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Jerzy Miziołek
11 Giudizio di Paride owero 11 Trionfo di Venere di
Enrico Siemiradzki del Museo Nazionale di Varsavia
Negli ultimi anni si pud notare un crescente inte-
resse per la pittura accademica del secondo Ottocen-
to. Aumenta il numero delle mostre e delle
pubblicazioni dedicate, tra 1'altro, ad Hans Makart
(1840-1884), Adolphe-William Bougureau (1825-
1905) e soprattutto a Frederick Leighton (1830-
1896), Albert Moore (1841-1893) e Lawrence Alma
Tadema (1836-1912). Proporzionalmente al numero
di vernissage e di pubblicazioni dedicati agli artisti
accademici, in precedenza non molto stimati, salgo-
no i prezzi delle loro tele. Studiosi e collezionisti
elogiano i pregi dell'arte accademica e le qualita ar-
tistiche dei loro autori. Alcuni sostengono che le
opere di Leighton o di Alma Tadema permettono di
capire la grandezza e lo splendore di Grecia e Roma
antica molto meglio dei film hollywoodiani, anche
di quelli riusciti, come il Gladiatore. Si pone la do-
manda se davvero siamo di fronte ad un grande ri-
torno al classicismo e ai suoi ideali? Probabilmente
in qualche modo si, ma e chiaro prima di tutto che le
attuali ricerche sull'arte accademica sono caratteriz-
zate da una profonda riflessione sulle fonti, tanto let-
terarie che archeologiche, e sul contesto storico che
ispirarono gli artisti dell'Ottocento. Abbiamo dun-
que a che fare con un modo totalmente nuovo di af-
frontare la questione della tradizione antica nella
seconda meta del XIX secolo e della sua attualita
all'inizio del terzo millcnio dopo Cristo.
Contrariamente ai pittori inglesi, austriaci e fran-
cesi, Henryk Siemiradzki (23, X, 1843 - 23, VIII,
1902), non ha avuto ancora la sua riscoperta trionfa-
le. Come pochi altri artisti polacchi del secondo Ot-
tocento godette una fama internazionale, lui che
aveva messo radici a Roma dove visse oltre trent'an-
ni. Nel dicembre del 1888 F. D'Arcais scrisse su di
lui le seguenti parole su una nota rivista intitolata
L'Opinione: «Chi non conosce di nome e di fama il
pittore Siemiradzki? Bastera ricordare la profonda
impressione prodotta qualche anno fa da quel suo
Supplizio dei martiri cristiani ordinato da Nerone,
ch'e senza dubbio uno dei piu grandiosi capolavori
dell'arte moderna. Giammai il terrore, la pieta, l'en-
tusiasmo della fede erano stati ritratti con maggior
efficacia e potenza. Da quel giorno Siemiradzki e
diventato celebre. 11 Supplizio dei martiri cristiani
trovasi ora a Cracovia, e 1'autore di esso abita ed ha
studio in un grazioso villino in fondo a Via Gaeta,
dove S. M. la Regina e andata 1'altro giorno a vedere
il nuovo quadro, degno in tutto e per tutto del grande
artista che la nostra Roma ha 1'onore di ospitare ».
Siemiradzki cred una propria visione dell'anti-
chita e soprattutto del periodo di Nerone e dell'eta
paleocristiana, guadagnandosi una grande fama. La
sua casa in via Gaeta, con uno spazioso studio, era
consigliata dalla guida Bedecker e era spesso visita-
ta da aristocratici, scrittori e artisti, tra 1'altro da
Alma Tadema, Ignacy Paderewski e da Henryk
Sienkiewicz, 1'autore di Quo vadis. Col passare del
tempo pero Siemiradzki venne quasi dimendicato.
