CAPITOLO QUARTO 203
un pregio a quelle sculture e per quell' affinità che risulta tra le opere del
maestro e quelle de' suoi allievi migliori.
Trovasi bensì che Arnolfo lavorò in Orvieto prima che si fabbricasse la
cattedrale, e ciò sappiamo per un monumento eretto nella chiesa di s. Dome-
nico al cardinale de Bravo, morto il 27 aprile 1280, in cui leggesi: Hoc opus
Jecit Arnolfus. Nulla di autentico trovasi relativo a Nicola, quando ben si po-
teva supporre che sarebbe stato posto il nome d'un tanto maestro nelle scul-
ture che avesse di propria mano condotte, come vedesi anco in altri de' suoi
piìi cospicui lavori. Anche il Ciampi cade in questo sbaglio e non esclude Ni-
cola dai lavori di Orvieto, poiché nelle notizie della Sagrestia pistojese sup-
pone Nicola morto nel 12^5 circa, cioè z5 anni prima che si ponesse la pri- ,
ma pietra del duomo.
Fu con incredibile forza di mezzi proseguita la fabbrica suntuosa, in cui era
tanto interessato 1' onor nazionale e la popolare divozione che feudi e fondi
publici, oltre a private oblazioni , furono convertiti a quell'uso,' diretti e
amministrati da un magistrato dei piti zelanti cittadini, e tanto era l'impe-
gno nel proseguirla senza interruzione che per un anno fu data paga in
estate a chi recasse sul luogo 1' acqua da bere ai lavoranti affinchè non si di-
straessero dall'opera.
Ebbe questo duomo nel XV secolo il vanto di contare fra gli architetti de-
stinati a compirlo anche Michele Sanmicheli, quantunque sembra che po-
co tempo si trattenesse . Donatello gittò il san Giovanni pel battistero , e
Gentile da Fabriano, Fra Gio, Angelico, Benozzo e sopra tutto Luca Signo-
relli lo decorarono di bellissime pitture. Raffaello da Monte Lupo, Simone.
Mosca, Ippolito Scalza d'Orvieto scolare di Michelangelo, il Caccini, Gio-
vanni Bologna e Francesco Mocchi vi aggiunsero belle sculture , talché può
dirsi uno de'templi più ornati delle preziosità dell'arte fra tutti quelli che van-
ta la cristiana pietà.
un pregio a quelle sculture e per quell' affinità che risulta tra le opere del
maestro e quelle de' suoi allievi migliori.
Trovasi bensì che Arnolfo lavorò in Orvieto prima che si fabbricasse la
cattedrale, e ciò sappiamo per un monumento eretto nella chiesa di s. Dome-
nico al cardinale de Bravo, morto il 27 aprile 1280, in cui leggesi: Hoc opus
Jecit Arnolfus. Nulla di autentico trovasi relativo a Nicola, quando ben si po-
teva supporre che sarebbe stato posto il nome d'un tanto maestro nelle scul-
ture che avesse di propria mano condotte, come vedesi anco in altri de' suoi
piìi cospicui lavori. Anche il Ciampi cade in questo sbaglio e non esclude Ni-
cola dai lavori di Orvieto, poiché nelle notizie della Sagrestia pistojese sup-
pone Nicola morto nel 12^5 circa, cioè z5 anni prima che si ponesse la pri- ,
ma pietra del duomo.
Fu con incredibile forza di mezzi proseguita la fabbrica suntuosa, in cui era
tanto interessato 1' onor nazionale e la popolare divozione che feudi e fondi
publici, oltre a private oblazioni , furono convertiti a quell'uso,' diretti e
amministrati da un magistrato dei piti zelanti cittadini, e tanto era l'impe-
gno nel proseguirla senza interruzione che per un anno fu data paga in
estate a chi recasse sul luogo 1' acqua da bere ai lavoranti affinchè non si di-
straessero dall'opera.
Ebbe questo duomo nel XV secolo il vanto di contare fra gli architetti de-
stinati a compirlo anche Michele Sanmicheli, quantunque sembra che po-
co tempo si trattenesse . Donatello gittò il san Giovanni pel battistero , e
Gentile da Fabriano, Fra Gio, Angelico, Benozzo e sopra tutto Luca Signo-
relli lo decorarono di bellissime pitture. Raffaello da Monte Lupo, Simone.
Mosca, Ippolito Scalza d'Orvieto scolare di Michelangelo, il Caccini, Gio-
vanni Bologna e Francesco Mocchi vi aggiunsero belle sculture , talché può
dirsi uno de'templi più ornati delle preziosità dell'arte fra tutti quelli che van-
ta la cristiana pietà.