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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 1) — Venedig, 1813 [Cicognara, 18-1; 2486-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1184#0158
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i56

CAPITOLO SECONDO

MEMORIE STORICHE INTORNO LA CHIESA DI S. MARCO.

£ Vfiili Tq-vola I. )

Oleine
di rjiiysta
Basica.

N-

Si rifabbrica

il Tempio di

S. Marco.

on possono facilmente accorciarsi gli scrittori intorno ciò che riguarda an-
tichissimi tempi, e per questa ragione ne facile ne utile diventa il fissare la
prima edificazione di quella chiesa che stava nel luogo della presente basili-
ca di S. Marco. L' erudita discussione sopra ciò che più non si vede, pub es-
sere l'oggetto d'altre ricerche dirette a un diverso fine, e qui basta indagare le
cause e il tempo, in cui vennero fatte le insigni opere che adornano il tem-
pio, come ora vedesi riedificato. Sappiamo, che trasportato da Alessandria il
corpo di S.Marco a Venezia nell'anno 828, secondo molti storici, o neh" 831
secondo il Baronio, Giustiniano Partecipazio gli fece erigere una chiesa, per
la cui costruzione pretendesi che venisse distrutta la famosa capella dedicata
a S.Teodoro primo protettore della città, che dicesi fondata da Narsete l'anno
532. Altri dicono, che in quest'occasione fu fatta ingrandire e che venis-
se incorporata nella nuova chiesa, le quali cose comunque si fossero, du-
rarono sino all'anno 976, nel quale appiccatosi il fuoco nel palazzo ducale
pel furore del popolo che ammazzò Pietro Candiano IV. doge fattosi tiranno
della repubblica, minò anche il tempio adiacente. Fu sempre creduto essere
cosa convenevole e decorosa per la sovrana rappresentanza che questa chiesa
sorgesse in un fianco del palazzo ducale per quel contatto lodevole e imme-
diato che aver possono il trono e l'altare; e da questa contiguità nacque ne-
cessariamente quella sontuosa magnificenza che sfida ancora l'ingiuria dei
secoli.

Pietro Orseolo, dopo la tragica morte del suo antecessore, rifece la chiesa
assai più magnifica e più .grande che prima non era, aumentando, secondo
il parere di alcuni, il numero degli artefici col farne venire da Costantinopoli;
e Domenico Contarmi doge cominciò nel io43 a ridurla nella forma che ora
vedesi, come riporta il Sansovino, riedificandola con mattoni; poco persua-
dendo ciò eh'è detto da altri scrittori; che fosse intrapresa nel 1070 la fab-
brica della grandiosa basilica attuale, per potersi poi credere che nel 1072.
fosse a tal segno avanzata da cominciarsi i mosaici. Neppure con tutti gli
sforzi dell'arte nei secoli più recenti si potrebbe in cosi breve tempo erigere
 
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