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Baruffateli, e con lui tutti gli altri sulla fede dell’ Orlandi. Viveva ancora nel 1480,
Recentissima è la scoperta di due contratti fatti da Cosimo in quell* anno
co’ rogiti del notajo ferrarese Bartolomeo Goghi esistenti nell’ archivio notarile
di Ferrara. Giova il ripeterli quantunque accennati dal eh. Sig. con. Laderchi,
e dal eh. Sig. con. Avventi nella prima nota alla di lui descrizione dei dipinti
di Shivanoja9 ove ne diede il seguente estratto.
In Christi nomine Amen* Anno eiusdem nostrae redemptionis millesimo
quadringentesimo oduagesimo. Indictione Tertiadeeìma,
Eniptio prò Cosimo Pletore ab Antonio de Franco,
Die odavajebruarj Ferrariae in Ecclesia Cathedrali, et prope Baptiste-
riurn magnani praesentibus Testibus vocatis et rogatis egregiis lacobo Ben-
dedeo quondam Francisci Jilio habitante Ferrariae in contrada Buccaca-
nalìum, lohanne Baptista a Caligis Jilio ser Francisci et habitante Ferrariae
in contrada Sancii Gregorj etc. etc* Antonio de Franchi vende unam Do-
mani cupatam , murai am , et solaratam et cuiuscumque suis didionibus
sitam in contrada Omninm Sanctorum,
Praestantissimo Viro Cosimo omnium nostri temporis Pidori Jilio quon-
dam magistri Dominici praesenti et emendi prò se et suis etc. etc.
Die odavo niensis Jebruarj Ferrariae 9 in officio Banchae stipendiatorum
praesentibus Testibus vocatis et rogatis Philippo Panizzato quondam Magistri
Nicolai, lohanne Baptista a Caligis quondam Francisci,
Providus Vir Philippus Dodorius quondam Rainaldi civis Jerrariensis
spontè et sua certa scientia , et nullo didi aut facti dudus errore, omni
rnellori modo , vi, et forma rationis et modis quibus magis et melius potuit,
vende una casa posta in Via d’ Ogni Santi.
Industrioso Viro Cosimo Pidori quondam magistri Dominici etc. etc.
Reca veramente sorpresa il numero de’ dipinti di Cosimo Tura, se si voglia
considerare e la vastità di molti, e 1’ infinita diligenza eh’ egli v’ impiegava. Ne
recheremo alcuni non venuti a notizia del Baruffaldi.
Ampio e complicato fu quello che Lilio Gregorio Giraldi in principio della
Histor Poet. scrisse aver veduto alla Mirandola nella copiosissima Libreria della
illustre famiglia Pico ante cognalas discordias, ove, diremo col nostro Petrucci,
99 Cosimo Tura espresse la poesia e gli antichi poeti, delle quali cose il Giraldi
99 dà una succinta e bella descrizione. Ma questi perirono, siccome altri ne
99 andarono dispersi per le notissime vicende di quella famiglia, e dopo la morte
99 di Gian Francesco, a tradimento ucciso dal nipote. E Ludovico Carbone nel
99 suo dialogo > De amoenitate, utilifate, magnijicentia Herculei Parchi —
99 attesta ancora aver il nostro pittore operato nel palazzo di delizie di Belfiore,
99 fabbricato nel iSqa dal marchese Alberto d’Este, e abbellito dal duca Borso,
99 ma ora pur esso distrutto 99.
Altri suoi dipinti registrò il Cittadella, cioè varii quadretti con la vita di
S. Eustachio, ed un’Annunziata nel convento di S. Guglielmo, un S. Gio.
Battista presso il Cittadella medesimo, una Madonna nel monastero di S. Vito,
altra in quello del Corpus Domini, un S. Nicola in quello di S. Monaca, una
tavola grande in quello di S. Antonio, esprimente il Crocifisso con S. Giovanni
la Maddalena ed altri santi, una Madonna in quello di S. Agostino, altre due
in quello di S. Caterina martire , finalmente un S. Francesco al monte d’ Ab
verno, una Sladonna, ed un S. Giorgio nella collezione Rizzoni.
