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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 1) — Venedig, 1813 [Cicognara, 18-1; 2486-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1184#0220
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2i8

CAPITOLO SESTO

DEL DUOMO DI MILANO.

( Vedi Tamia V. )

Oi)

'ingoiare, grandioso e di ricchissima e laboriosissima esecuzione è questo
sacro ediftzio di cui cantò uno degli accurati suoi descrittori:
Oh tempio santo* oh ingigantita mole
Oh marmoreo colosso* oh vasto monte ! (l)
E veramente a un monte di marmi può pareggiarsi la sua elevatezza straor-
dinaria, che nella strana composizione ci offre però tutto il carattere del-
la ricchezza dei mecenati che intrapresero 1' opera e della nazione che larga-
mente vi contribuì.
Costruzione I'1 luogo dell' antico tempio, arso e demolito più volte, siccome succeder
,cmp'° ' soleva nei tempi di turbolenze e di guerre atrocissime, si cominciò ad eri-
gere questo che signoreggia tuttóra la capitale della Lombardia nel i386,
come lasciò scritto Simone Ursinigo uno degl'ingegneri di questa fabbrica, e
come attesta una picciola lapide nel luogo detto la Cascina destinato al lavo-
ro di quei marmi ove leggesi la seguente iscrizione in antica lingua:

EL PRINCIPIO DIL DOMO DE MILANO FU NELL'ANNO i386.

ma non essendo piaciuto ciò che da prima fu eretto, tutto venne distrutto
nel 138^, e vuoisi continuato nel seguente anno il lavoro che ora si vede nel
giorno i del mese di maggio: Anno MCCCLXXXFIII. Templum màjus
Mediolani jussu Johannis GaleatiiDucis (benché non fosse anche Duca) "i
honorem B. M. Virginis incredibili impensa solido marmare instaurari cae-
pit. Questo rilevasi dal catalogo delle vite degli arcivescovi, ma si cono-
sce che in queir anno non si cominciò a edificare ma instaurari solido mar-
more* dimodoché indubitata è la vera fondazione del tempio attuale all'anno
1387. Discordano gli scrittori nell'assegnare alla fabbrica di questa chiesa
il suo primo architetto, e sembra ad alcuni che il nome suo possa essersi
perduto col primo disegno. Argomento per crederlo piuttosto un forestiero
che un italiano, sembra che possa dedursi dallo stile dell'opera sua, lontano
notabilmente da certa semplicità che anche in mezzo ai molti dettagli ed

(1) Carlo Torre Ritratto di Milano ediz. del 1674.
 
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