Un'antichissima pittura delle tombe esquiline
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felicemente distaccato dal muro, e fu esposto al pubblico nella
sala capitolina delle terracotte, la quale nella prima sezione con-
tiene tutta la funebre suppellettile raccolta nei puticoli, ed in
altre sepolture esquiline. Quivi parimente furono collocate le statue
infrante dei tibicini, insieme col frammento di architrave scritto,
che certamente appartenne alla tomba medesima, donde quelle
statue provengono (1).
Alcuni anni appresso, nel 1882, la nostra Commissione, dalla
mano perita del sig. Gregorio Mariani fece eseguire una copia
all'acquarello di quel prezioso brano di dipinto. La esattezza
della riproduzione fu verificata dall'illustre collega, sig. comm.
Gr. B. de Rossi. Con tuttociò, questo pregevole monumento è
rimasto inedito fino al presente; e poiché non ha dubbio che sia
di molta rilevanza per la storia dell'arte, ho creduto far cosa
grata agli eruditi con divulgarlo nel presente fascicolo, accom-
pagnandolo di alcune mie osservazioni.
Il brano d'intonaco misura, nella maggiore sua altezza, cen-
timetri 87, e cent. 45 nella larghezza maggiore. La copia fat-
tane dal Mariani, che diamo riprodotta in cromolitografia, è
circa un terzo del monumento originale (Vedi tav. XI e XII).
Al solo porvi l'occhio sopra, si discerne che abbiamo affare
con soggetti storici, e con fatti guerreschi. Le rappresentanze sono
divise in zone, secondo il noto partito dell'arte più antica. Fa-
cendo principio dalla zona inferiore, si conservano in questa le
parti superiori di tre guerrieri che, rivolti a dritta, combattono
con vivi atti di offesa. Il primo, veduto di fianco, con elmo a
doppia penna, e con clamide sulle spalle e sul dorso, del resto
ignudo, si protegge il petto con uno scudo grande di forma ovale, e
vibra un colpo col braccio dritto, ora in parte perduto. Segue, in
(!) Le statue dei tibicini ed il frammento di architrave sono stati di
recente trasportati nel nuovo Magazzino Archeologico dell'Oito Botanico.
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felicemente distaccato dal muro, e fu esposto al pubblico nella
sala capitolina delle terracotte, la quale nella prima sezione con-
tiene tutta la funebre suppellettile raccolta nei puticoli, ed in
altre sepolture esquiline. Quivi parimente furono collocate le statue
infrante dei tibicini, insieme col frammento di architrave scritto,
che certamente appartenne alla tomba medesima, donde quelle
statue provengono (1).
Alcuni anni appresso, nel 1882, la nostra Commissione, dalla
mano perita del sig. Gregorio Mariani fece eseguire una copia
all'acquarello di quel prezioso brano di dipinto. La esattezza
della riproduzione fu verificata dall'illustre collega, sig. comm.
Gr. B. de Rossi. Con tuttociò, questo pregevole monumento è
rimasto inedito fino al presente; e poiché non ha dubbio che sia
di molta rilevanza per la storia dell'arte, ho creduto far cosa
grata agli eruditi con divulgarlo nel presente fascicolo, accom-
pagnandolo di alcune mie osservazioni.
Il brano d'intonaco misura, nella maggiore sua altezza, cen-
timetri 87, e cent. 45 nella larghezza maggiore. La copia fat-
tane dal Mariani, che diamo riprodotta in cromolitografia, è
circa un terzo del monumento originale (Vedi tav. XI e XII).
Al solo porvi l'occhio sopra, si discerne che abbiamo affare
con soggetti storici, e con fatti guerreschi. Le rappresentanze sono
divise in zone, secondo il noto partito dell'arte più antica. Fa-
cendo principio dalla zona inferiore, si conservano in questa le
parti superiori di tre guerrieri che, rivolti a dritta, combattono
con vivi atti di offesa. Il primo, veduto di fianco, con elmo a
doppia penna, e con clamide sulle spalle e sul dorso, del resto
ignudo, si protegge il petto con uno scudo grande di forma ovale, e
vibra un colpo col braccio dritto, ora in parte perduto. Segue, in
(!) Le statue dei tibicini ed il frammento di architrave sono stati di
recente trasportati nel nuovo Magazzino Archeologico dell'Oito Botanico.