Baruffateli, e con lui tutti gli altri sulla fede dell’ Orlandi. Viveva ancora nel 1480,
Recentissima è la scoperta di due contratti fatti da Cosimo in quell* anno
co’ rogiti del notajo ferrarese Bartolomeo Goghi esistenti nell’ archivio notarile
di Ferrara. Giova il ripeterli quantunque accennati dal eh. Sig. con. Laderchi,
e dal eh. Sig. con. Avventi nella prima nota alla di lui descrizione dei dipinti
di Shivanoja9 ove ne diede il seguente estratto.
In Christi nomine Amen* Anno eiusdem nostrae redemptionis millesimo
quadringentesimo oduagesimo. Indictione Tertiadeeìma,
Eniptio prò Cosimo Pletore ab Antonio de Franco,
Die odavajebruarj Ferrariae in Ecclesia Cathedrali, et prope Baptiste-
riurn magnani praesentibus Testibus vocatis et rogatis egregiis lacobo Ben-
dedeo quondam Francisci Jilio habitante Ferrariae in contrada Buccaca-
nalìum, lohanne Baptista a Caligis Jilio ser Francisci et habitante Ferrariae
in contrada Sancii Gregorj etc. etc* Antonio de Franchi vende unam Do-
mani cupatam , murai am , et solaratam et cuiuscumque suis didionibus
sitam in contrada Omninm Sanctorum,
Praestantissimo Viro Cosimo omnium nostri temporis Pidori Jilio quon-
dam magistri Dominici praesenti et emendi prò se et suis etc. etc.
Die odavo niensis Jebruarj Ferrariae 9 in officio Banchae stipendiatorum
praesentibus Testibus vocatis et rogatis Philippo Panizzato quondam Magistri
Nicolai, lohanne Baptista a Caligis quondam Francisci,
Providus Vir Philippus Dodorius quondam Rainaldi civis Jerrariensis
spontè et sua certa scientia , et nullo didi aut facti dudus errore, omni
rnellori modo , vi, et forma rationis et modis quibus magis et melius potuit,
vende una casa posta in Via d’ Ogni Santi.
Industrioso Viro Cosimo Pidori quondam magistri Dominici etc. etc.
Reca veramente sorpresa il numero de’ dipinti di Cosimo Tura, se si voglia
considerare e la vastità di molti, e 1’ infinita diligenza eh’ egli v’ impiegava. Ne
recheremo alcuni non venuti a notizia del Baruffaldi.
Ampio e complicato fu quello che Lilio Gregorio Giraldi in principio della
Histor Poet. scrisse aver veduto alla Mirandola nella copiosissima Libreria della
illustre famiglia Pico ante cognalas discordias, ove, diremo col nostro Petrucci,
99 Cosimo Tura espresse la poesia e gli antichi poeti, delle quali cose il Giraldi
99 dà una succinta e bella descrizione. Ma questi perirono, siccome altri ne
99 andarono dispersi per le notissime vicende di quella famiglia, e dopo la morte
99 di Gian Francesco, a tradimento ucciso dal nipote. E Ludovico Carbone nel
99 suo dialogo > De amoenitate, utilifate, magnijicentia Herculei Parchi —
99 attesta ancora aver il nostro pittore operato nel palazzo di delizie di Belfiore,
99 fabbricato nel iSqa dal marchese Alberto d’Este, e abbellito dal duca Borso,
99 ma ora pur esso distrutto 99.
Altri suoi dipinti registrò il Cittadella, cioè varii quadretti con la vita di
S. Eustachio, ed un’Annunziata nel convento di S. Guglielmo, un S. Gio.
Battista presso il Cittadella medesimo, una Madonna nel monastero di S. Vito,
altra in quello del Corpus Domini, un S. Nicola in quello di S. Monaca, una
tavola grande in quello di S. Antonio, esprimente il Crocifisso con S. Giovanni
la Maddalena ed altri santi, una Madonna in quello di S. Agostino, altre due
in quello di S. Caterina martire , finalmente un S. Francesco al monte d’ Ab
verno, una Sladonna, ed un S. Giorgio nella collezione Rizzoni.