Nel 2002 e passato, senza un particolare interesse da
parte della stampa o dei musei, il centesimo anniver-
sario della morte dell'artista. L'anno scorso si sono
celebrati i centosessanta anni dalla nascita di
Siemiradzki, ricorrenza che persino a Cracovia, citta
che affascino il pittore gia durante la sua prima visita
nel 1871, non ha visto nessuna particolare comme-
morazione. Proprio in questa citta si trova la tomba
di Siemiradzki e le piu splendide opere dell'artista,
che furono da lui regalate al Museo Nazionale (pres-
so le Sukiennice), come Le Fiaccole di Nerone, ed il
non meno famoso sipario del Teatro Comunale, ora
chiamato «Teatro di Juliusz Słowacki ». 11 tema di
quest'articolo e il cosiddetto Giudizio di Paride, cu-
stodito al Museo Nazionale di Varsavia. Cerchere-
mo di richiamare nel modo piu conciso possibile
anche altre opere di Siemiradzki per dimostrare me-
glio le sue ispirazioni mediterranee. In prima istanza
pero vale la pena presentare brevemente anche la
biografia dell'autore di Luminarie della cristianitd.
Henryk Hektor (Enrico Ettore) Siemiradzki nac-
que il 23 ottobre 1843 da una famiglia polacca a
Bielgorod vicino a Charkow in Ucraina; a Charkow
termino il ginnasio, dopodiche studio presso la Fa-
colta Fisico-matematica dell'Universita. In seguito
entro nell'Accademia delle Belle Arti di
Pietroburgo, che finl nel 1870, meritandosi una me-
daglia d'oro per il quadro Alessandro Macedone ed
il suo medico Filippo, nonche una borsa di studio
per sei anni da passare all'estero e specialmente in
Italia. Nel 1871 raggiunse per la prima volta il terri-
torio polacco vero e proprio e visito Cracovia, che
fece una grande impressione sul pittore, come egli
descrisse in una lunga lettera alla madre, stabilitasi
in questo periodo a Varsavia. Nel corso del suo viag-
gio artistico il pittore prima passo per Monaco di
Baviera, dove dipinse 1'Orgia romana, poi si trasferi
a Firenze. A Roma arrivo nell'aprile del 1872 e al-
1'inizio del suo soggiorno romano cambid spesso
dimora, stabilendosi finalmente in una magnifica vil-
Jerzy Miziołek
11 Giudizio di Paride owero 11 Trionfo di Venere di
Enrico Siemiradzki del Museo Nazionale di Varsavia
Negli ultimi anni si pud notare un crescente inte-
resse per la pittura accademica del secondo Ottocen-
to. Aumenta il numero delle mostre e delle
pubblicazioni dedicate, tra 1'altro, ad Hans Makart
(1840-1884), Adolphe-William Bougureau (1825-
1905) e soprattutto a Frederick Leighton (1830-
1896), Albert Moore (1841-1893) e Lawrence Alma
Tadema (1836-1912). Proporzionalmente al numero
di vernissage e di pubblicazioni dedicati agli artisti
accademici, in precedenza non molto stimati, salgo-
no i prezzi delle loro tele. Studiosi e collezionisti
elogiano i pregi dell'arte accademica e le qualita ar-
tistiche dei loro autori. Alcuni sostengono che le
opere di Leighton o di Alma Tadema permettono di
capire la grandezza e lo splendore di Grecia e Roma
antica molto meglio dei film hollywoodiani, anche
di quelli riusciti, come il Gladiatore. Si pone la do-
manda se davvero siamo di fronte ad un grande ri-
torno al classicismo e ai suoi ideali? Probabilmente
in qualche modo si, ma e chiaro prima di tutto che le
attuali ricerche sull'arte accademica sono caratteriz-
zate da una profonda riflessione sulle fonti, tanto let-
terarie che archeologiche, e sul contesto storico che
ispirarono gli artisti dell'Ottocento. Abbiamo dun-
que a che fare con un modo totalmente nuovo di af-
frontare la questione della tradizione antica nella
seconda meta del XIX secolo e della sua attualita
all'inizio del terzo millcnio dopo Cristo.
