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a52 LIBRO SECONDO

tumultuose fazioni che portarono alla sede appostolica 1' un papa rivale dell'
altro, e la violenza degli aderenti di questi, e la presa del tempio d'assai,
to . Entraronvi con bande di masnadieri a mano armata a cavallo e sac-
cheggiandovi ogni tesoro e calpestando ogni veneranda memoria, come nel
ll3o primo anno del pontificato d'Innocenzo II fece Anacleto II (giusta il
Baronio e il Muratori), che vi commise ogni genere di violazioni nefande.
Per conoscere poi come fatalmente in tutti i secoli la barbarie non abbia inter-
rotte le sue devastazioni, e vedere dove sono ite tante preziose antiche memo-
rie relative a questa basilica, le quali indarno ora si ricercherebbero, basta W
Dispmiojic gere questo passo del Grimaldo: Tempore Clementis Vili ego Jacobus Gii-
aumenti f«t maldus liabui liane notam benefacloruni basilicae mihi traditemi a B.. P.D
i>mrai. Costantino Gaetano abbate s. Barontii Cassili, congregat. qui vitae suae spa-
tio omnia fere tabulami Italiae perlustratus est, hancque notam, ut ipse
assentii acceperal ex quaderni peivetusto libro be/iefaclorum basilicae s. Pe-
tri in pergamena MS. asservato in bibliotheca cathedralis Raetinae . Suh
Paulo V Presbiteri UH, quibus cura imminebat dictae bibliothecae vendiih-
runl plures libros illis qui Thympana faeminarum. conficiunt, et Inter alios,
ex mala fortuna, die ti libri s. Petri contigli etiam numerari, vendi, distraili,
et in usu Thympanorum verti obliterarique memorine in eo descrìptae, id
omni vitio , et inscitia, et malignitate Presbyterorum supradictorum . Bene-
detto XII nel 133^, Clemente VI nel l35o e Innocenzo VI nel l352. e più
degli altri Leone IX nei secoli antecedenti avevano posto cura a risarcir la ba-
silica servendosi dell' opera dei più rinomati architetti che allora fossero in
Riedificalo- Italia. Finalmente Niccolò V concepì il grande progetto della riedificazione di
1°' e * M1" s. Pietro, per cui fu chiamato a farne il disegno Bernardo Rossellino, per la im-
matura morte del quale con più maturo consiglio fu poi per opera di Fr. Bion-
do da Forlì chiamato Leon Battista Alberti; ma essendo mancato di vita nel
1/^55 il pontefice non potè ridursi a compimento alcun progetto e rimasero
con lui sepolte tutte le buone idee e disposizioni fintantoché non salì alla cat-
tedra pontificia Giulio II. Cominciossi allora, secondo Bramante, l'erezione del
nuovo tempio cui fu posta la prima pietra l'anno l5o6 dallo stesso papa il di
18 aprile, che grave d'anni 70 discese senza vacillare nelle profondissime fos-
se delle fondamenta tra la folla circostante di tutta Roma che vi era accorsa .
Singolare è il motivo che determinò più d' ogni altra causa Giulio II a que-
sta vasta impresa , e ci fa conoscere come debbasi di essa tutto il meri.
to ad una scultura, e come luna e F altra lo debbano all'ambizione. Appena
salito Giulio II sul trono pontificale, benché fosse pieno di vigore e di salute,
pure allettato dal grido che Michelangelo spandeva di sé nell'arte della scul-
tura, quantunque fosse nel solo 29 anno dell'età sua, lo chiamò da Firenze
incaricandolo della scultura del suo mausoleo. Una sì bella e singoiar occasiono
 
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