■Stilla il;
"**bk|l
’ WiStioij
Wje|^
L
R, secondoib
latore il quale®
Re ledere
quella ch’egli te
i fornài in
anca alquante:
L5.LLP.M
mie. uè Édi
n^ètioM
de teiere inizia
eie della piito3*
l, Giovanili; &
i torcali
priagfeU Tinte
I qoaie l’annoi
^tfural*
>- 101 —
Morte in Ferrara a prezzo di ducati 40 marchesani,
la qual tavola al presente sta appesa nel coretto su-
periore di detto oratorio (1). Potrebbe essere, che
fosse quel Nicolò annoverato fra li quattro soprade-
scritti, col nome di Nicola, ma anche sopra gli anni
ne’ quali egli fioriva, sarebbevi da disputare, e per-
ciò non si può conchiudere essere uno di quelli (2).
(i) Rappresentava la B. V. col Bambino sedente sotto ad un trono con tre
angioletti sull’ ultimo gradino che suonavano stromenti : e in piedi alle parti
S. Giacomo apostolo, e S. Elena colla croce. Questa tavola ò andata smarrita.
(a) Il nostro autore nel Suppl. et animadvers. ad Hist. alm. Ferr. Gymn.
del Borsetti part. i pag. reca assai a proposito un medaglione di questa
artista, che ha molta attinenza con Ferrara, mentre rappresenta l’imperatore
Giovanni Paleolago che fu presente al Concilio ecumenico tenuto in questa città
Fanno i438 , e che a cagione di pestilenza fu d’uopo terminare a Firenze.
Questo valente pittore, e fonditore di medaglie ebbe nome Vittore, come si
apprende dal Maffei ( Ferona illustrata parte III., pag. i53 , e 194 ) , dal
Lanzi e da Cicognara, il quale nella sua storia della scoltura reca la iscrizione
fatta dall’ autore in un quadro rappresentante la sacra famiglia, con una S.
Catterina presso il commendatore del Pozzo, ove leggesi in un cartello opera
di vettor pisanello de s. vi veronese per lo che viene a conoscersi eh’ egli era
nativo di S. Vitto sul veronese, o pure secondo il Lanzi di S. Vigilio sul lago
di Garda nel territorio medesimo. Il eh. Laderchi ricorda nella galleria Costa-
bili una tavola non molto grande su cui dipinto un S. Giorgio armato, con
largo cappello, la croce disegnata sul di dietro della s opratesi e : V impu-
gnatura della spada ? gli sproni ì e la testiera del cavallo , di cui vedesi la
sola testa, sono dorati di rilievo: sotto i piedi ha il drago: e S. Antonio
abate con gran barba ed aureola d9 oro : neW alto , in mezzo a nuvole do-
rate , la B. F. col figliuolo fira le braccia : al basso sfa scritto Pisanus p.
Tito Strozzi commendò il pittore Pisano nella terza elegia del libro secondo
degli Erotemata. Ebbe egli per discepolo un ferrarese che dipinse in Padova,
sconosciuto al Baruffaldi, ed al Cittadella, ma cognito al Lanzi, che però lo
credè scolaro del Mantegna o dello Squarcione. Una tavoletta di questo pittor
ferrarese con S. Girolamo nel deserto, condotta con molto valore, viene ricor-
data assieme ad altri due della stessa mano dal Laderchi, ed è quella che ci
scopre il di lui maestro per mezzo d’un cartello che si vede in fondo alla
tavoletta di S. Girolamo, ove sta scritto bonvs ferrariensis pisani discipvlvs.
È da ricordarsi che a questo Pisano o Pisanello vennero confusamente assegnate
nelle Guide di Ferrara alcuni quadri che in riguardo d’ epoca e di disegno
non possono appartenergli.
"**bk|l
’ WiStioij
Wje|^
L
R, secondoib
latore il quale®
Re ledere
quella ch’egli te
i fornài in
anca alquante:
L5.LLP.M
mie. uè Édi
n^ètioM
de teiere inizia
eie della piito3*
l, Giovanili; &
i torcali
priagfeU Tinte
I qoaie l’annoi
^tfural*
>- 101 —
Morte in Ferrara a prezzo di ducati 40 marchesani,
la qual tavola al presente sta appesa nel coretto su-
periore di detto oratorio (1). Potrebbe essere, che
fosse quel Nicolò annoverato fra li quattro soprade-
scritti, col nome di Nicola, ma anche sopra gli anni
ne’ quali egli fioriva, sarebbevi da disputare, e per-
ciò non si può conchiudere essere uno di quelli (2).
(i) Rappresentava la B. V. col Bambino sedente sotto ad un trono con tre
angioletti sull’ ultimo gradino che suonavano stromenti : e in piedi alle parti
S. Giacomo apostolo, e S. Elena colla croce. Questa tavola ò andata smarrita.
(a) Il nostro autore nel Suppl. et animadvers. ad Hist. alm. Ferr. Gymn.
del Borsetti part. i pag. reca assai a proposito un medaglione di questa
artista, che ha molta attinenza con Ferrara, mentre rappresenta l’imperatore
Giovanni Paleolago che fu presente al Concilio ecumenico tenuto in questa città
Fanno i438 , e che a cagione di pestilenza fu d’uopo terminare a Firenze.
Questo valente pittore, e fonditore di medaglie ebbe nome Vittore, come si
apprende dal Maffei ( Ferona illustrata parte III., pag. i53 , e 194 ) , dal
Lanzi e da Cicognara, il quale nella sua storia della scoltura reca la iscrizione
fatta dall’ autore in un quadro rappresentante la sacra famiglia, con una S.
Catterina presso il commendatore del Pozzo, ove leggesi in un cartello opera
di vettor pisanello de s. vi veronese per lo che viene a conoscersi eh’ egli era
nativo di S. Vitto sul veronese, o pure secondo il Lanzi di S. Vigilio sul lago
di Garda nel territorio medesimo. Il eh. Laderchi ricorda nella galleria Costa-
bili una tavola non molto grande su cui dipinto un S. Giorgio armato, con
largo cappello, la croce disegnata sul di dietro della s opratesi e : V impu-
gnatura della spada ? gli sproni ì e la testiera del cavallo , di cui vedesi la
sola testa, sono dorati di rilievo: sotto i piedi ha il drago: e S. Antonio
abate con gran barba ed aureola d9 oro : neW alto , in mezzo a nuvole do-
rate , la B. F. col figliuolo fira le braccia : al basso sfa scritto Pisanus p.
Tito Strozzi commendò il pittore Pisano nella terza elegia del libro secondo
degli Erotemata. Ebbe egli per discepolo un ferrarese che dipinse in Padova,
sconosciuto al Baruffaldi, ed al Cittadella, ma cognito al Lanzi, che però lo
credè scolaro del Mantegna o dello Squarcione. Una tavoletta di questo pittor
ferrarese con S. Girolamo nel deserto, condotta con molto valore, viene ricor-
data assieme ad altri due della stessa mano dal Laderchi, ed è quella che ci
scopre il di lui maestro per mezzo d’un cartello che si vede in fondo alla
tavoletta di S. Girolamo, ove sta scritto bonvs ferrariensis pisani discipvlvs.
È da ricordarsi che a questo Pisano o Pisanello vennero confusamente assegnate
nelle Guide di Ferrara alcuni quadri che in riguardo d’ epoca e di disegno
non possono appartenergli.