Contrariamente ai pittori inglesi, austriaci e fran-
cesi, Henryk Siemiradzki (23, X, 1843 - 23, VIII,
1902), non ha avuto ancora la sua riscoperta trionfa-
le. Come pochi altri artisti polacchi del secondo Ot-
tocento godette una fama internazionale, lui che
aveva messo radici a Roma dove visse oltre trent'an-
ni. Nel dicembre del 1888 F. D'Arcais scrisse su di
lui le seguenti parole su una nota rivista intitolata
L'Opinione: «Chi non conosce di nome e di fama il
pittore Siemiradzki? Bastera ricordare la profonda
impressione prodotta qualche anno fa da quel suo
Supplizio dei martiri cristiani ordinato da Nerone,
ch'e senza dubbio uno dei piu grandiosi capolavori
dell'arte moderna. Giammai il terrore, la pieta, l'en-
tusiasmo della fede erano stati ritratti con maggior
efficacia e potenza. Da quel giorno Siemiradzki e
diventato celebre. 11 Supplizio dei martiri cristiani
trovasi ora a Cracovia, e 1'autore di esso abita ed ha
studio in un grazioso villino in fondo a Via Gaeta,
dove S. M. la Regina e andata 1'altro giorno a vedere
il nuovo quadro, degno in tutto e per tutto del grande
artista che la nostra Roma ha 1'onore di ospitare ».
Siemiradzki cred una propria visione dell'anti-
chita e soprattutto del periodo di Nerone e dell'eta
paleocristiana, guadagnandosi una grande fama. La
sua casa in via Gaeta, con uno spazioso studio, era
consigliata dalla guida Bedecker e era spesso visita-
ta da aristocratici, scrittori e artisti, tra 1'altro da
Alma Tadema, Ignacy Paderewski e da Henryk
Sienkiewicz, 1'autore di Quo vadis. Col passare del
tempo pero Siemiradzki venne quasi dimendicato.
Nel 2002 e passato, senza un particolare interesse da
parte della stampa o dei musei, il centesimo anniver-
sario della morte dell'artista. L'anno scorso si sono
celebrati i centosessanta anni dalla nascita di
Siemiradzki, ricorrenza che persino a Cracovia, citta
che affascino il pittore gia durante la sua prima visita
nel 1871, non ha visto nessuna particolare comme-
morazione. Proprio in questa citta si trova la tomba
di Siemiradzki e le piu splendide opere dell'artista,
che furono da lui regalate al Museo Nazionale (pres-
so le Sukiennice), come Le Fiaccole di Nerone, ed il
non meno famoso sipario del Teatro Comunale, ora
chiamato «Teatro di Juliusz Słowacki ». 11 tema di
quest'articolo e il cosiddetto Giudizio di Paride, cu-
stodito al Museo Nazionale di Varsavia. Cerchere-
mo di richiamare nel modo piu conciso possibile
anche altre opere di Siemiradzki per dimostrare me-
glio le sue ispirazioni mediterranee. In prima istanza
pero vale la pena presentare brevemente anche la
biografia dell'autore di Luminarie della cristianitd.
Henryk Hektor (Enrico Ettore) Siemiradzki nac-
que il 23 ottobre 1843 da una famiglia polacca a
Bielgorod vicino a Charkow in Ucraina; a Charkow
termino il ginnasio, dopodiche studio presso la Fa-
colta Fisico-matematica dell'Universita. In seguito
entro nell'Accademia delle Belle Arti di
Pietroburgo, che finl nel 1870, meritandosi una me-
daglia d'oro per il quadro Alessandro Macedone ed
il suo medico Filippo, nonche una borsa di studio
per sei anni da passare all'estero e specialmente in
Italia. Nel 1871 raggiunse per la prima volta il terri-
torio polacco vero e proprio e visito Cracovia, che
fece una grande impressione sul pittore, come egli
descrisse in una lunga lettera alla madre, stabilitasi
in questo periodo a Varsavia. Nel corso del suo viag-
gio artistico il pittore prima passo per Monaco di
Baviera, dove dipinse 1'Orgia romana, poi si trasferi
a Firenze. A Roma arrivo nell'aprile del 1872 e al-
1'inizio del suo soggiorno romano cambid spesso
dimora, stabilendosi finalmente in una magnifica vil-