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chelangelo Buonarroti 9 e dell’ insuperabile Tiziano
alla repubblica di Venezia, nacque Alfonso Lom-
delti da Lucca, alias Lombardi, senza figli e senza testamento, e fosse suo
erede Sigismondo Lombardi , al quale furono abbonati scudi venti a conto
di pigioni arretrate, per una statua di s. Procolo cominciata e non finita
dal suddetto Alfonso. Ma noi potremo francamente rispondere che tutto ciò
altro non potrebbe provare se non che esservi stato al mondo ed avere abitato
in Bologna a quel tempo un Alfonso da Lucca , e un Alfonso de’ Cittadelli da
Lucca, e non mai che il nostro Alfonso Lombardi non fosse ferrarese ma luc-
chese. Per ferrarese fu tenuto sempre dagli scrittori suoi contemporanei*, da
quelli che vissero non molto lontano da lui; da tutti gli altri posteriori sino a
nostri giorni, eh’ ebbero a parlarne ; e, quel che più conta, da se medesimo
chiamatosi ferrarese. Il Vasari che ne inserì la vita nella sua opera delle Pite
de* più eccellenti architetti pittori e scultori italiani ; che operò con lui in
Bologna al tempo della incoronazione di Carlo V, imperatore, egli dipingendo
archi trionfali e F altro lavorando a stucco medaglioni per la facciata di s. Pe-
tronio ; che a concorrenza di lui in Firenze avea ritratto quel duca Alessandro
Medici, il Vasari lo chiama alfonso lombardi ferrarese o da Ferrara. La te-
stimonianza del quale è tanto più credìbile in quanto che tenero, com’ era
costui, degli artisti toscani da misconoscere spesso i meriti di quelli che in di-
versa parte d’Italia ebbero i natali, non avrebbe tolto ad una città toscana
sì eccellente maestro per darlo ad altra di diversa provincia. Muzio Giustinopo*
litano, scrivendo nel 1646 alla marchesana del Vasto (forse non per anco
scorsi due lustri dalla morte del Lombardi ) la consiglia di prendere per mo-
dello alla statua del defonto suo marito, che Leone aretino dovea operare, le
due statue da Alfonso da Ferrara scolpite a Francesco Gonzaga ed a monsi-
gnor di Foix •«-* lettere lib, 5 let, q (*) — Il Superbi nel suo Apparato degli
(*) Giova qui aggiungere due lettere scritte da Federico IL, primo Duca
ài Mantova, al nostro Alfonso, pubblicate per la prima volta nel 1840 dal
Gaye a pag. 2.46 e a5o de" Documenti di Stor. Ital. e carteggio d’Artisti, in
Firenze pel Molini. Interessano queste lettere, mentre sembra che ci ricor-
dino altre opere affidate da quel Duca, ad Alfonso, e perchè ivi si accerta
che questi era ferrarese , e si onora col titolo di nobile, venuto a notizia
della Corte di Mantova, non solo pel proprio valore, ma facilmente perchè
era moglie a Francesco, e madre a Federico la dotta Isabella d' Este, tan-
to amica delle scienze, delle belle arti e di quelli che le professavano,
” A messer Alfonso ferrarese scultore 99
” Messer Alfonso. Perchè io credo che ora mai le Teste che dovete finire,
” debbano essere finite, et che potrestine aspettare che le mandassi a pi-
” gliare considerando che per le strade cattive che sono, mandandole a levar
99 sopra muli, alle volte per disgrazia, cascando qualche multo , se potriano
99 guastare, et che più sicuramente se potriano condurre per acqua*, nè parse
sfarvi intendere , che se sono finite integramente, vogliamo pigliar cura di
sfarli imbarcare a Corticella e farle condurre, accompagnandole voi iu
99 persona: et gionto a Ferrara facciate intendere allo III. Signor Duca 0
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j^ta- Storia
medita fa
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il in fiali « i.
«In più prato aule
ir« tonfilo,
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chelangelo Buonarroti 9 e dell’ insuperabile Tiziano
alla repubblica di Venezia, nacque Alfonso Lom-
delti da Lucca, alias Lombardi, senza figli e senza testamento, e fosse suo
erede Sigismondo Lombardi , al quale furono abbonati scudi venti a conto
di pigioni arretrate, per una statua di s. Procolo cominciata e non finita
dal suddetto Alfonso. Ma noi potremo francamente rispondere che tutto ciò
altro non potrebbe provare se non che esservi stato al mondo ed avere abitato
in Bologna a quel tempo un Alfonso da Lucca , e un Alfonso de’ Cittadelli da
Lucca, e non mai che il nostro Alfonso Lombardi non fosse ferrarese ma luc-
chese. Per ferrarese fu tenuto sempre dagli scrittori suoi contemporanei*, da
quelli che vissero non molto lontano da lui; da tutti gli altri posteriori sino a
nostri giorni, eh’ ebbero a parlarne ; e, quel che più conta, da se medesimo
chiamatosi ferrarese. Il Vasari che ne inserì la vita nella sua opera delle Pite
de* più eccellenti architetti pittori e scultori italiani ; che operò con lui in
Bologna al tempo della incoronazione di Carlo V, imperatore, egli dipingendo
archi trionfali e F altro lavorando a stucco medaglioni per la facciata di s. Pe-
tronio ; che a concorrenza di lui in Firenze avea ritratto quel duca Alessandro
Medici, il Vasari lo chiama alfonso lombardi ferrarese o da Ferrara. La te-
stimonianza del quale è tanto più credìbile in quanto che tenero, com’ era
costui, degli artisti toscani da misconoscere spesso i meriti di quelli che in di-
versa parte d’Italia ebbero i natali, non avrebbe tolto ad una città toscana
sì eccellente maestro per darlo ad altra di diversa provincia. Muzio Giustinopo*
litano, scrivendo nel 1646 alla marchesana del Vasto (forse non per anco
scorsi due lustri dalla morte del Lombardi ) la consiglia di prendere per mo-
dello alla statua del defonto suo marito, che Leone aretino dovea operare, le
due statue da Alfonso da Ferrara scolpite a Francesco Gonzaga ed a monsi-
gnor di Foix •«-* lettere lib, 5 let, q (*) — Il Superbi nel suo Apparato degli
(*) Giova qui aggiungere due lettere scritte da Federico IL, primo Duca
ài Mantova, al nostro Alfonso, pubblicate per la prima volta nel 1840 dal
Gaye a pag. 2.46 e a5o de" Documenti di Stor. Ital. e carteggio d’Artisti, in
Firenze pel Molini. Interessano queste lettere, mentre sembra che ci ricor-
dino altre opere affidate da quel Duca, ad Alfonso, e perchè ivi si accerta
che questi era ferrarese , e si onora col titolo di nobile, venuto a notizia
della Corte di Mantova, non solo pel proprio valore, ma facilmente perchè
era moglie a Francesco, e madre a Federico la dotta Isabella d' Este, tan-
to amica delle scienze, delle belle arti e di quelli che le professavano,
” A messer Alfonso ferrarese scultore 99
” Messer Alfonso. Perchè io credo che ora mai le Teste che dovete finire,
” debbano essere finite, et che potrestine aspettare che le mandassi a pi-
” gliare considerando che per le strade cattive che sono, mandandole a levar
99 sopra muli, alle volte per disgrazia, cascando qualche multo , se potriano
99 guastare, et che più sicuramente se potriano condurre per acqua*, nè parse
sfarvi intendere , che se sono finite integramente, vogliamo pigliar cura di
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