172 Di un'epigrafe spettante alla arginatura delle ripe del Tevere
città nostra e pei; le infinite trasformazioni edilizie dai tempi
antichi in poi ; non è a maravigliarsi se poco o nulla sia oggi ri-
masto dell'antica arginatura del Tevere, la quale, come vedemmo,
indubbiamente sotto i romani dovè esistere in ambedue le sponde,
per tutto il corso urbano del fiume.
Quindi riassumendo: la ripa coalapsa e reslituta ad pri-
stinum stallini, sotto gli imperatori Diocleziano e Massimiano,
non possiamo assolutamente accertare qual fosse, se cioè l'argi-
natura antichissima o quella del periodo imperiale.
La costruzione invece, che reftciundam curavere i curatores
dei primi anni di Tiberio, secondo il nostro monumento ; non
può essere che l'unica arginatura compresa, come vedemmo, dalle
pendici dell'Aventino, all'isola Tiberina; lungo cioè i confini
della città col fiume, secondo la terminazione serviana.
Ed un ultimo argomento circa il luogo ove dovea in origine tro-
varsi infissa l'epigrafe ora divulgata, avvalora la nostra asserzione.
Si è osservato in questi ultimi giorni, che la ricostruzione
dell'antico ponte Cestio, eseguita sotto Graziano nel 370 di Cr.,
è stata tumultuaria quanto mai possa immaginarsi. Per le fon-
dazioni, servirono in buona parte le preesistenti, costruite con
blocchi rettangolari di tufo, ben squadrati e commessi. Dei tra-
vertini adoperatevi, molti furono tolti a prossimi edifici, come
ad es. al teatro di Marcello ('), ad un monumento eretto a
Traiano dai puévi et puettae alimentarii, o per questi desti-
nato (2). Anche il nostro monumento, e forse con altri travertini
della vicina arginatura, fu impiegato nella ricostruzione del ponte
e collocato in opera, come fu detto in principio, nella pila sini-
stra, con l'epigrafe capovolta.
Luigi Borsari.
(') Notizie Scavi, 188G, p. 159.
(2) Bull. Arch. Corti. 1886, p. 200.
città nostra e pei; le infinite trasformazioni edilizie dai tempi
antichi in poi ; non è a maravigliarsi se poco o nulla sia oggi ri-
masto dell'antica arginatura del Tevere, la quale, come vedemmo,
indubbiamente sotto i romani dovè esistere in ambedue le sponde,
per tutto il corso urbano del fiume.
Quindi riassumendo: la ripa coalapsa e reslituta ad pri-
stinum stallini, sotto gli imperatori Diocleziano e Massimiano,
non possiamo assolutamente accertare qual fosse, se cioè l'argi-
natura antichissima o quella del periodo imperiale.
La costruzione invece, che reftciundam curavere i curatores
dei primi anni di Tiberio, secondo il nostro monumento ; non
può essere che l'unica arginatura compresa, come vedemmo, dalle
pendici dell'Aventino, all'isola Tiberina; lungo cioè i confini
della città col fiume, secondo la terminazione serviana.
Ed un ultimo argomento circa il luogo ove dovea in origine tro-
varsi infissa l'epigrafe ora divulgata, avvalora la nostra asserzione.
Si è osservato in questi ultimi giorni, che la ricostruzione
dell'antico ponte Cestio, eseguita sotto Graziano nel 370 di Cr.,
è stata tumultuaria quanto mai possa immaginarsi. Per le fon-
dazioni, servirono in buona parte le preesistenti, costruite con
blocchi rettangolari di tufo, ben squadrati e commessi. Dei tra-
vertini adoperatevi, molti furono tolti a prossimi edifici, come
ad es. al teatro di Marcello ('), ad un monumento eretto a
Traiano dai puévi et puettae alimentarii, o per questi desti-
nato (2). Anche il nostro monumento, e forse con altri travertini
della vicina arginatura, fu impiegato nella ricostruzione del ponte
e collocato in opera, come fu detto in principio, nella pila sini-
stra, con l'epigrafe capovolta.
Luigi Borsari.
(') Notizie Scavi, 188G, p. 159.
(2) Bull. Arch. Corti. 1886, p. 200.