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https://doi.org/10.11588/diglit.1184#0176
i?4
CAPITOLO TERZO
FABBRICHE DI PISA
( Vedi Tar, II, )
N.
I ulla è più atto a provare come lo splendore dei monumenti abbia origine
dallo splendore delle azioni quanto F erezione del duomo di Pisa nel XI. se-
colo; edifizio che pub dirsi avere mantenuta una face vivamente accesa in Ita-
lia per il risorgimento delle arti e del gusto che dovunque giaceva altrove in
istato di languore e di decadenza.
Epoca delia Chiari i pisani per molte onorevoli imprese nell'isola di Lipari e sulle co-
rondxuone. gtg jg Jjjfj.jgj, • e (\0TpO ff avere repressa la baldanza dei barbari in Sicilia allea-
del Duomo 'li
di Pisa, ti di Guiscardo duca di Puglia e del suo fratello Ruggiero, finalmente nel
io63, si cimentarono contro la forte città di Palermo, spezzarono animosa-
mente la catena del porto e1 s'impadronirono di sei grandi navi cariche di
merci preziose che riportarono trionfando in patria, come dagli annali di que-
sta città e dogli scrittori delle cose d' Italia si riferisce,
Fu unanime deliberazione de' cittadini di convertire il prodotto d' una pre-
da sì ricca nell'erezione di un tempio che essendo oggetto dell'ammirazione di
tutti, fosse anche una devota testimonianza nel tempo stesso che il favore
per la riportata vittoria si riconosceva dal cielo. Una causa tanto onorevole
non poteva condurre che ad onorevoli risultati, sia che i pisani avessero tra
loro insigni esecutori nelle arti, i quali potessero corrispondere al publico
voto, sia che per difetto di questi dovessero farli venire d'altronde, poiché
una nazione florida, ricca, vittoriosa, potente, guidata da una volontà con-
corde trova immediati i mezzi di cui valersi, ovunque siano, ancorché a lei
non appartenenti ed estranei.
Bisogna credere che il Vasari non avesse lette tutte le iscrizioni che con-
servano solo a buon diritto il carattere di verità circa il tempo dell' edificazio-
ne di questa basilica, poiché nel suo proemio alle vite la asserisce eretta del
1-01,6. fidandosi della seguente lapide che espone un' altra vittoria pisana w
CAPITOLO TERZO
FABBRICHE DI PISA
( Vedi Tar, II, )
N.
I ulla è più atto a provare come lo splendore dei monumenti abbia origine
dallo splendore delle azioni quanto F erezione del duomo di Pisa nel XI. se-
colo; edifizio che pub dirsi avere mantenuta una face vivamente accesa in Ita-
lia per il risorgimento delle arti e del gusto che dovunque giaceva altrove in
istato di languore e di decadenza.
Epoca delia Chiari i pisani per molte onorevoli imprese nell'isola di Lipari e sulle co-
rondxuone. gtg jg Jjjfj.jgj, • e (\0TpO ff avere repressa la baldanza dei barbari in Sicilia allea-
del Duomo 'li
di Pisa, ti di Guiscardo duca di Puglia e del suo fratello Ruggiero, finalmente nel
io63, si cimentarono contro la forte città di Palermo, spezzarono animosa-
mente la catena del porto e1 s'impadronirono di sei grandi navi cariche di
merci preziose che riportarono trionfando in patria, come dagli annali di que-
sta città e dogli scrittori delle cose d' Italia si riferisce,
Fu unanime deliberazione de' cittadini di convertire il prodotto d' una pre-
da sì ricca nell'erezione di un tempio che essendo oggetto dell'ammirazione di
tutti, fosse anche una devota testimonianza nel tempo stesso che il favore
per la riportata vittoria si riconosceva dal cielo. Una causa tanto onorevole
non poteva condurre che ad onorevoli risultati, sia che i pisani avessero tra
loro insigni esecutori nelle arti, i quali potessero corrispondere al publico
voto, sia che per difetto di questi dovessero farli venire d'altronde, poiché
una nazione florida, ricca, vittoriosa, potente, guidata da una volontà con-
corde trova immediati i mezzi di cui valersi, ovunque siano, ancorché a lei
non appartenenti ed estranei.
Bisogna credere che il Vasari non avesse lette tutte le iscrizioni che con-
servano solo a buon diritto il carattere di verità circa il tempo dell' edificazio-
ne di questa basilica, poiché nel suo proemio alle vite la asserisce eretta del
1-01,6. fidandosi della seguente lapide che espone un' altra vittoria pisana w