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LIBRO TERZO
ietterà a Guido Sette diLunì nel genovesato
è contemporanea alla pretesa scultura del
Menimi. In questa lettera ove sta inserito il.
passo da noi recato, Petrarca si consola
coU'amico dì una promozione, in cui rende
alquanto migliore la sua fortuna. Noi sap-
piamo che fu tale 1' amicizia del padre di
Guido con Petraceo che i loro figli furono
assieme educati. Avendo Guido studiate le
leggi si dedicò alle incombenze forensi in
Avignone, ed acquistò tanta faina pel suo
sapere che meritò 1' arcidìaconnto, poscia
rarcivescovato di Genova nel i359,ove poi
cessò dì vivere nel i365 (i).Ciò osservo per
concludere che la lettera a Guido, relativa ad
una promozione non grande-, debbe essergli
stata scritta allorché ebbe uno dei gradi
che fanno seda agi' impieghi luminosi da
lui coperti in seguito, vale a dire molt'anni
primadel i359, nel qual casi l'opinione di
Petrarca esternala intorno agli scultori del
suo tempo viene ad essere, o prima, o con-
temporaneamente all'anno in cui si preten-
de scolpito il marmo; ragion maggiore per-
chè dovesse esservi coerenza tra le espres-
sioni della lettera e quelle dei sonetti. Se le
prime esser dovevano dettate dn candida
amicìzia, queste proceder dovevano da in-
genua riconoscenza verso d'un tale scul-
tore.
Oltre moltissimi argomenti che il signor
cavalier BÀIdéìli in conseguenza delle mie
ricerche su questo punto mi ha cortesemen-
te comunicati in relazione a lunghi esami e
studj da lui fatti sulle lettere di Petrarca,
i quali confermano le mie congetture, avvi
anche il seguente. Nel codice parigino delle
lettere famigliari di Petrarca, di cui egli dà
notizia in una nota dell'opera sua sulla vita
ed opere di Petrarca ( a pag. 213 ) trovansi
tre lettere dirette a Guido da Genova , alle
quali segue una lettera diretta a Clemente
VI che non trovasi nell'edizione lionese, e
che nella basileense di tutte le opere fu tra-
slocala come preainbulo alle opere di Petrar-
ca. Deve questa lettera essere stata scritta
(f) Barelli del Petrarca e delle sue opere lib. 4. Fìr. 1797.
per conseguenza in tempo di quel pontcfìce
eh' ebbe principio nel 1342 e no risulta
maggior sicurezza anche dal farsi menziona
in essa della morte di Roberto accadutali 1
i343; anzi nelle terza, quarta, quinta, sesta
di dello libro descrive il suo viag«ìo dì Nanni'
e una straordinaria* tempesta ivi accaduta
nell'anno medesimo, e trovando nel codice
parigino la data precisa della X di dello li-
bro 6. Kal. mari. Sonon;e'm quella divella
a Clemente VI id. mart. sembra potersi af-
fermare che fosse scritta nell' anno iZàa
Che non possa essere stata scritta pusierior-
mente a detto anno ne fa sicura piova la
quinta epistola del libro seguente, nella qua-
le deplora con Barbato Sulmonese la morie
del re Andrea di Napoli accaduta il dxiSSet-
tembre i345, per le quali osservazioni nel-
lo stesso anno i344 Petrarca dee aver scrit-
ta anche la lettera a Guido di cui abbiamo
parlato.
Finalmente ad un maggior convincimento
delle nostre esposizioni giova la notizia che
nel testo parigino la XVI lettera del lib. V è
diretta a Guido colla seguente rubrica. Ad
Guìdonem archìdìaconuni Jannensem: Ej>
cusatio silèntiì.
Ma quale sarebbe ella dunque la vera ima- Hwà
ghie di questa Laura decantata cotanto, e {^1
che ognuno pur vorrebbe possedere come Ll11'
uuo de'più preziosi monumenti dell'arte e
della storia? L'aver a tutte prove escluso il
marmo Peruzzì , non porla per legittima
conseguenza , che debbasi riconoscere in;
alcuna pittura (senza timore d'incorrere in
equivoco) il ritratto desiderato. L'opportu-
nità d' aver trattato quest' argomento mi ta-
ra alcun poco ancora diffondere per esclude-
re altri due ritratti, Ì quali hanno lino a
questo momento avuta una clamorosa cele-
brità, dal diritto di pretendere a questa ras:
somiglianza.
