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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 1) — Venedig, 1813 [Cicognara, 18-1; 2486-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1184#0021
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CAPITOLO PRIMO

DELLE ORIGINI E DELLE CAUSE DELLE ARTI
DELL' IMITAZIONE,

S

embra fuor d'ogni dubbio che sia ingenita nel cuore dell'uomo una curiosi- c""!».
tà che continuamente lo muove a cercare le cause di tutti quegli effetti che
nel colpire i sensi scuòtono le facoltà dell' intelletto, ed a conoscere il princi-
pio e la fine di tutte le,cose. Perciò non havvi mistero della natura che non
indaghi, non havvi produzione e risultamento artificiale o naturale che non
tenti di conoscere fino dalla sua prima sorgente. Ma nell'ordine delle cose
pur troppo vi sono reconditi penetrali di sì difficile accesso che si per-
de la perspicacia dell'ingegno più acuto, e indarno tenta di togliere dall'
oscurità la stessa origine dell'uomo e le primitive sorgenti di tante sue cogni-
zioni. Infinite cose si ascondono pertinacemente alla più fina penetrazione, e
si coprono con quel velo delle allegorìe e delle favole, che non so quanto pro-
ficuo fosse per la nostra felicità il sollevare, e che senza portare un grave ol-
traggio alla verità rende piacevoli i sogni della nostra stessa immaginazione.
D'altronde le memorie, le quali sembrano recar qualche luce nella remota an-
tichità dei tempi, essendo per alcuni un oggetto di cieca e religiosa creden-
za, e per altri non presentando che oscuri enigmi ed intralciati geroglifici,
non offrono una base tanto solida al ragionamento da trarne con egual for-
za ed evidenza un convincimento generale per tutti.

E ciò tanto più, che per quanto le difficoltà e gli ostacoli irritino i nostri
desiderj, e per quanto maggiore prezzo da noi si ponga agli oggetti sui quali
le scoperte fatte hanno costato uno sforzo più straordinario al nostro ingegno,
pure, se ceder vorremo di buona fede confessando talvolta umiliato il nostro
orgoglio dall'inutilità de' molti tentativi, bisognerà poi confessare ancora che
l'intelletto ha un confine, come lo hanno la vista e l'udito.

Fra le origini, la cui ricerca è al mio credere più vana e più inutile, io ere- Ca™ per
do che v'abbia quella delle arti del disegno non più facile a stabilirsi di quel-'Iole"*^j°e'
la della parola e del canto. Il bisogno e il diletto affinarono lo ingegno dell'uo-
mo ; l'intemperie delle stagioni, la molestia degli animali nocivi insegnarono
1' uso delle vesti, delle capanne, delle armi, come colla brama di piacere na-
cque la soavità delle modulazioni,la multiplicazione delle immaginala venustà
 
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