato di questa segnatura, la (piale ci viene da uno scrittore, che senza dubbio
vide il quadro, e che è solito fissare con scrupolosa diligenza il carattere essenziale delle
opere, dal punto di vista iconografico. Il Ridolfi scorse, nella tela, gli aspetti, che facevan
d'essa un'adorazione, per parte di tre santi, delle persone della Trinità: ma sopratutto
scorse ciò che l'autore volle dominasse, la figura del Dio crocifisso, che è ciò che domina
pur oggi nel quadro di Torino.
11 resto viene da sè, come ho detto, per forza logica: poiché la Trinità di Torino,
nonostante un certo sforzo negli scorci, nonostante la pesantezza vinosa del colore (ac-
centuati, l'uno e l'altro, dal tempo e dal restauro), è indubbiamente cosa di Iacopo, su
cui anche la critica più severa non discute, dal Berenson al Thode, all'Holborn, all'Osma-
ston; poiché il più attento esame delle fonti non suggerisce altra opera, che con questa
possa identificarsi, non avendo il Robusti, al dir dei vecchi scrittori, trattato così simile
soggetto, se non per S. Gerolamo, (nè si capirebbe il motivo per cui opera notevole,
come questa di Torino, avrebbe dovuto esser da lutti trascurata); poiché, d'altra parte,
non saprei veder oggi cosa del Tintoretto, o al Tintoretto attribuibile, la quale possa ri-