Bibliografia
449
Archivio Storico dell'arie, Anno II, fascie. III-IV Marzo-
Apr. 1889. Firenze-Roma-Torino, Loescher.
Venturi, // gruppo del Laocoonte e Raffaello.
L'Autore dopo aver ragionato del Laocoonte quale opera
di arto greca, parla dell'ammirazione incredibile e dell'entusiasmo
che presso principi, artisti e letterati destò quel gruppo, al suo
discoprimento. Quindi le molte incisioni e copie che se ne fecero,
le quali più o men fedelmente e con una certa indipendenza ar-
tistica, riproduceano in tutto o in parte, l'originale; esse ven-
gono noverate dall' Autore, e di parecchie dà il disegno. Tali
sono le incisioni di Marco Dente di Eavenna (una delle quali
riprodurrebbe forse un disegno di Raffaele) i disegni del Ban-
dinelli e di Andrea del Sarto, il bronzo dello scultore fin qui
ignoto e probabilmente padovano, Antonio Elia, il qual bronzo
è forse quello del Museo Nazionale di Firenze, l'altro pure a
Firenze del Bandinelli, ecc. Un'altra conseguenza men apparente,
ma ben più importante di quell'entusiasmo è la grande azione
esercitata dal gruppo del Laocoonte sullo svolgersi dell'arte nel
Kinascimento. Raffaele non restò estraneo a quest'azione, che
apparirebbe in alcune figure delle Stanze, e meglio che in questa
o quella figura, nel modificare che egli fece la sua maniera, senza
che essa perdesse punto l'originalità,
Il Laocoonte fu dapprincipio trasportato nella villa del Papa
detta Belvedere, e posto in una nicchia architettata probabilmente
da Giuliano da San Gallo; di questa nicchia vien riprodotto il di-
segno che se ne conserva nella collezione Albertina a Vienna.
Gnoli, Nuovo accesso alla piazza di s. Pietro in Roma.
L'Autore ricorda da principio il disegno completo del Ber-
nini, cioè col braccio di colonnato dirimpetto alla chiesa, quindi
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Archivio Storico dell'arie, Anno II, fascie. III-IV Marzo-
Apr. 1889. Firenze-Roma-Torino, Loescher.
Venturi, // gruppo del Laocoonte e Raffaello.
L'Autore dopo aver ragionato del Laocoonte quale opera
di arto greca, parla dell'ammirazione incredibile e dell'entusiasmo
che presso principi, artisti e letterati destò quel gruppo, al suo
discoprimento. Quindi le molte incisioni e copie che se ne fecero,
le quali più o men fedelmente e con una certa indipendenza ar-
tistica, riproduceano in tutto o in parte, l'originale; esse ven-
gono noverate dall' Autore, e di parecchie dà il disegno. Tali
sono le incisioni di Marco Dente di Eavenna (una delle quali
riprodurrebbe forse un disegno di Raffaele) i disegni del Ban-
dinelli e di Andrea del Sarto, il bronzo dello scultore fin qui
ignoto e probabilmente padovano, Antonio Elia, il qual bronzo
è forse quello del Museo Nazionale di Firenze, l'altro pure a
Firenze del Bandinelli, ecc. Un'altra conseguenza men apparente,
ma ben più importante di quell'entusiasmo è la grande azione
esercitata dal gruppo del Laocoonte sullo svolgersi dell'arte nel
Kinascimento. Raffaele non restò estraneo a quest'azione, che
apparirebbe in alcune figure delle Stanze, e meglio che in questa
o quella figura, nel modificare che egli fece la sua maniera, senza
che essa perdesse punto l'originalità,
Il Laocoonte fu dapprincipio trasportato nella villa del Papa
detta Belvedere, e posto in una nicchia architettata probabilmente
da Giuliano da San Gallo; di questa nicchia vien riprodotto il di-
segno che se ne conserva nella collezione Albertina a Vienna.
Gnoli, Nuovo accesso alla piazza di s. Pietro in Roma.
L'Autore ricorda da principio il disegno completo del Ber-
nini, cioè col braccio di colonnato dirimpetto alla chiesa, quindi