Il primo è quello che citasi nel cappellone W#.^
di s.M.Novella,aperto sotto dei clauslrijché (ì^a
dicevasi il capitolo degli spagmiòli, il <Ili;,l ^.
cappellone è ornato da' pennelli dì Taddeo
LIBRO TERZO
ietterà a Guido Sette diLunì nel genovesato
è contemporanea alla pretesa scultura del
Menimi. In questa lettera ove sta inserito il.
passo da noi recato, Petrarca si consola
coU'amico dì una promozione, in cui rende
alquanto migliore la sua fortuna. Noi sap-
piamo che fu tale 1' amicizia del padre di
Guido con Petraceo che i loro figli furono
assieme educati. Avendo Guido studiate le
leggi si dedicò alle incombenze forensi in
Avignone, ed acquistò tanta faina pel suo
sapere che meritò 1' arcidìaconnto, poscia
rarcivescovato di Genova nel i359,ove poi
cessò dì vivere nel i365 (i).Ciò osservo per
concludere che la lettera a Guido, relativa ad
una promozione non grande-, debbe essergli
stata scritta allorché ebbe uno dei gradi
che fanno seda agi' impieghi luminosi da
lui coperti in seguito, vale a dire molt'anni
primadel i359, nel qual casi l'opinione di
Petrarca esternala intorno agli scultori del
suo tempo viene ad essere, o prima, o con-
temporaneamente all'anno in cui si preten-
de scolpito il marmo; ragion maggiore per-
chè dovesse esservi coerenza tra le espres-
sioni della lettera e quelle dei sonetti. Se le
prime esser dovevano dettate dn candida
amicìzia, queste proceder dovevano da in-
genua riconoscenza verso d'un tale scul-
tore.
Oltre moltissimi argomenti che il signor
cavalier BÀIdéìli in conseguenza delle mie
ricerche su questo punto mi ha cortesemen-
te comunicati in relazione a lunghi esami e
studj da lui fatti sulle lettere di Petrarca,
i quali confermano le mie congetture, avvi
anche il seguente. Nel codice parigino delle
lettere famigliari di Petrarca, di cui egli dà
notizia in una nota dell'opera sua sulla vita
ed opere di Petrarca ( a pag. 213 ) trovansi
tre lettere dirette a Guido da Genova , alle
quali segue una lettera diretta a Clemente
VI che non trovasi nell'edizione lionese, e
che nella basileense di tutte le opere fu tra-
slocala come preainbulo alle opere di Petrar-
ca. Deve questa lettera essere stata scritta
(f) Barelli del Petrarca e delle sue opere lib. 4. Fìr. 1797.
per conseguenza in tempo di quel pontcfìce
eh' ebbe principio nel 1342 e no risulta
maggior sicurezza anche dal farsi menziona
in essa della morte di Roberto accadutali 1
i343; anzi nelle terza, quarta, quinta, sesta
di dello libro descrive il suo viag«ìo dì Nanni'
e una straordinaria* tempesta ivi accaduta
nell'anno medesimo, e trovando nel codice
parigino la data precisa della X di dello li-
bro 6. Kal. mari. Sonon;e'm quella divella
a Clemente VI id. mart. sembra potersi af-
fermare che fosse scritta nell' anno iZàa
Che non possa essere stata scritta pusierior-
mente a detto anno ne fa sicura piova la
quinta epistola del libro seguente, nella qua-
le deplora con Barbato Sulmonese la morie
del re Andrea di Napoli accaduta il dxiSSet-
tembre i345, per le quali osservazioni nel-
lo stesso anno i344 Petrarca dee aver scrit-
ta anche la lettera a Guido di cui abbiamo
parlato.
Finalmente ad un maggior convincimento
delle nostre esposizioni giova la notizia che
nel testo parigino la XVI lettera del lib. V è
diretta a Guido colla seguente rubrica. Ad
Guìdonem archìdìaconuni Jannensem: Ej>
cusatio silèntiì.
Ma quale sarebbe ella dunque la vera ima- Hwà
ghie di questa Laura decantata cotanto, e {^1
che ognuno pur vorrebbe possedere come Ll11'
uuo de'più preziosi monumenti dell'arte e
della storia? L'aver a tutte prove escluso il
marmo Peruzzì , non porla per legittima
conseguenza , che debbasi riconoscere in;
alcuna pittura (senza timore d'incorrere in
equivoco) il ritratto desiderato. L'opportu-
nità d' aver trattato quest' argomento mi ta-
ra alcun poco ancora diffondere per esclude-
re altri due ritratti, Ì quali hanno lino a
questo momento avuta una clamorosa cele-
brità, dal diritto di pretendere a questa ras:
somiglianza.
Il primo è quello che citasi nel cappellone W#.^
di s.M.Novella,aperto sotto dei clauslrijché (ì^a
dicevasi il capitolo degli spagmiòli, il <Ili;,l ^.
cappellone è ornato da' pennelli dì Taddeo