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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 1) — Venedig, 1813 [Cicognara, 18-1; 2486-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1184#0418
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4i6

LIBRO TERZO

Aitino e di Aquileja sursero Grado e Torcello; distruzione di luoghi cotanto
celebrati e famosi che Marziale ebbe a compararli alle tepide e rjclenii
spiagge di Pozzuolo e di Baja : Aemula Bajanis Altini lìttora villi*. N0
è da tacersi che nel 1 008 rifabbricata la cattedrale di Torcello risorse a tal
oenere di splendore e di magnificenza che i suoi mosaici si ammirano tintori
non tanto per la bellezza del disegno, l'espressione dei volti, la grandiosità
dello stile, la scioltezza dei panneggiamenti, quanto per la preziosa esecuzio-
ne con cui sono contesti e sfidano l'ingiuria d'altrettanti secoli, quasiché
fossero gelosamente conservati come l'ornamento di una ben custodita e
non abbandonata basilica . Avvenne posteriormente a queste produzioni
( ove nessuna greca e sempre leggonsi latine nostre iscrizioni ) che gli tft.
fizj di s. Marco e del palazzo ducale diedero occasioni grandiose agli artisti
per lavorare, e mediante l'esercizio e la protezione si elevarono alcuni geni
al di sopra di quanto s'era fino allora veduto, cercandosi l'imitazione della
natura colla guida delle opere che aver potevano sott'occhio e meditando sul-
la differenza che andava crescendo tra i lavori dei contemporanei e quelli del.
le età precedenti, ove le tracce del bello s' erano molto alterate ma non però
interamente perdute.
Opere nriia ^a fabbrica appunto di s. Marco ci serve di guida per iscorgere queste il
basilica di Tersuà, quantunque incerta e pericolosa se voglionsi tutte segnare le diffe-
renze tra ciò che è d'italiano o di scarpello straniero. Egli è fuor d'ogni
dubbio soltanto che colf erezione di questo e degli adiacenti edifizj le arti si
resero assai migliori; ma il determinare 0 per la natura delle iscrizioni, 0 per
lo stile dei lavori, se a greco unicamente, a greco-latino o ad italiano scarpello
appartengano, questo sarebbe assunto di ben difficile scioglimento, e che non
potrebbesi con brevità qui trattare.

Facendomi però a riflettere sui caratteri scolpiti nelle diverse opere, come
che questi indizio offrir possono alle volte se non certezza dei loro maestri,
giova osservare che sopra imagini sculte o dipinte in Italia continuaronsi a
porre i nomi singolarmente di Cristo e di Maria colle sigle e parole greche,
• poiché non solo le forme, ma le iscrizioni si imitavano (da veneziani in parti-
colare che più rapporto avevano allora co'greci che con gli altri popoli dell
Italia) togliendole dagli emblemi d'un culto che maggiormente e più splendida-
mente si professò nella capital dell'Oriente. Rare volte veggiamo peraltro che
«cultori o pittori greci ponessero in opera per loro uso iscrizioni latine, ri-
nunciando al loro idioma nativo, talché molte iscrizioni latine sui greci mo-
numenti sono state fatte posteriormente, ovvero eseguite per ordine di chi com-
mise i lavori, osservandosi però che quegli artisti non volendo affatto rinun-
ciare all'uso del linguaggio patrio vi hanno poste le une e le altre, confor-
mandosi alle disposizioni dei committenti, e imprimendovi nello stesso tempo
 
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