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a5o LIBRO SECONDO

monumenti italiani dopo il risorgimento delle arti, e vi si vede una precisa
storia dei progressi di queste . Alfonso Lombardi vi scolpì in piccole fij>ule
con una maestrìa singolare alcune storiette sul basamento dell'urna, Girolamo
Coltellini fece la bella statuina di s. Gio: Battista in alto e Michelangelo, pro-
babilmente in gioventù, sculse l'angelo a destra sulla mensa dell'altare e i
panni della figura di s. Petronio. Tutto il resto, meno il cattivo parapetto dell'
altare, è opera di Niccolò bolognese, o vogliam dirlo Niccolò dall'Arca, e
non è poco il lavoro d'ornati, intagli e statue che gli meritarono l'ammira-
zione e la stima della posterità.

Questo tempio, una volta ancor più ricco di preziosi quadri che ora non è
conta nel suo venerando recinto altri monumenti di scultura importantissimi
come il sepolcro di Taddeo Pepoli nel l347 erett0 da. Giacomo Lanfrani vene-
ziano e quello di Giovanni Calderini nel l333, il deposito di Giovanni da Li-
gnano, scolpito da Jacobello e Pietro Paolo veneziani nel l383, quello di Bario-
lommeo Saliceti fatto da Andrea da Fiesole nel 14.12, e la memoria sepolcra-
le del Tartagni scolpita da Francesco di Simone sulla maniera del Verrocchio.
Questa preziosa serie di monumenti interessa particolarmente la storia dell'ar-
te, e dimostra come dopo un grande eccitamento alla gloria rimase in Bologna
sempre viva la brama di far venire dall'estero i talenti più chiari per illustrare
la memoria de' cittadini più benemeriti della patria.
 
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